- Aldo Bianchini
SALERNO – Mi spiace molto contraddire gli amici di “leCronache.it” ma, per come si sta mettendo la situazione nel cdx dopo il ritiro volontario della candidatura di Fulvio Martusciello (F.I.) a presidente della Regione Campania, molto probabilmente non ci sarà nessuna sfida tra il vice ministro degli esteri on. Edmondo Cirielli e l’attuale presidente della Regione on. Vincenzo De Luca.
Ho usato il condizionale perché, come è fortemente obbligatorio quando si parla o si scrive di politica l’incertezza regna sempre sovrana; anche perché le cose che accadono in politica, si sa, non accadono mai per caso, sono sempre intersecate tra loro e finiscono per innescare dinamiche incredibili che portano a risultati altrettanto incredibili.
Figurarsi se due personaggi assolutamente contrapposti come De Luca e Cirielli possano suonarsele tra di loro quando già sanno di essere entrambi perdenti; se il futuro politico è roseo soltanto per Cirielli che conta molto nel “governo Meloni” (tanto è vero che è riuscito finanche a posizionare giustamente il suo uomo di fiducia sen. Antonio Iannone nel ruolo di sottosegretario al ministero delle infrastrutture -augurissimi a Iannone-), la stessa cosa non si può certamente dire per De Luca che aspetta in maniera sofferta la pronuncia della Corte Costituzionale e deve combattere quotidianamente contro la Schlein che lo vuole fuori da tutto.
In questi giorni è stato diffuso un sondaggio che premia il csx con uno scarto notevole rispetto al cdx; e soprattutto premia il candidato Roberto Fico (PD – Mov 5 Stelle) anche se la Suprema Corte dovesse rimettere in gioco Vincenzo De Luca (cosa questa assai improbabile) che a quel punto dovrebbe arrangiarsi con le solite liste civiche. La percezione però è che dopo l’uscita di scena di Martusciello, Cirielli non stia spingendo molto sulla sua candidatura proprio perché i sondaggi sono estremamente negativi per il centrodestra; la sua intelligenza politica lo spinge a temporeggiare per rinunciare.
Insomma sia De Luca che Cirielli in caso di candidatura alla presidenza regionale potrebbero uscirne pesantemente sconfitti; e se per De Luca c’è l’assoluta necessità di candidarsi prima di cadere nell’oblio, per Cirielli c’è l’esigenza opposta.
Per dirla tutta; entrambi devono trovare la “exit strategy” per uscire da questo momento di confusione; per De Luca una strategia giusta per una onorevole conclusione almeno delle sue ambizioni di governatore (restano intatte quelle di sindaco) profondamente contestate dal suo fuoco amico; per Cirielli, invece, è l’opposto in quanto deve trovare un strategia atta a garantire l’assoluta stabilità alla sua immagine in sede governativa perché è lì che egli pensa di poter ancora esprimere il meglio della sua azione politica.
Una percentuale, quella che potrebbe raccogliere De Luca, che non sarebbe determinante per non far vincere il centro sinistra. Questo è il rischio maggiore per il kaimano, rimanere fuori da tutto senza poter dire nemmeno “a”.
Per cui se questa provincia fino ad oggi ha avuto una visibilità centrale nell’azione del governo regionale deluchiano, nella prospettiva la sensazione è che si vada verso un governo regionale Napolicentrista come era negli anni ’80. Insomma la cacciata di De Luca da palazzo Santa Lucia per la nostra provincia sarebbe davvero un disastro; e questo al di là dei meriti o dei demeriti.