FANS E RISCHIO TROMBOEMBOLICO

da Dr. Alberto Di Muria
Padula-I farmaci antinfiammatori non steroidei, i FANS, rappresentano una delle classi di farmaci più utilizzate per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione. Essi comprendono farmaci come l’ibuprofene, l’acido acetilsalicilico, il ketoprofene, ma anche nuovi farmaci come i COX2 inibitori.
Milioni di persone li assumono a causa di problemi muscolo-scheletrici, distorsioni, stiramenti, mal di testa, mal di schiena e dolori mestruali, o a causa di condizioni infiammatorie croniche come l’artrite.
I ricercatori del Bassett Medical Center di New York hanno effettuato una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali disponibili che avevano valutato il rischio di eventi trombo-embolici venosi in soggetti che assumevano FANS per qualsiasi motivo, confrontandoli con soggetti che non assumevano questa classe di farmaci.
I risultati della meta-analisi, pubblicata di recente su Rheumatology, hanno evidenziato che i FANS, soprattutto i nuovi COX2 inibitori, aumentano il rischio di sviluppare trombosi venosa profonda e tromboembolia polmonare di circa due volte. Ancora non è completamento chiaro il perché questi farmaci aumentano il rischio di tromboembolismo venoso. Il meccanismo potrebbe essere legato all’inibizione della COX2 che porta a uno sbilancio del rapporto prostaciclina/trombossano. Infatti era già noto che i nuovi inibitori della COX2 potessero avere effetti negativi sulle trombosi arteriose. Nel 2004 il rofecoxib fu tolto dal mercato perché aumentava il rischio di infarto del miocardio e di morte improvvisa.
Una delle limitazioni dello studio è che tutti gli altri FANS sono stati valutati come un unico gruppo, ma non tutti i singoli FANS possono aumentare il rischio di TEV. Questo riguarda particolarmente l’aspirina, l’acido acetilsalicilico, un inibitore specifico e irreversibile della COX1 che si è dimostrata, in altri studi, addirittura efficace nella prevenzione delle trombosi venose profonde. In particolare, uno studio australiano appena pubblicato sul New England Journal of Medicine ha confermato che basse dosi di aspirina sono un trattamento semplice e molto poco costoso sia per la prevenzione primaria del tromboembolismo venoso, sia nelle ricadute dopo il primo evento trombotico.
I clinici dovrebbero essere consapevoli di questo potenziale effetto negativo dei FANS e informarne i loro pazienti soprattutto per limitare l’uso improprio e l’abuso che spesso viene fatto di questi farmaci. In particolare i nuovi ini

 

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