da Pietro Cusati
Separare in modo chiaro i fatti dalle opinioni,il Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli, si associa all’appello di autorevoli costituzionalisti per un confronto libero, corretto e una informazione equilibrata.“Apprezziamo e ci associamo, come Ordine Nazionale dei Giornalisti, all’appello lanciato da autorevoli costituzionalisti affinché la campagna elettorale si svolga nel rispetto del pluralismo e della obiettività dell’informazione, dell’uso di un linguaggio che non alimenti mai odio o discriminazione. Una campagna elettorale che sia fondata sul rifiuto di prendere in considerazione congetture infondate o vere e proprie fake news da utilizzare nel dibattito politico. L’appello dei costituzionalisti segue di poco quello analogo del Presidente della Camera dei Deputati e del Presidente dell’Autorità per le comunicazioni e che deve essere raccolto da tutti i professionisti dell’informazione a cui spetta il compito di fornire all’opinione pubblica gli strumenti per farsi un’opinione in vista del voto. L’Ordine Nazionale dei giornalisti ha già sollecitato tutti gli iscritti ad attenersi alle regole della deontologia per quanto riguarda completezza, correttezza e continenza nella narrazione degli eventi, così come a separare in modo chiaro, soprattutto in questa fase, i fatti dalle opinioni. “Liberi di scegliere”,è il titolo del manifesto lanciato da costituzionalisti di diverso orientamento politico per una campagna elettorale all’insegna del pluralismo, della pari dignità, della solidarietà politica e della responsabilità. Un’iniziativa contro la delegittimazione e le campagne denigratorie che purtroppo hanno contraddistinto questa prima fase del confronto elettorale, aperto anche alla adesione di altri accademici e già sottoscritto in poche ore da oltre cento costituzionalisti, giuristi, politologi, sociologi, diplomatici, docenti di diritto e scienza della politica ed altri accademici. Tra i firmatari Antonio Baldassarre, Paola Balducci, Franco Bassanini, Enzo Cheli, Felice Giuffrè, Giovanni Guzzetta, Tommaso Edoardo Frosini, Luciano Violante. “Nei momenti più delicati nella vita di una nazione, scrivono i Costituzionalisti, grava in capo a ciascun componente della comunità il dovere di agire senza mettere in discussione quel minimo comune denominatore, fondato sulla pari dignità sociale dei cittadini, su cui si regge la convivenza politicamente organizzata. La Costituzione italiana evoca questo essenziale principio di condotta già nelle sue prime battute, allorché nell’art. 2 richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, accanto a quelli di solidarietà sociale ed economica.La Carta, inoltre, agli art. 3 e 21, richiama all’osservanza della pari dignità sociale anche nelle manifestazioni del pensiero e delle opinioni e all’art. 49 impone il rispetto del metodo democratico nella competizione tra i partiti”. “Tra i fondamenti dell’ordinamento repubblicano vi è certamente il diritto-dovere dei cittadini di scegliere liberamente i propri rappresentanti in Parlamento e il correlato diritto di tutti i partiti politici e dei loro esponenti di competere democraticamente per l’acquisizione del consenso, aspirando al governo del Paese secondo la propria visione dell’interesse generale”. “La dialettica democratica, i principi di libertà e rispetto, insieme al richiamato dovere inderogabile di solidarietà politica postulano la reciproca legittimazione dei concorrenti, il ripudio di ogni atteggiamento di contrapposizione radicale, teso a mettere in discussione il diritto di ciascuna forza politica ad aspirare alla guida del Paese con il consenso degli elettori, così come, ancor di più, forme di discriminazione o di screditamento, da qualsiasi parte provengano, fondate sulle caratteristiche fisiche o sulle posture di chi è considerato avversario e, talvolta, addirittura “nemico” politico”. “Il dovere di accettare la fisiologia della competizione politica e gli esiti che gli elettori determineranno non grava soltanto sui partiti e sui loro esponenti, ma su tutti i soggetti e le componenti della comunità, che, in ogni democrazia pluralista, contribuiscono ad alimentare il dibattito e ad orientare l’opinione pubblica (stampa, accademia, istituzioni economiche e sociali, etc.). A maggior ragione nei momenti di grande instabilità economica, sociale e geopolitica come quello che stiamo attraversando – con la necessità di mantenere un saldo impegno corale, insieme agli alleati europei e occidentali, contro gravi minacce da ultimo concretizzatesi con l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia – elementari istanze di responsabilità e di “correttezza costituzionale” impongono il ripudio di ogni atteggiamento discriminatorio o delegittimante, che, prescindendo dalla volontà degli elettori e dal rispetto delle normali dinamiche istituzionali e costituzionali, alimenti contrapposizioni radicali, forme di delegittimazione morale, condizioni di sospetto e inquietudine sociale fondate su congetture, narrazioni prive di riscontri o addirittura vere e proprie “fake news”. “Nell’architettura democratica e pluralista della Carta repubblicana ogni diritto e ogni libertà – compresa la libertà di manifestazione del pensiero e quella di stampa – si declinano in parallelo ai doveri di solidarietà, al principio di responsabilità, di osservanza del metodo democratico e all’esigenza di rispetto della dignità della persona.Auspichiamo, dunque , che tutti i soggetti coinvolti nella campagna elettorale appena iniziata, ma anche nel dibattito pubblico a questa connesso, rispettino le istanze del pluralismo e del reciproco rispetto, pur nella legittima e necessaria dialettica tra differenti visioni politiche e culturali, affinché possa svolgersi un confronto chiaro e netto tra idee, programmi, progetti alternativi sui quali gli elettori potranno liberamente esprimersi”. Infine l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha varato il regolamento per la “par condicio” per la campagna elettorale in vista delle elezioni politiche che si terranno il 25 settembre 2022.L’Agcom, insieme alla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai per quanto riguarda il servizio pubblico, è l’istituzione cui sono demandati i compiti di vigilanza sul rispetto del pluralismo definiti dalla legge n.28 del 2000. Anche le piattaforme digitali rientrano nel campo di intervento della normativa. Il regolamento prevede che le piattaforme per la condivisione dei video siano tenute ad assumere ogni utile iniziativa volta ad assicurare il rispetto dei principi di tutela del pluralismo, della libertà di espressione, dell’imparzialità, indipendenza e obiettività dell’informazione nonché ad adottare misure di contrasto ai fenomeni di disinformazione anche in conformità agli impegni assunti dalle piattaforme nell’ambito del Code of Practice on Disinformation.