Nella trasmissione pomeridiana TV TALK di sabato scorso, un cast giornalistico di tutto rispetto di RAI E MEDIASET messi insieme ha attaccato duramente Lucia Annunziata. Perché? Perché, durante il funerale di Lucio Dalla, la nota conduttrice aveva spiattellato in diretta l’omosessualità del grande cantante-poeta italiano. Apriti cielo. Da Giuliano Ferrara a Maurizio Costanzo, a tanti altri del medesimo calibro mediatico, hanno bacchettato pesantemente la sparata di dubbio gusto,a loro dire, quanto inopportuna, della ex-Presidente della RAI. Se le cose stessero così, gli indubbi titani della televisione italiana coinvolti nella disputa avrebbero (avuto) certamente ragione. Violare la privacy di un personaggio così famoso nel momento più solenne della propria esistenza non più umana, il funerale per intenderci, urlando una condizione personale tenuta sempre nascosta dall’interessato, per quanto pulcellianemente, e non per colpa sua, è apparsa certamente cosa non gradevole. Apparsa, però, per il semplice fatto che la nota giornalista del TG3 non ha inteso propagandare l’omosessualità del grande artista scomparso. Certo, il momento della ‘denuncia’, i toni elevati, le rivelazioni in diretta di un ex-finanziere e di una vigile urbana rispettivamente gay e lesbica lì a testimoniare le ripercussioni della propria condizione nel mondo del lavoro hanno agito come benzina sul fuoco. Accendendo un dibattito che ha messo al chiodo la Annunziata. La nostra sensazione, invece, è stata che l’intero parterre di personaggi così qualificati non ha capito nulla, o quasi, della polemica intentata dalla giornalista. In poche parole, cosa aveva detto Lucia Annunziata. Una cosa semplicissima e, ahimé, vera. La Chiesa, contravvenendo alle proprie regole formalmente severissime,consente, talvolta, di celebrare i funerali nel tempio anche nei confronti di chi è notoriamente omosessuale. Implicitamente, ci è parso almeno, la giornalista, più che entrare nel merito specifico del caso- Dalla, ha inteso stigmatizzare, in maniera neppure tanto subliminale, il fatto che, notorio o non notorio, quando si tratta di personaggi famosi, le regole vengono messe da parte. Anzi, ipocrisia su ipocrisia, nella fattispecie del caso-Dalla, la Chiesa non ha neppure eccepito che il giovane ‘fidanzato’ dell’artista esprimesse dall’altare, pubblicamente quindi, tutto il proprio dolore, la propria angoscia, la propria sofferenza. Ci rendiamo conto di apparire sgradevoli, inopportuni, crudeli. Se così fosse, chiediamo scusa a chi dovesse avvertire disagio per queste riflessioni, non capendole fino in fondo. Ci corre, perciò, l’obbligo di precisare che nessuna polemica, nessuna critica, a maggior ragione nessuna presa di posizione contro gli omosessuali è sottesta al ragionamento in corso. Qui, e credo per la stessa Annunziata, l’omosessualità non c’entra nulla. La ‘brutale’ Lucia-RAI, per quello che abbiamo capito almeno, non ce l’aveva affatto né con Dalla, né con la sua omosessualità, né con il compagno che, in diretta, ne piangeva giustamente la perdita. La Annunziata aveva solo inteso, e le diamo ragione, criticare la Chiesa cattolica la quale, fingendo di non sapere, aveva violato le proprie regole, un proprio dogma severissimo. Un atto ipocrita, quindi, da condannare, denunciandolo, pur rendendosi conto – la Annunziata – della apparente inopportunità del momento e del rischio conseguente, come, poi puntualmente verificatosi. La giornalista, in breve, ha lasciato prevalere il proprio istinto di verità, pur sapendo di rischiare grosso, di finire tra le fauci del grande circo mediatico nazionale. Quanti sono i personaggi di potere che hanno notoriamente condotto una vita a fianco di compagni e compagne del medesimo sesso, le cui spoglie sono state ossequiate nel tempio nel momento del passaggio terreno? Diversi. Quanti, invece, quelli modesti e semplici, esclusi da parroci inflessibili, in omaggio alle regole di Santa Madre Chiesa? Tutti, o quasi. Due pesi e due misure, quindi, giocati sulla pelle dei più deboli perché meno noti e potenti. Questo ha denunciato la sanguigna giornalista salernitana, per questo è stata travisata e, praticamente, non capita. Per quanto ci riguarda, la Chiesa farebbe bene a rivedere alcuni dogmi, concedendo a tutti, omosessuali inclusi, noti o non noti, la dignità dell’accoglienza nel tempio di Dio nel momento più sacro della vita che fu.