da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)
La visita dei reali d’Inghilterra ha rappresentato l’occasione per rinsaldare e soprattutto, nell’attualità, rinnovare l’antica amicizia tra due popoli.
Amicizia fondata sull’intervento, senz’altro decisivo, di liberazione dell’Italia da parte delle truppe Alleate nel corso della II guerra mondiale e, ancor prima, sull’appoggio, senz’altro importante, che gli Inglesi hanno fornito agli Italiani nel corso del processo risorgimentale nazionale.
In specie, studi più recenti tendono ad avvalorare sempre più l’azione inglese a sostegno della causa di unità e indipendenza.
Pertanto è significativo sottolineare innanzitutto due tappe della visita dei reali, salutata anche dal Pontefice di Roma, benché in condizioni ancora piuttosto precarie.
La prima tappa riguarda il discorso tenuto da Carlo III in Parlamento, riunito in sessione plenaria per l’occasione. Discorso concernente, per l’appunto, l’amicizia tra i due popoli e concluso con l’espressione del Sommo Poeta: “E tornammo a riveder le stelle”. Conclusione che sottolinea la ripresa di una via comune, in minima parte interrotta dopo l’esperienza della Brexit; e quindi il rinnovo di un più antico e reciproco patrocinio, che le immagini del primo giorno della visita ai Fori imperiali vorrebbero ricondurre alla memoria dei fasti della più antica Roma.
E, sempre sul filo della memoria, l’importanza della tappa in Romagna, in occasione dell’80° anniversario dello sfondamento della linea gotica a nord, ad Alfonsine, il 10 aprile, da parte del gruppo di combattimento “Cremona”, alle dipendenze del V Corpo d’armata britannico.
E tutto questo perché è la memoria del passato che ci dà il senso compiuto del presente che viviamo.