TV: non è quella che vorrei

 

da Antonio Cortese (docente)

 

L’ utenza televisiva italiana dovrebbe denunciare il mancato rispetto dell’ottavo comandamento, poiché per la maggior parte almeno di fede cristiana. Da anni le emittenti statali trasmettono programmi specie sulla salute e spesso nella politica dibattuta del tutto fuorvianti. Ultimo esempio Medicina 33 che ieri primo novembre ha dedicato una puntata ai centri del sonno in Italia per sopperire agli aumenti di ansia e insonnia. La scuola medica salernitana invece, tra i primi ancora vivi consigli, ricette e proverbi recita così:

 

“ “Post prandium stabis o lento pede deambulabis”.

 

Di tutt’altro avviso i moderni esperti che davvero sembrano più i pazienti del caso che i dottori a riguardo appena seduti negli studi televisivi. Ma é uno dei tanti semplici e recenti esempi del virus della disinformazione incontrollata nella tivù di Stato. A spese del contribuente l’istituto di comunicazione primo in Italia diviene via via soggetto a sudditanza psicologica degli spot che non dovrebbe nemmeno trasmettere e di una generale logica di mercato che sforna prodotti parafarmaceutici accozzati dal druido di turno alla moda. Il comitato di controllo non dovrebbe preoccuparsi della parolaccia o la pacca di Remigi sul deretano della cantante al botulino ma piuttosto di vagliare e controllare tramite qualche vecchio o giovane acculturato, materia per materia, fascia oraria per fascia oraria, la corrispondenza veridica delle svariate produzioni. O quanto meno fornire ai direttori di rete applicazioni moderne per algoritmi che consiglino in fieri il rapporto tra verità e grado di gradimento del target, dell’audience e comunque nel rispetto dell’istituto stesso. Con la salute non si scherza e non ci si può adeguare alla moda di un ansiolitico alla fragola per trasformarlo in verità generale per tutti. Ognuno ha le sue patologie e fare tali violenze prima sulla psiche dei telespettatori per poi farle divenire psicosi generali é un crimine, soggetto a diritto penale. Se dopo pranzo il medico di Fantozzi consiglia massimo un quarto d’ora di pisolino dopo pranzo, sono benedettissimi problemi suoi, della propria dieta personale ma non potrà mai dettare regole o superare con soluzioni migliori la millenaria Regola Salernitana.

 

 

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