Una deontologia nuova per il ruolo del medico di oggi e di domani ,non solo curare le malattie ma essere sempre più il medico della persona.

 

da Pietro Cusati (giurista-gornalista)

dr. Pietro Cusati

Un Codice di Deontologia Medica profondamente rinnovato rispetto a quello del 2014 ,sia nella forma che nella sostanza .Parte   da quei principi etici che medici e odontoiatri si tramandano da millenni, sia in grado di affrontare le sfide del  futuro.

Il 24 e 25 novembre 2022  a Roma, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, la FNOMCeO, terrà il Convegno: “Una nuova Deontologia per il nuovo ruolo del medico”. La salute globale,

l’intelligenza artificiale, la formazione, il ruolo sociale del medico: questi gli argomenti che saranno trattati e che costituiranno altrettante direttrici per il lavoro di rivisitazione. Ad affrontarli, gli esperti del Board multidisciplinare appositamente costituito e composto da medici, giuristi, docenti universitari, giornalisti, filosofi della medicina, esponenti della società civile. Presidenti del Convegno saranno il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo e il Coordinatore della Consulta Deontologica Nazionale FNOMCeO, Pierantonio Muzzetto. Responsabile scientifica, Elisabetta Pulice, Ricercatrice presso il Laboratorio dei Diritti Fondamentali del Collegio Carlo Alberto di Torino e collaboratrice alla didattica e alla ricerca presso l’Università di Trento. “Il Codice è il punto di unità delle nostre due professioni – ha spiegato il Presidente Anelli e insieme dobbiamo cambiarlo, renderlo in grado di rispondere alle nuove sfide che investono la società e la professione medica . Telemedicina, nuove tecnologie, ambiente, sono queste le nuove frontiere che incidono sulla relazione di cura. La sfida delle macchine, dell’intelligenza artificiale ci interroga sul nostro ruolo e sui rapporti con il paziente. La difesa dell’ambiente, di un pianeta le cui sfaccettature incidono sulla nostra salute, deve vederci protagonisti. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale e le sue molteplici applicazioni alla medicina, il nostro è un sì deciso, ma anche condizionato, le nuove tecnologie devono essere un ausilio del medico, non un suo surrogato. Non vogliamo che questo strumento diventi un’alternativa al medico come è successo in Inghilterra, dove ai cittadini è stato chiesto di scegliere tra un medico e un computer. Noi pensiamo che gli algoritmi, la capacità che il computer avrà di elaborare una serie di dati, possano essere uno strumento fondamentale per il medico, per essere sempre più preciso nella diagnosi e più efficace nella terapia. Non vogliamo una sostituzione del medico, crediamo che il sistema debba aiutare invece il medico a fare ancora meglio la sua attività”.Tra gli altri argomenti al centro della discussione, la formazione del medico, sulla quale buona parte del board ritiene essenziale che il Codice intervenga ancora di più, in modo tale che siano dati ai futuri medici e odontoiatri gli strumenti per gestire al meglio il rapporto con i cittadini, e la comunicazione, che, come dice la legge, è parte della cura, è essa stessa cura. “I medici di domani devono imparare a dedicare tempo al paziente, ad ascoltarlo, a rivalutare la singolarità dell’individuo, utilizzando la complessità degli strumenti a disposizione per giungere ad una presa in carico della persona nella sua interezzaperché il medico debba non solo curare le malattie attraverso la diagnosi e la terapia ma essere sempre più il medico della persona”.Il Codice di Deontologia Medica contiene principi e regole che il medico-chirurgo e l’odontoiatra, iscritti agli albi professionali dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri  devono osservare nell’esercizio della professione. Il comportamento del medico, anche al di fuori dell’esercizio della professione, deve essere consono al decoro e alla dignità della stessa. Il medico è tenuto alla conoscenza delle norme del Codice, la cui ignoranza non lo esime dalla responsabilità disciplinare. Il nuovo codice di deontologia medica  si limita a stabilire, con chiarezza, quali siano i suoi contenuti e i suoi ambiti di applicazione, senza preoccuparsi di elaborare una definizione della deontologia medica. Le norme deontologiche non riguardano soltanto la vita professionale del medico, ma incidono su tutta la sfera comportamentale del professionista.La deontologia medica rappresenta, tradizionalmente, l’insieme delle norme riguardanti i doveri del medico nei suoi rapporti con le autorità , con i cittadini e con i colleghi. Caratteristica primaria di questo insieme di principi e regole è la loro “extragiuridicità”: si tratta di norme di condotta che nascono spontaneamente in seno al gruppo professionale e che sono volontariamente osservate come se fossero norme giuridiche dai componenti del gruppo professionale stesso.

In campo medico il comportamento deontologico si esprime nel rispetto della dignità professionale. Questo si sostanzia nel presupposto che la scelta della medicina come professione sia o almeno tenda ad essere vocazionale e che fondamenti ne siano l’indipendenza intellettuale e la libertà scientifica. Questi valori sono comuni a tutte le professioni, ma trovano la loro più alta espressione nella medicina cui prioritariamente è affidata la tutela dello stato di salute dell’uomo e il suo benessere psichico e fisico. I valori basilari del rispetto della vita e della dignità della persona devono essere sempre di guida al medico, la cui opera ha per fine l’interesse del paziente, da perseguire nella rigorosa adesione ai canoni della deontologia ippocratica, cioè ai principi della beneficialità e della non maleficità. E’ ancora attuale, quindi, l’antichissimo binomio della scienza e coscienza. L’atto medico ha, da un punto di vista deontologico, una duplice giustificazione. Da un lato la scienza del medico, cioè il suo sapere offerto al paziente e corretto dalla coscienza, intesa quale uso consapevole di questo sapere nell’interesse esclusivo del malato, dall’altro la volontà, liberamente espressa e non delegabile, dell’individuo che al medico si affida.

 

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