da Antonio Cortese (docente)
Cugini o cuginastri, hanno secoli di esperienza più di noi italiani. Un pizzico di buon senso dovrebbe assegnare ad ognuno i propri compiti in un’Europa più matura. La Francia ha insegnato l’integrazione agli Stati Uniti d’America ed ha regalato loro anche la Statua della Libertà, ma gli americani ancora oggi si stanno”appiccicando” tra indiani e cowboys, cantanti di blues e pelli gialle. Noi italiani, che somigliamo molto a quest’ultimi per whisky soda e rock’n roll, non abbiamo invece tutta questa indipendenza specie in economia; ma appunto dai francesi ricorriamo alla borsetta di mammà . (vedere e rivedere i rapporti Italia –banche francesi). Constatato questo doppio fattore, dopo i complimenti di Macron a Conte e di Le Pen a Meloni bisogna darsi da fare senza perdere la bussola: se l’Italia é la più responsabile nel Mediterraneo per raggio d’azione non è detto che debba sobbarcarsi tutti i pesci che vengano a galla. Non solo, ma anche chiedere aiuto degnamente ad un altro stato membro giammai per alcun conflitto ma per questioni umanitarie con legittima e civile diplomazia di bandiera, vuol dire valorizzare entrambe le parti e dare il via al dialogo con altrettante. Una persona matura anche di bassissima cultura, ha mai visto in tivù o ha mai avuto notizia di scontri, proteste, dissidi, disordini di classe, religione, razza o altre appartenenze in Francia, tra francesi di ogni colore come invece altrove? L’integrazione tra uomini e diversità nasce e si stabilisce nelle età moderne lì, al costo di mangiare patate e cipolla a casa del relativismo etnico di Rousseau. La baguette, ovvero il filoncino di pane che ognuno possa permettersi di comperare e infilare sotto l’ascella, non deve essere tradotta metaforicamente come “paghetta” facendone la rima maccheronicamente in tutt’altro senso, ma intesa quale cibo simbolico che come nella pratica religiosa che ci accomuna possa essere condiviso sulla stessa tavola.
Egr. Professore,
Invero alche la Francia ha sperimentato qualche “scontro, protesta, dissidio, disordine di classe, religione, razza”.
Ricordo solo quando dalla banlieu di Parigi arrivavano in città in tanti per proteste di natura etnica o religiosa o di altra natura. Anche il servizio d’ordine parigino aveva il suo daffare!