da Pietro Cusati
Politici e tecnici,in campagna elettorale, si sono esibiti a Cernobbio nel corso della 48a edizione del Forum Ambrosetti . Dove non c’è giustizia c’è solo una banda di ladroni, direbbe Sant’Agostino: il forte, prepotente, il mafioso che prevarica sui cittadini onesti. Sullo Stato di diritto nell’Unione Europea , la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, durante il suo intervento , ha ricordato i tre criteri evocati dal Commissario europeo Didier Reynders: “Indipendenza, qualità ed efficienza del sistema giudiziario”. Temi trattati con competenza e serietà dalla Ministra Prof.ssa Marta Cartabia e dal Commissario Europeo che vanta,come è notorio, un profilo di alto rilievo professionale. Infatti la giurista cattolica, è stata la prima donna alla guida della Corte Costituzionale, a solo 48 anni, nel 2019,la Guardasigilli del governo Draghi,nonostante il governo dimissionario, continua ad essere protagonista a Cernobbio sulla difficile riforma della giustizia in una lunga mediazione con le forze di maggioranza per poter incassare la riforma del processo penale , civile e tributario,per beneficiare dell’opportunità offerta dal Piano di ripresa e resilienza .Originaria della provincia di Milano, appartiene alla schiera dei tecnici dell’esecutivo, allieva di Valerio Onida e docente ordinaria di Diritto costituzionale. Alla Consulta è stata relatrice di importanti sentenze su questioni delicate e divisive, prima di tutte quella sui vaccini, con la quale la Corte Costituzionale ha stabilito che l’obbligo non è irragionevole. Cartabia ha guidato il ministero di Via Arenula con l’obiettivo di accelerare la modernizzazione del sistema giudiziario del Paese, da molti considerato uno degli ostacoli principali negli investimenti. A Cernobbio la Guardasigilli, nel ricordo dei “tantissimi che servono la giustizia”, ha rivolto un pensiero al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ricorrendo il 40° anniversario dall’attentato in cui perse la vita assieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta, Domenico Russo. L’Unione europea è un partner decisivo per l’opera di riforma del sistema giustizia in Italia.‘’Siamo alla terza edizione del rapporto della Commissione europea sulla rule of law, che permette a ciascuno degli stati membri di guardarsi allo specchio per valutare lo stato di salute del proprio sistema rispetto a quattro capisaldi: il sistema giudiziario, il sistema di contrasto alla corruzione, il sistema dell’informazione e il sistema dei checks and balances, degli organi di garanzia ‘’ ,ha sottolineato la Ministra Cartabia .
‘’Uno strumento utilissimo, che in sinergia con altri meccanismi europei – dal sistema di condizionalità, al PNRR, al Justice Scoreboard – contribuiscono alla solidità, alla manutenzione, al rinnovamento delle «infrastrutture istituzionali» di ciascuno Stato membro dell’Unione (e dell’Unione stessa, perché anch’essa non va esente dalla necessità di sottoporsi a un continuo monitoraggio e autovalutazione), e in particolare dell’«infrastruttura giustizia», essenziale ad ogni democrazia liberale. L’ appuntamento di Ambrosetti a Cernobbio ha da sempre attirato l’attenzione sul nesso tra un efficace sistema giustizia e il benessere complessivo della vita sociale. In particolare, nella 46esima edizione del suo rapporto 2020 la correlazione su certezza e tempi della giustizia e ambiente favorevole agli operatori economici.Il buon funzionamento della giustizia è una precondizione per il buon governo. La buona giustizia è una condizione per il buon funzionamento dell’intero sistema democratico. «Partite dalla giustizia, tutto ciò che c’è di bene scaturisce da lì. Ecco il primo messaggio che ricevono i reggitori, cioè l’esecutivo, i governanti» commenta nel suo splendido libro Gabriella Piccinni, Operazione buon governo, p. 76. A sua volta la giustizia è dominata dalla sapienza (saggezza) verso cui volge lo sguardo. Dove viene meno la giustizia si apre lo spazio incontrollato dell’uso della forza, l’un contro l’altro. Una buona amministrazione della giustizia è prerequisito per il mantenimento di un ambiente fecondo per la vita dei cittadini, per la prosperità sociale, per il buon andamento dell’economia a vantaggio di tutti. Contribuire alla giustizia, da parte delle forze dell’ordine, dei giudici, degli avvocati, di tutti gli operatori è contribuire alla pace e al benessere di tutti. Lo scorso anno abbiamo sottolineato ripetutamente che il rispetto degli impegni assunti in sede di PNRR nel settore giustizia – davvero molto impegnativi – erano una condizione per l’erogazione delle varie tranches dei finanziamenti. Questa “pressione”, questa “spinta gentile” – questo nudging – da parte delle istituzioni europee è stata importante per conseguire i molti risultati raggiunti, in un tempo davvero breve e superando le difficoltà e le differenze di vedute che inevitabilmente attraversavano una maggioranza così ampia, come quella che sosteneva il governo Draghi. Di questo dobbiamo essere grati alle istituzioni europee. L’amministrazione della giustizia è sempre un cantiere aperto, da perfezionare in base alle sfide sempre nuove del nostro presente. Un cantiere aperto che ha una direzione, sintetizzabile nel “trittico” che sempre il Commissario Reynders ribadisce: indipendenza, qualità e efficienza.Per il buon funzionamento della giustizia, naturalmente, occorre un numero adeguato di magistrati. Come ho sottolineato fin dalle mie prime riflessioni da Ministra, uno dei problemi del nostro Paese sta nel numero dei magistrati italiani inferiore ad altri Paesi europei in rapporto alla popolazione, per altro sempre più litigiosa come emerge dai dati statistici.