PER NON DIMENTICARE EMANUELA ORLANDI E CHIEDERE, ASSIEME A PIETRO ORLANDI CHE VENGA FATTA CHIAREZZA.

 

30 marzo 2022. Bianca Fasano, Giornalista e scrittrice.

 

 

Papa Francesco, in convalescenza, parla con difficoltà, però ha fatto sentire la sua voce nella riflessione domenicale dell’Angelus. Quanti sperano che non muoia con lui il mistero della sparizione di Emanuela Orlandi ricordano che Francesco, nell’autobiografia scritta col vaticanista di Mediaset Fabio Marchese Ragona dal titolo «Life. La mia storia nella storia» ha precisato: «In Vaticano soffriamo ancora tanto per la scomparsa, avvenuta più di quaranta anni fa, di una nostra cittadina, Emanuela Orlandi, che all’epoca aveva quindici anni».
Nel corso di un incontro pubblico tra Pietro Orlandi e Papa Francesco (il Papa era stato eletto da quindici giorni), questi disse: “Emanuela è in cielo”.
Scomparirà con lui la remota possibilità che i familiari di Emanuela Orlandi possano sapere che fine ha realmente fatto?
Papa Giovanni Paolo II era in Polonia quando Emanuela Orlandi è stata rapita, il 22 giugno 1983, dopo essere andata a lezione di musica, scomparsa misteriosamente in pieno centro a Roma.
Emanuela viveva nello Stato della Città del Vaticano con la sua famiglia in quanto suo padre, Ercole, lavorava come commesso della Prefettura della casa pontificia.
Com’è scomparsa Emanuela Orlandi?
La ragazza pranza in casa con il fratello e le sorelle, nel pomeriggio ha le solite due ore di lezione alla Tommaso Ludovico da Victoria.
Emanuela, verso le 16.30, chiese al fratello Pietro di accompagnarla in moto a scuola perché era in ritardo, ma Pietro le negò il passaggio in quanto aveva preso appuntamento con la fidanzata.
Contrariata dal rifiuto del fratello, uscì sbattendo la porta di casa con la cartella degli spartiti in mano, lo zainetto con dentro il flauto nell’apposito astuccio nero dove è riposto, vestita con una camicia bianca, i jeans e le scarpe da ginnastica, i capelli lungo la schiena “buttati all’indietro di scatto, con il gesto largo del braccio a lei abituale”.
Fratello e sorella non s’incontreranno mai più. Questo lascia pensare che sia un ricordo molto forte a spingere Pietro alla ricerca di una verità che lo conduca anche soltanto al luogo di sepoltura della sorella e al motivo del suo rapimento.
Possiamo seguire Emanuela mentre lascia il Vaticano da Porta Sant’Anna, per poi prendere l’autobus 64 e scendere in Corso Vittorio Emanuele II. Frequentava da anni l’Accademia di Musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, che aveva sede nel Palazzo di Sant’Apollinare, nell’omonima piazza a poca distanza dalla Basilica e Palazzo Madama. Non fu mai ritrovata né viva né morta. Pur ricordando che vi furono altri casi di ragazze scomparse a Roma tra le quali, Il 7 maggio 1983, Mirella Gregori, una ragazza italiana di quindici anni e che il suo caso fu collegato a quello di Emanuela Orlandi, le indagini dimostrarono che i due casi non erano correlati.
Oggi, a quarantadue anni di distanza, non ne sappiamo niente di più.
Quello che si sa: Manuela è uscita verso le ore 19 dalla scuola. Telefonando a casa riferiva alla sorella Federica di essere stata avvicinata da un uomo il quale le aveva proposto di partecipare al defilé che l’atelier Fontana avrebbe tenuto a Palazzo Borromini dove avrebbe dovuto distribuire materiale propagandistico della ditta Avon, dietro compenso di lire 375.000. Monti Raffaella, amica della Orlandi, confermava la circostanza ricordando di essersi brevemente intrattenuta con Emanuela all’uscita dalla scuola verso le ore 19,20 e che in quella circostanza aveva appreso della proposta di lavoro ricevuta dall’amica; Si erano salutate alla fermata dell’autobus 70. Pare che Emanuela rifiutasse di salirvi, perché troppo pieno decidendo di prendere il successivo. Alle ore 19,20 del 22 giugno, si perdeva ogni traccia della Orlandi la quale non faceva rientro nella propria abitazione e non forniva più alcuna notizia di sé.
Si scoprì in seguito che si trattava di una storia inventata e che l’Avon in ogni caso, impiegava soltanto donne.
Monsignor Valentino Miserachs, Direttore del coro della scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, fu interrogato dal Vaticano nel 2012. La sua avrebbe potuto essere una testimonianza importante: il pomeriggio del 22 giugno del 1983, fu l’ultimo docente ad aver visto Emanuela in quell’aula, nella scuola di musica all’interno di Sant’Apollinare, da cui la ragazza era uscita poco prima di sparire per sempre, anche se non sembra avere una memoria particolare degli eventi.
Il 3 ottobre 2024, fu ascoltato dalla commissione Parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori che indagava sulla 15enne perché convocato per un’audizione.
Precisò tra l’altro: “Nel 1975 la Santa Sede mise a disposizione della scuola, tramite suor Dolores, i locali del terzo e del quarto piano del palazzo di Sant’Apollinare, dove attualmente ha sede l’università dell’Opus Dei, della Santa Croce. Quindi, erano locali ampi” e riferendosi all’anno della sparizione: “In quel momento sì, era un porto di mare. Si può dire che era un porto di mare.”
Parrini (PD-IDP), chiese a Miserachs se nel 2012, sui fatti riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi fosse stato interrogato dal capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani. La domanda serviva a dimostrare che ci fossero state indagini in Vaticano su vicenda del rapimento di Emanuela Orlandi, prima di quella aperta dal promotore di Giustizia vaticano Alessandro Diddi. Alla domanda: “Lei conferma che nel 2012 c’è stato questo interrogatorio?” Rispose: “Lo confermo” e in seguito aggiunse: ”So solo che Papa Benedetto voleva proprio far luce sulla questione.”
Sulla vicenda si è scritto e detto di tutto: Emanuela rapita per essere scambiata col terrorista turco Alì Agča, che l’anno prima in piazza San Pietro aveva sparato a Giovanni Paolo II ferendolo gravemente;
allo scopo di ricattare il Papa, fortemente schierato contro i sovietici;
sequestrata dalla Banda della Magliana o per farsi restituire i soldi prestati allo IOR o per fare un piacere a qualche pezzo grosso del Vaticano, forse lo stesso pontefice;
e ancora: Emanuela vittima di un sistema pedofilo interno al Vaticano;
oltre alla così detta “Pista di Londra”, laddove la ragazza sarebbe stata portata e tenuta al 176 di Clapham Road.
Importante il collegamento con la telefonata, anonima ricevuta il 18 luglio del 2005, dalla redazione del programma “Chi l’ha visto?”, in onda su Rai 3, in cui si diceva che per risolvere il caso di Emanuela Orlandi era necessario andare a vedere chi fosse sepolto nella Basilica di Sant’Apollinare e indagare sul “favore che Renatino fece al cardinal Poletti”. Si scoprì poi che il defunto altri non era che uno dei capi della Banda della Magliana, Enrico de Pedis. La Basilica di Sant’Apollinare è una Chiesa che appartiene al Vaticano e nessuno può esservi sepolto, se non si ottiene un permesso speciale oppure se non si è fatto un grande favore al Vaticano.
Renatino era lo pseudonimo di Enrico De Pedis, uno dei capi della Magliana. Purtroppo quel ritrovamento “certificò” il legame tra la Chiesa e la criminalità organizzata. La telefonata fu fatta nel 2005 e la tomba, come ricorda Pietro Orlandi, aperta soltanto nel 2012 a causa di quello che lui definisce “un tira e molla tra la Procura e il Vaticano” su chi dovesse aprirla. Una delle teorie, che conduce al rapimento di Emanuela Orlandi si riferisce a una sorta di ricatto (di cui non spiego qui le motivazioni), fatto dalla criminalità organizzata alla Chiesa in riferimento al crack del Banco Ambrosiano.
Di seguito il messaggio di Papa Giovanni Paolo II, proferito al termine della preghiera mariana dell’“Angelus Domini Domenica, 3 luglio 1983, riferito alla scomparsa di Emanuela: “Desidero esprimere la viva partecipazione con cui sono vicino alla famiglia Orlandi, la quale è nell’afflizione per la figlia Emanuela di quindici anni, che da mercoledì 22 giugno non ha fatto ritorno a casa.
Condivido le ansie e l’angosciosa trepidazione dei genitori, non perdendo la speranza nel senso di umanità di chi abbia responsabilità in questo caso.
Elevo al Signore la mia preghiera perché Emanuela possa presto ritornare incolume ad abbracciare i suoi cari, che l’attendono con strazio indicibile. Per tale finalità invito anche voi a pregare.”
Emanuela Orlandi è scomparsa nel 1981, quando Giovanni Paolo II era Papa da quattro anni.
Sono stati due i Papi dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi: Benedetto XVI e Francesco. Stiamo ancora attendendo, assieme Pietro Orlandi, che la verità venga fuori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *