SALERNO – ACQUA PUBBLICA E UTILI PRIVATI

 

 

da Alfonso Malangone (Ali per la Città)

 

 

SALERNO – La natura pubblica dell’acqua, bene primario – non commerciale – da garantire a tutti a costi sostenibili, fu consacrata dall’esito del referendum del 2011 con il 94% di SI sul 54% dei partecipanti (fonte: MicroMega). Così, mai più la tariffa da pagare, avente “natura di corrispettivo” (art. 154 c. 1 Dlgs. 152/2006 ‘Ambente’), avrebbe dovuto ‘remunerare il capitale’, ma solo assicurare la copertura dei costi generali, di quelli – anche finanziari – degli investimenti e delle opere di tutela ambientale (art. 119 cit.). La volontà popolare impose, quindi, la gestione sociale della risorsa in aggiunta alla riconosciuta attribuzione allo Stato, e alle Regioni, della competenza esclusiva in materia di programmazione e controllo del settore nell’interesse dei consumatori. Così, con l’art. 21 c. 19 della L. 214/2011, per i servizi idrici furono attribuiti all’ARERA, Agenzia di regolazione e controllo nazionale, gli stessi poteri già esercitati per gas e luce, compreso quello di autorizzare le tariffe applicando un metodo ‘uniforme e asimmetrico’ che, pur differenziandole secondo le diversità locali, fosse in grado di favorire una graduale convergenza (fonte: Arera). A livello Regionale, la più recente L. 02/12/2015 n. 15 ha istituito l’’Ente Idrico Campano’ (EIC), responsabile della pianificazione locale, e ha diviso il territorio in cinque aree assegnate ad altrettanti ‘Consigli di Distretto’ con funzioni propositive, di controllo sulle società concessionarie dei Servizi Idrici Integrati (SII), cioè acqua, fognatura e depurazione, nonché di proposta delle tariffe (art. 14 cit.). Nella nostra Provincia, in massima parte inclusa nel ‘Distretto 4 – Sele’, sono operative quattro concessionarie a capitale pubblico e, cioè: l’Ausino, l’Asis, il Consorzio Consac e, per la Città, la Sistemi Salerno-Servizi Idrici SpA, ex Salerno Sistemi SpA, detenuta al 100% dalla Sistemi Salerno Holding Reti e Servizi SpA, a sua volta detenuta al 100% dal Comune. Sulla Holding, che gestisce le partecipazioni indirette dell’Ente, si potrà dire in altra occasione. Per ora, è utile solo precisare che ad essa spettano il potere di indirizzo, il ‘controllo analogo’ gestionale, economico, patrimoniale e finanziario, e la nomina dei vertici aziendali.

La distribuzione dell’acqua da parte di S.S. viene effettuata utilizzando 12 serbatoi di accumulo alimentati, al 45%, dalle due sorgenti in concessione, Cernicchiara (20%) e Prepezzano (25%), mentre il 55% è acquistato da Ausino (16%) e Asis (39%) che operano intorno alla Città, da Vietri a Pellezzano, fino a Pontecagnano (fonte: Relazione Bilancio). Gestisce, poi, la rete fognaria e l’Impianto di Depurazione. A fine 2021, ha dichiarato 179 dipendenti (83 operai, 93 impiegati, 2 quadri, 1 dirigente), di cui 31 amministrativi e 1 dirigente distaccati presso la Holding per l’accentramento del lavoro di ufficio. In verità, i motivi di tale impostazione meriterebbero un chiarimento, visto che i correlati intrecci contabili alimentano qualche dubbio interpretativo. Salvo ogni errore. Si vedrà più in avanti.

I ricavi per vendite 2021 sono stati pari a € 26.780.304 a fronte di costi di produzione per € 21.558.390 (fonte: Bilancio, pag. 4). L’esercizio si è chiuso con un Utile di € 1.232.937, di cui € 308.234,30 portati ad incremento del Patrimonio e i residui € 924.702,92 destinati a ‘remunerare il capitale’ della Holding (fonte: Relazione, pag. 33). Ma: il referendum non lo ha vietato? Non solo. Anche l’Utile dello scorso anno fu assegnato alla proprietà per € 1.550.000 e altri € 1.715.836,16 nel 2019 (fonte: Bilanci). Cioè, in tre anni, S.S. ha destinato alla Holding ‘profitti’ per circa € 4.200.000 (!). Complimenti. E, Auguri per i prevedibili ‘utili a secchiate’ nel 2022, visto che la tariffa è in aumento del 4,3% (fonte: Arera). Eppure, a leggere il Bilancio, non sarebbero assenti significative criticità, salvo errore. Il Primo Margine Patrimoniale è negativo per – € 9.325.845, perché i Mezzi Propri sono inferiori agli Immobilizzi, il Capitale Circolante è negativo per – € 7.553.065, perché i Crediti, al netto di un futuro contributo regionale, già contabilizzato, non coprono i Debiti, e ci sono bollette non incassate per l’importo di € 31.069.761, svalutato per € 14.682.160 (fonte: Bilancio, pag. 17), che impongono debiti v/fornitori, € 11.061.316 (+ 6,7), e banche, € 7.463.708 (+ 2,0), con enormi oneri finanziari, € 675.930 (!), nonché v/Holding, € 6.492.182 (+ 1,0), v/Stato, € 788.433 per tributi, v/INPS, € 338.218 per contributi, v/dipendenti, € 929.941 per arretrati. In queste condizioni, forse sarebbe più prudente destinare i ‘molti’ utili fatti con l’acqua pubblica alle esigenze correnti e alle infrastrutture, piuttosto che ‘inaridire’ la Società. E’ una considerazione, non un’accusa. Del resto, sembra che le condotte facciano ‘acqua da tutte le parti’, per le ricorrenti perdite, le fogne manchino in alcuni rioni e, comunque, si dovrebbero sdoppiare, tra acque bianche e nere, per non sversare il ‘troppo pieno’ a mare, trasformandolo in un’altra fogna, mentre l’Impianto di Depurazione è in attesa di fondi regionali per migliorie volte, auspicabilmente, anche ad eliminare gli sgradevoli odori. La retrocessione degli utili sarebbe ancor più inopportuna se fosse funzionale ai rapporti interni che, per S.S., appaiono più evidenti rispetto alle altre partecipate. La Holding ha fatturato alla Società quasi il 50% dei ricavi per ‘service’, € 1.396.287 su € 2.900.910, mentre il 70% dei costi è stato generato dalla spesa, per fortuna quasi equivalente, per i 31+1 distaccati, € 1.275.202,96, e dagli stipendi dei 39 dipendenti diretti, € 1.701.795. Così, con un Risultato Operativo ‘negativo’ di – € 1.001.781, la Holding ha di fatto ‘annullato’ gli utili 2021 della S.S. (fonte: Bilancio). Di questo, se ne potrà discutere ma, adesso, una domanda è spontanea: ci dite, per favore, i vantaggi per i cittadini offerti da tutta questa ‘attività imprenditoriale’?

Con l’adesione al decreto Aiuti, il Comune è ora obbligato a riesaminare le partecipate (art. 1 c. 572/e L. 234/2021) per escludere quelle destinate alla “produzione di beni e servizi non giustificate dalle finalità istituzionali” (art. 24 Dlgs. 175/2016). E, in verità, non sembra istituzionale fare ‘impresa’ con l’acqua pubblica per produrre utili e incassarli come un qualsiasi ‘prenditore’ privato. La dott.ssa Adinolfi, Assessora al Bilancio, dovrebbe esprimere il proprio pensiero su questo, perché sarebbe davvero saggio decidere di riportare l’Ente al ‘proprio mestiere’, cioè a offrire servizi a fronte di giusti tributi. Oggi, i cittadini sono chiamati a pagare asili-nido, mensa, trasporto scolastico e altre gabelle, in una situazione di crisi esplosiva, per consentire il riequilibrio del Bilancio che, chissà, potrebbe essere stato ‘sbilanciato’ proprio da investimenti inopportuni in attività produttive prive, all’apparenza, di risvolti sociali. Sempreché non fossero presenti altre finalità. Come pure potrebbe essere, facendo salva la buona fede di tutti.

(P.S.: i dati esposti, tratti da siti ufficiali, sono forniti senza responsabilità o garanzia).

Alfonso Malangone - Ali per la Città - 27/08/2022

 

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