Aldo Bianchini
SALERNO – “CFI come la Juventus, plusvalenze per evitare il crac”, questo il titolo a tutta pagina con cui il noto quotidiano online “leCronache.it” ha denunciato l’alto rischio di un crac definitivo del “Consorzio Intercomunale Farmaceutico” che naviga, ormai da anni, nei mari tempestosi delle polemiche e delle inchieste giudiziarie (alcune molto pesanti e trancianti) con la quasi certa possibilità di una fine ingloriosa.
Un’altra lucida e brillante intuizione che l’avv. Salvatore Memoli (noto manager cittadino) aveva realizzato, tra lo scetticismo generale, quando riusciva a far accettare tout court le sue genialità operative all’immarcescibile Vincenzo De Luca (allora soltanto sindaco di Salerno). Genialità operative (come l’azienda del gas trasformata poi in holding, Salerno Sociale, l casa di riposo dei poveri anziani e anche l’ACI – per citarne alcune) che, nel tempo, hanno fortemente dato fastidio agli inefficienti e ubbidienti personaggi che si sono alternati nella composizione del famoso “cerchio magico deluchiano” che produce più danni che consensi all’azione politica pur rispettabile e meritevole del governatore in carica.
Ma Salerno, purtroppo, è stata da sempre così, nell’ossequiosa osservanza della tradizione delle due facce di San Matteo; qualcuno arrivò addirittura a stampare un manifesto pubblico contro l’operosità di Memoli. Ed è quanto dire.
Non mi soffermo, oggi, sulle tagliole giudiziarie che stanno sommergendo il CFI, lo ha fatto benissimo Peppe Rinaldi sulle pagine di leCronache.it; io cercherò, in breve, di tracciare la storia del Consorzio che Salvatore Memoli ha presieduto per due volte ed in due diverse stagioni.
Alla nascita del Consorzio, per una complicata storia di appalti per la fornitura delle strutture mobili e tecniche sia io (direttore di Quarta Rete tv) che Memoli (presidente del Consorzio) fummo denunciati per “diffamazione a mezzo stampa” dall’allora capo staff del sindaco ing. Alberto Di Lorenzo (poi caduto in disgrazia). La mia posizione fu archiviata dal gip, mentre Memoli dovette affrontare un processo durato alcuni anni e finito perché “il fatto non sussiste”.
Insomma un Consorzio nato male e finito molto peggio, prima con la forzata estromissione o abbandono di Scafati co n un costo altissimo, e poi con l’inchiesta giudiziaria che ha visto coinvolti il sindaco di Eboli Massimo Cariello e il direttore generale del Consorzio Francesco Sorrentino.
Ora, dopo scontri indicibili tra direzione generale – sindacati e dipendenti, ecco il finale pirotecnico con l’ombra ingombrante del crac finanziario che porterebbe sul lastrico una quarantina di dipendenti tra farmacisti e collaboratori.
E quell’intelligente e innovativa iniziativa di Salvatore Memoli che lanciò la prima versione del Consorzio Farmaceutico Intercomunale (che aggregava i comuni di Salerno, Eboli, Capaccio, Cava, Scafati, Agropoli, Ascea, Baronissi, Sant’Egidio del Monte Albino) rischia seriamente di soccombere sotto il peso di oltre 20milioni di euro di debiti.