da Giuseppe Amorelli
Il 06 dicembre 1969 veniva inaugurato il Nuovo Palazzo di Giustizia a Vallo della Lucania in Piazza dei Martiri.
Oggi a 52 anni da quella, che definirei memorabile giornata, tantissimi i problemi scottanti ancora insoluti.
Ritengo doveroso ricordare qualche passo di alcuni “eccellenti interventi “, che caratterizzarono quell’evento. Io aborro le commemorazioni, ma “gli insegnamenti” ricevuti non vanno relegati nell’oblio, “grandi memorie del passato” rappresentano ancora oggi più che mai un “valore” indiscutibile,la identità, il faro, la guida, del nostro divenire come uomini, cittadini e figli di questa terra cilentana.
Da un passo dell’intervento dell’On.le Dr. Mario Valiante molto significativo ed oggi ancora attuale, un monito ai nostri politici, affinchè il Tribunale di Vallo della Lucania, quale presidio giudiziario, sia soprattutto presidio di Giustizia. Il Popolo che vive nelle piu disparate contrade del Cilento ha il sacrosanto diritto ad aver garantita una “effettiva” giustizia.
“La costruzione della nuova sede del Tribunale di Vallo della Lucania, compie una lunga aspirazione, dei giudici, dei quali ricordo i sacrifici vissuti per altro modestamente anche da me nella vecchia sede, negli anni difficili dell’immediato dopo guerra, quando il Tribunale fu ricostruito, degli avvocati, i quali desiderano legittimamente avere una sede degna, dove potere meglio esplicare le proprie altissime funzioni, dei cittadini i quali vogliono vedere nella giustizie anche quel tanto di solennità che merita una funzione tanto alta. Certo le sedi giudiziarie non significano la soluzione del problema.”
“Io riaffermo qui l’opinione, responsabilmente sostenuta anche nella mia qualità di parlamentare , che la giustizia deve essere assicurata nella forma piu conveniente con le minori spese possibili, ma soprattutto con il minor disagio possibile per i cittadini. La Giustizia è un servizio che il Governo ha l’onere e la responsabilità di assicurare; come si spendono per servizi importanti somme rilevanti, cosi possono essere spese per la Giustizia.
“La Giustizia non è soltanto un servizio ai cittadini è anche un mezzo per lo sviluppo ulteriore del Paese.”
Non da meno l’impareggiabile “Intervento” rivolto ai politici dell’Insigne Maestro, On.le, Prof. Avv. Alfredo De Marsico che nell’occasione il Consiglio dell’ordine degli Avvocati di Vallo della Lucania, presieduto dall’Indimenticabile Avv. Giovanni Sofia, gli conferì la Presidenza Onoraria dell’Ordine Forense Vallese con la consegna di una chiave d’oro del nuovo Palazzo di Giustizia.
“Il primo dovere di tutti i regimi, di tutti gli ordinamenti giuridici è che la giustizia sia vicina a coloro che ne hanno bisogno. Occorre impedire che la giustizia sia una meta ed una garanzia raggiungibile soltanto quando abbondino le forze fisiche o i mezzi finanziari di coloro che tendono la mano per chiedere i suoi provvedimenti. Ma io guardo alla conservazione e alla tutela dei tribunali anche di modesta circoscrizione territoriale, come ad una componente tra le piu sicura ed efficaci della creazione o della conservazione di una struttura civile della collettività.”
Ai Giovani Avvocati, all’AIGA di Vallo della Lucania, alla quale mi sento legato da un rapporto di stima, rispetto e affetto, l’invito a ascoltare e seguire il pensiero, l’insegnamento che il Maestro volle rivolgere all’Avvocatura Vallese, il giorno dell’inaugurazione del palazzo di Giustizia. Tempi migliori bisogna sperarli, le avversità si superano con impegno e dedizione e Voi, Giovani Colleghi, avete tutte le capacità e possibilità per raggiungere le Vostre legittime aspirazioni di avvocati.
” Nostro dovere, inaugurando questi edifici spendenti, è di augurarci e proporci che i riti non soverchino la fede e che i templi si ingrandiscano , ma la fede non si affievolisca, poiche, confessiamolo, questo è il pericolo che si affaccia all’orizzonte. (Il Maestro aveva già intravisto le fitte nebbie che hanno avvolto il mondo giustizia). Col dono di questa chiave simbolica voi mi esprimete nella misura piu alta la fiducia a cui io potessi aspirare, ed al tempo stesso mi conferite la piu alta responsabilità che io possa essere chiamato ad assumere. Ed io ho qui il dovere di dirvi quali saranno i pensieri cui sarò fedele nella ideale guardiola, che mi costruirò dietro il solenne cancello di questo palazzo, per cercar di adempiere al mio dovere di custode responsabile della purezza della soglia. Dietro all’ingresso della mia guardiola io cercherò di difendere le grandi memorie del passato. Il passato non deve morire quando nella palestra forense cercherò di difendere il vostro passato.Il passato non deve morire quando nella palestra forense ha creato costellazioni splendenti che sono fonti inesauribili di luce morale e di dottrina. E poi dalla mia guardiola io sarò assai severo nel procurare, che al soglia del tempio non sia calcata se non da coloro che vi entreranno corazzati da quella purezza etica che è requisito indispensabile per adempiere ad una funzione che è missione e presidiati da quell’amore per il sapere che aiuta a salvare la giustizia dal pericolo di essere una ricerca nel buio. Ma non potrà soltanto questo essere e non sarà il compito mio, perchè custode dell’edificio deve evitare che l’eresia ne valichi l’accesso senza almeno che un tentativo di difesa le sia opposto. E qui ci avviciniamo a temi brucianti, che chiameremo speranza, perchè qualunque siano le tempeste che scuotono oggi la vita italiana e non soltanto italiana, noi abbiamo il dovere di ricordare che la vita non si arresta ed è fatale che la vita non si cristallizzi nel male, sia esso l’errore la rivolta. Il sacro valore della vita si afferma precisamente in ciò: essere marcia continua verso l’ideale, anche quando si debbano scrivere delle pagine che sarebbe tanto desiderabile non fossero riempite. D’altra parte le nostre aspettative non possono non agganciarsi ai ricordi ed agli insegnamenti del passato, e questi si trasformeranno in quelle, in modo da assicurarne una continuità sana e feconda”
Il Maestro conclude il Suo intervento sulla figura e sulla funzione dell’Avvocato. Da sempre mi sono ispirato a questo fondamentale insegnamento cercando di seguirne i precisi dettati.
“Lo studio dell’Avvocato è da una parte un posto di difesa della pace sociale, dall’altra una fucina di cultura. Chi crede l’avvocato umanista, di un tempo superato, è miope, perchè questa invece una realtà permanente. Perchè ? Perche il segreto dell’umanesimo fu nel’associare le varie vene del sapere e legare il vario sapere alla moralità ed alla civiltà,e in un tempo , come il nostro che è , sotto tanti aspetti di disgregazione, la funzione dell’avvocato è un principio di riassociazione nella funzione combinata dell’avvocato e del magistrato, è un processo di riorganizzazione della società nell’ordine , nell’equilibrio, nella legge.”