da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)
A me Ventotene ha fatto sempre paura e mi ha caricato sempre di emozioni sofferte. Non il Manifesto dei Padri dell’Europa del ’41. Ventotene, l’isola maledetta scelta dal fascismo, per isolare le diversità, di chi non la pensava come loro e di chi non aveva diritto a godere della libertà. Sto lavorando alla pubblicazione di un libro-raccolta di testimonianze- che ho potuto ascoltare e leggere dei confinati del fascismo, degli omosessuali napoletani, di quelle persone che il fascismo faceva scomparire e puniva con l’invio a Ventotene. Testimonianze strazianti di persone di tutte le età, cin tanti giovanissimi costretti al confino. Non erano soltanto loro ad essere confinati, con gli omosessuali, mandati anche alle Tremiti, finirono molti religiosi di fede diverse, testimoni di Geova ed evangelisti.
Ho sempre avuto un pensiero preoccupato per la guerra che il fascismo faceva all’Azione Cattolica, alla sua libertà non facilmente controllabile, alle conseguenze per tante persone terrorizzate a cui il fascismo poteva privare la libertà, per il solo fatto di aderire all’Azione Cattolica. Leggere tutti i documenti di tante altre persone, omosessuali, travestiti, gente di altre fede religiose, mi ha messo in condizione di capire che cosa in nome di ideali politici si poteva fare a gente indifesa e priva di qualsiasi tutela. Quanto dolore e quanta aggressività, il fascismo era capace di riservare a persone fragili, fino a strapparle dalle famiglie e dai loro ambienti di vita. Tutti venivano considerati pericolosi per lo Stato e costretti ad essere allontanati. Del libro parlerò appena l’autore, con la Casa editrice, deciderà la pubblicazione. Delle vittime del fascismo che finivano nella rete della buoncostume e da quel momento privati della libertà, posso dire le lacrime, l’umiliazione, il taglio dei capelli a zero e il ridicolo con cui venivano coperte ogni giorno. Quelle tragedie sono arrivate fino ai nostri giorni per bocca degli scampati e sono state raccolte in un libro che parlerà in particolare dei “mandesinielli” napoletani, con testimonianze inedite e piene di riscatto sociale. Nelle loro parole il dramma, la mortificazione, la condanna sociale e politica del passato, prima di quella penale.
Il Duce non aveva nessuna indulgenza anche per i casi più delicati, soprattutto giovanissimi. Queste persone sono i desaparesidos italiani del regime fascista ed attendono ancora una parola di condanna e di solidarietà. Ventotene aveva la vocazione di un luogo da esilio, un posto irraggiungibile dove il confino assumeva una dura condanna all’isolamento. Ad ascoltare quelle testimonianze che l’autore ha raccolto dalla viva voce degli interessati si sente tutta la durezza di un sistema politico che non aveva nessuna attenzione per queste persone come del resto per tutti i confinati. Alla vita da confinati si aggiungeva lo strazio del dileggio, delle torture e spesso dello sfruttamento di persone indifese, prive di diritti, disconosciute dai familiari e dallo Stato che ne ha distrutto la psicologia e la sopravvivenza.
Ventotene non è solo il Manifesto di Spinelli per l’Europa, è soprattutto il Manifesto contro il nazionalismo, il fascismo, il nazismo, la sopraffazione e la perdita dei diritti principali dei cittadini, come la libertà.
Mi ha toccato la posizione della Meloni nel suo intervento in Parlamento contro Ventotene. Contro quale Ventotene la Meloni si dissocia: il progetto politico, letto in modo lacunoso, fuorviante e, forse, utilizzato come argomento strumentale per distrarre da altri argomenti allarmanti e veramente inquietanti per il nostro sistema politico ed economico, oppure, finalmente, da quel fascismo barbaro che ha usato il confino in modo disordinato e manchevole? Che ne pensa Meloni delle dure condanne del fascismo che hanno mutilato i cittadini, le persone, le loro libertà e le loro condizioni biologiche e psicologiche? Di queste non sente il bisogno di prendere le distanze, di dare prova che una democrazia vera e reale deve saper prendere le distanze dalle opzioni politiche di quel disumano fascismo?
È facile parlare con ostentazione, con ridondanza, con ofanitá. Ventotene è molto di più di quello che pensa la Meloni, nel bene e nel male.
Ma il male che si è inflitto ad essere umani, per scelte sessuali, religiose, politiche esige innanzitutto le scuse degli eredi del fascismo e poi come priva sollecitare un atto di resipiscenza politica e storica che è doveroso per il recupero del corretto metodo politico nei riguardi del pluralismo, base della buona democrazia. Anche per il Manifesto politico dell’Europa
si può essere contro qualcosa ideologicamente diverso senza mortificare i militanti degli altri schieramenti, usando il linguaggio del confronto e mai quello dello scontro.
Anche perché Ventotene non può più far parte degli strumenti regolatori della reazione politica.
C’è un’amara verità su Ventotene e sul suo uso da parte del fascismo, una verità che molti non conoscono e studiano. Ventotene è una realtà politica da condannare senza riserve e da cancellare dalle memorie insieme a un fascismo disumano e criminale. Davanti a queste verità qualcuno certamente dovrebbe inchinarsi!