da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)
Come un puzzle che prende forma mediante le diverse tessere del mosaico. Questo sarà la scacchiere politico internazionale che si va componendo sia in Europa che nel Medioriente. E che vede come protagonisti gli USA, i Paesi Arabi, Israele, la Russia e naturalmente, sullo sfondo, la Cina.
Non sappiamo come andrà a finire, ma quel che ci sembra chiaro già ora è piuttosto la strategia che ha guidato e guida, corrispondentemente, la prima e la seconda Amministrazione Trump. C’è un filo di continuità, interrotto dalla diversa strategia “Democrats”, uscita però sconfitta dalle ultime elezioni.
Così che, in entrambi i casi, gli USA confermano la loro leadership mondiale (cfr. H. Kissinger, “Ordine mondiale”, ed. it. Mondadori 2014). Verso un assetto, ora multipolare, che deve necessariamente prevedere accordi anche con le nazioni e le comunità, per così dire, non protagoniste. E, tra queste, l’Unione europea, costretta dagli eventi, suo malgrado, a pensarsi in termini non più “burocratici” ma essenzialmente “geopolitici”.
Fallito il tentativo “europeo”, relativo alla costruzione di un Apparato scientifico-tecnologico, pensato e immaginato in un ambito filosofico di “sinistra” ovvero pianificato dall’alto, si ritorna a un modello di “destra” che prevede cioè dal basso, e ad opera di ogni singolo Stato nazionale, la cessione di una parte di sovranità, che appare ed è realmente necessaria, legata alla difesa dei confini interni ed esterni dei singoli Stati membri.