PUNTI NASCITA: è solo demagogia politica ? … risponde Polichetti

 

Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – Il problema dei cosiddetti “punti nascita” territoriali viene riportato a galla dalla classe politica, e non solo, ogni qualvolta si avvicinano le elezioni (locali, provinciali, regionali e nazionali), e dato che in questo Paese si vota almeno una volta all’anno ecco che lo storico problema dei punti nascita riemerge come un ritornello ormai stanco; peggio della mitica canzonetta “Rotolì, rotolà” che imperversa puntualmente in ogni sagra paesana, fino alla completa rottura di scatole.

I petali della margherita sono stati tutti ormi sfogliati ma la verità su cosa fare non è mai arrivata: chiudere o tenere in vita anche i presidi sanitari che non riescono  raccogliere almeno 500 nascite all’anno ?

Difficile la risposta in quanto ci sono moltissimi punti di vista in materia e le correnti di pensiero si sprecano, così come si sprecano soldi pubblici nel voler testardamente tenere in vita piccoli punti nascita solo per favorire, alla fine, i piccoli baronetti locali (primari medici di paese !!) che nella gestione dei punti fanno il bello ed il cattivo gioco.

Ma io non sono un tecnico della materia e, quindi, neppure onnisciente; lascio la parola ad un professionista serio e preparato che per anni ha diretto il mega punto nascite presso l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno ed è attualmente il responsabile nazionale del dipartimento sanità dell’UdC; parlo del dr. prof. Mario Polichetti che così si è espresso sulla difficile materia:

  • La questione della chiusura dei punti nascita in provincia di Salerno continua ad alimentare il dibattito politico e sanitario. La decisione di chiudere le strutture con meno di 500 parti all’anno non nasce da logiche politiche, ma da precise evidenze scientifiche e linee guida ministeriali volte a garantire la sicurezza delle partorienti e dei neonati … È un atteggiamento demagogico, tipico di chi si appresta all’appuntamento elettorale, quello di affermare cose che non trovano riscontro nelle evidenze scientifiche. I punti nascita con meno di 500 parti annui vanno chiusi perché non rappresentano una garanzia per le pazienti. In queste strutture manca l’expertise e l’esperienza necessaria per gestire gravidanze e parti in sicurezza. Se si lavora poco, si ha inevitabilmente meno esperienza, ed è per questo che il Ministero ha stabilito la chiusura di questi punti nascita … Chi si oppone alla chiusura di questi punti nascita ignora il principio fondamentale della sicurezza delle partorienti. È indispensabile che le future mamme si rivolgano a strutture con numeri adeguati, perché un alto numero di parti garantisce maggiore professionalità e qualità delle prestazioni erogate … È necessario investire nel servizio di trasporto Stam, il Servizio di trasporto e assistenza materna in utero, che consente di trasferire le gestanti presso centri con numeri adeguati e personale altamente qualificato. Questo è il modo corretto di tutelare la salute delle mamme e dei neonati, non certo mantenendo aperti punti nascita privi dei requisiti di sicurezza.

 

Conosco personalmente il prof. Polichetti, stimo la sua professionalità, sottoscrivo ogni parola del suo pensiero.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *