Aldo Bianchini
SALERNO – Domenica mattina (23.10.22), sfogliando il Corriere del Mezzogiorno, ho rischiato un colpo leggendo un titolo in prima pagina “Economia, è Salerno la nuova locomotiva. E su Napoli (nel 2023) lo spettro della recessione”.
Dal contesto dell’articolo, firmato da Patrizio Mannu, redatto sulla scorta di dati pubblicati dalla mitica CGIA di Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) si evince che Salerno nel 2022 è stata, dopo Milano, la seconda città d’Italia con una netta crescita del PIL posizionandosi al secondo posto in Italia: Ed ancora che per il 2023 è prevista un’ulteriore crescita mentre Napoli rischierà di sprofondare nello spettro della recessione.
Capisco che ogni cosa che dice la CGIA di Mestre diventa subito legge in questo Paese, ma questo secondo me è troppo. Perché continuando a leggere l’articolo mi sono sentito sempre di più come una persona incapace di capire la consistenza economica di una città in cui comunque vive da oltre settant’anni e nella quale non riesce a scorgere i segnali di positività che una nota, ma pur sempre semplice, organizzazione sindacale del nord riesce a cogliere prima degli altri ed a sancire che Salerno, i n fatto di prodotto interno lordo, è al secondo posto in Italia.
Quasi costretto dalla notizia effettuo delle ricerche e scopro che il PIL è: “In economia, prodotto interno lordo (abbreviato PIL), è una grandezza macroeconomica che misura il valore aggregato, a prezzi di mercato, di tutti i beni e i servizi finali (cioè esclusi i prodotti intermedi) prodotti sul territorio di un Paese in un dato periodo temporale che nella maggior parte dei casi è contenuto in un anno solare. Esprime e simboleggia il benessere di una collettività nazionale relativamente al suo livello di sviluppo o progresso”.
Non ci capisco più niente e mi rendo conto, se i dati rispondono al vero, di non aver mai saputo dare la giusta valutazione a tutti i riferimenti e i parametri che compongono il PIL; pazienza me ne farò una ragione e cercherò di essere più diligente.
Comunque mi pongo alcuni interrogativi; è vero che il CorMez spara la notizia desunta dalla CGIA di Mestre, ma è anche vero che sulla stessa pagina c’è anche un articolo a firma di Antonio Polito che recita: “La lotteria della morte nella sanità di De Luca”. E se è vero come è vero che la sanità pubblica è uno degli elementi di raffronto per la determinazione del PIL, mi chiedo come è mai possibile raggiungere il secondo posto in Italia con un fardello così pesante sulle spalle, fardello che l’impenitente e intransigente ideologo Antonio Polito non esita a definire “la lotteria della morte”.
Come sono strani, per non dire inquietanti, i diversi punti di vista degli addetti ai lavori che, a cominciare da Mestre dovrebbero raccontare soltanto la verità. Delle due l’una, quindi, se Mestre dice la verità Polito mente, o viceversa. Da qui non si scappa.
E allora cosa vuole l’opposizione dentro e fuori il Comune di Salerno ? Se la CGIA dice il vero saranno costretti tutti, a cominciare dallo specialista dei bilanci dr. Alfonso Malangone, a rivedere i propri giudizi verso un’amministrazione che, invece, a conti fatti risulterebbe assai virtuosa se in questo ultimo anno Salerno è seconda soltanto a Milano.