da Dr. Alberto Di Muria
Padula-I Gastroenterologi italiani dell’AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri Italiani, hanno deciso di sfatare alcuni miti e credenze popolari sul cibo ancora piuttosto diffuse.
A tal proposito hanno stilato un vero e proprio vademecum del cibo per dimostrare come non tutto faccia male in assoluto e come non siano vere nemmeno troppe credenze sui cibi iper salutari.
Ad esempio si dice che il caffè faccia male al fegato quando in realtà l’uso moderato di caffè potrebbe invece aiutare a prevenire proprio malattie del fegato come la steatosi epatica.
Non è vero nemmeno che il Thè verde sia così salutare visto che può provocare insufficienza epatica.
Non è vero nemmeno che il vino minacci il fegato, perché se è vero che l’abuso di alcol è micidiale è anche vero che il vino può aiutare a prevenire il rischio cardiovascolare.
E le erbe? Dove sta scritto che fanno bene a prescindere? Gli estratti di erbe contenuti negli integratori alimentari possono aggravare i sintomi della sindrome del colon irritabile.
Anche mangiare senza glutine non sempre è un toccasana come si dice. Molte persone decidono di eliminare il glutine dal loro regime alimentare senza essere celiaci. Il rischio connesso a questa scelta è di ridurre il consumo di fibre contenute nei carboidrati, benefiche per la salute dell’intestino, e compensare la mancanza di pasta e pane con i grassi saturi.
Quante volte abbiamo sentito dire: “Una mela al giorno leva il medico di torno”? Mele e pere, però, contengono zuccheri fermentabili che hanno effetti nocivi sulle persone che soffrono della sindrome del colon irritabile, come confermato anche da uno studio apparso su Gastroenterology. In questi casi è consigliabile un consumo molto ridotto di questi frutti.
L’unico mito inossidabile rimane la dieta mediterranea grazie al suo apporto equilibrato di carboidrati, verdura, pesce e carne e la ridotta presenza dei grassi. La salute dell’intestino ne beneficia grazie alle fibre presenti nella verdura.
Insomma falsi miti non supportati da evidenze scientifiche, che entrati nell’immaginario collettivo come dogmi o verità indiscutibili, rischiano di compromettere lo stato di salute delle persone.