TANGENTOPOLI (48): la storia dei CTU e … il guanto di sfida lanciato da Cuomo

 

Aldo Bianchini

Arch. Alberto Cuomo

SALERNO – Quella dei CTU (Consulenti Tecnici dell’Ufficio del Pubblico Ministero) è una storia sulla quale ho spesso posto la mia attenzione anche per richiamare tutti su un ruolo molto importante e decisivo per il corretto esercizio delle indagini preliminari da parte dei magistrati all’uopo delegati dalle rispettive Procure di appartenenza.

Il rapporto tra CTU e PM è comunque un rapporto molto difficile, sarebbe sciocco negarlo, ed è essenzialmente un rapporto che si basa sulla reciproca fiducia, all’interno del quale le dinamiche operative sono sempre molto particolari; da un lato il PM che tendenzialmente cerca di scegliere il CTU che gli consenta di raggiungere i suoi obiettivi investigativi; dall’altro il CTU che cerca, nel migliore dei casi, di ingraziarsi il Pm anche per “surrettiziamente” mettere a segno i propri di obiettivi.

C’è una terza possibilità, costituita dal fatto che molto spesso i PM si avvalgono sempre degli stessi CTU che fatalmente finiscono per appiattirsi sulle posizioni del PM di riferimento e tante volte diventano succubi del PM pur di continuare indefessamente a lavorare con lauti compensi, in mancanza di affermazioni professionali autonome e indipendenti.

Quest’ultima è la categoria più pericolosa e molto diffusa tra i CTU, almeno così è stato all’epoca di tangentopoli, epoca in cui il PM Michelangelo Russo si avvaleva, per le sue devastanti indagini, quasi esclusivamente di due CTU in particolare; CTU che portò con se anche a Lagonegro quando assunse la carica di Procuratore della Repubblica dove furono collezionati altri disastri investigativi oltre quelli già, numericamente alti, consumati a Salerno.

Ex procuratore Michelangelo Russo

Ho letto attentamente l’articolo scritto dall’arch. prof. Alberto Cuomo (pubblicato su lecronache.it del 15 nov. 2022) che ha ricordato a tutti che l’architetto funzionario della Regione Campania, indagato per la vicenda dei rifiuti tossici sbarcati in Tunisia, era uno di quei due CTU che operavano in sinergia con il PM Michelangelo Russo per l’affermazione, in chiave tecnica ma utile per gli arresti, che tutti i progetti delle opere pubbliche di quell’epoca (Fondovalle Calore, ex Seminario, Trincerone, alloggi di Sant’Eustachio e Matierno, Teatro Verdi, Aste Torrentizie e varie) non erano esecutivi ma semplicemente di massima. Vera distorsione della realtà sancita dalle tante sentenze di assoluzione.

Su una sola cosa non mi trovo d’accordo con l’arch. Cuomo; una cosa che riguarda il modo di rivedere e rileggere il ruolo di quei CTU. Per Cuomo l’architetto oggi indagato sarebbe stato un grande accusatore; per me è stato, insieme al collega, un vittima consenziente di quel sistema investigativo perverso che costringeva a riferire ed a sottoscrivere posizioni tecniche e giudiziarie inaccettabili per una persona semplicemente normale e libera.

Solo per la cronaca di quel tempo, ma questo Alberto Cuomo probabilmente non lo sa, voglio ricordare che in una memorabile udienza del “processo Fondovalle Calore” il mitico e compianto prof. ing. Renato Lamberti (Titolare della cattedra di “Progetto di strade ” indirizzo Civile/Trasporti e di quella di “Valutazione economica e ambientale delle infrastrutture viarie” -indirizzo Ambiente e Territorio- nella Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”), nella qualità di consulente di parte degli ingg. Galdi e Amatucci, definì i due CTU del PM alla stregua di semplici apprendisti geometri.

All’epoca fui l’unico giornalista a pubblicare quello stralcio della relazione scritta di Lamberti e, ovviamente, mi beccai una querela da parte dei due CTU; querela che, grazie alla difesa assicuratami gratis dalla prof.ssa on. Marzia Ferraioli ed all’attenta lettura degli atti da parte del GIP Marcello Rescigno (quello che demolì il castello accusatorio fatto di menzogne sul trincerone), finì con una rapida archiviazione.

Su tutto non poteva mancare l’ennesima reazione di carattere personale dell’ex pm Michelangelo Russo che, più di Cuomo, ha nuovamente evidenziato nel suo scritto una sorta di rabbia rispetto i tempi che furono; ma il presente si scrive con le sentenze del passato che danno, purtroppo per lui, sempre torto all’ex pubblico ministero d’assalto. Intanto l’architetto ha lanciato il guanto di sfida “Voglio un incontro dibattito pubblico con Russo”. Mi propongo come arbitro, non ho titoli scientifici specifici, ma sono l’unico giornalista ad essere stato querelato di CTU di Russo, e questo dovrebbe essere sufficiente.

E poi c’è anche la storia inquietante e ridicola del “tombino” che riguarda i due predetti CTU; ma questo lo racconterò in un altro momento; semmai proprio in quell’incontro dibattito se mai ci sarà.

 

 

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