Aldo Bianchini
SALERNO – Dieci anni fa, il 13 marzo 2015, ci lasciava definitivamente il prof. Zaccaria Tartarone, Ruccio per gli amici. Una vita, se vogliamo, breve dal punto di vista temporale ma molto intensa sul piano professionale e giornalistico.
Ringrazio il giornalista, “Pasquale Tallarino” de Il Mattino, che nell’edizione dell’11 marzo scorso nel tratteggiare il profilo lavorativo di Ruccio ha ricordato che fui proprio io a scoprirlo per la tv ed a lanciarlo nella conduzione di uno dei telegiornali più seguiti, all’epoca, sull’intero panorama televisivo locale. Nella lettura del telegiornale, presso l’emittente TV Oggi Salerno, aveva lanciato un metodo di conduzione fuori dagli schemi e non più ingessato stabilendo quasi un dialogo immaginario con i telespettatori, che lo seguivano dall’altra parte dello schermo, con il suo “buonanotte” finale
IL DRAMMA – Intorno alla metà di settembre del 2014 l’ho visto per l’ultima volta in vita; lo incontrai con la moglie Annamaria tra Via Lucio Petrone e Via Settimio Mobilio, mi sparò in faccia la verità: “Aldo, devo darti una bella notizia: ho un tumore !!”. Rimasi letteralmente di stucco; guardai negli occhi Annamaria, capii, e poi gli risposi: “Si va beh!! Ma da come me lo hai descritto puoi vincere facilmente … poi la tua carica farà il resto”. Sapevo che non era così. Lo risentii al telefono dopo un paio di settimane per spiegarli la strada che doveva fare per raggiungere Rionero in Vulture (Pz) dove lo aspettava un nuovo ciclo di chemioterapia. Vidi la sua bara già sigillata la mattina del 14 marzo 2015 dinanzi alla chiesa di San Pietro in Camerellis. Era morto il giorno prima proprio mentre la sua Salernitana aveva cominciato la lunga rincorsa verso la nuova “serie B” incominciando a distaccare l’avversario di turno: il Benevento.
LA STORIA – Lo avevo incontrato, e conosciuto, per la prima volta nel lontano agosto del 1989 sui bordi della piscina del Villaggio del Sole. Dunque per parlare di Ruccio bisogna partire, forzatamente, dalla Salernitana e dalla sua passione per la squadra granata. Nell’estate del 1988 il nostro “Ruccio” incontra nella zona di Norcia, tra l’Abruzzo ed il Molise, il dottor Mario Carugno (medico di Pontecagnano) che in quegli anni curava le squadre tennistiche del Villaggio del Sole di cui io ero il direttore sportivo; tra loro nasce una solida amicizia anche sulla scorta del comune “tifo indiavolato pro Salernitana”. Ed è proprio Carugno che, un giorno dell’agosto del 1989, arriva al Villaggio del Sole e mi presenta Ruccio. Io già facevo televisione, da tempo, ed ero il conduttore sulle frequenze di TV/Oggi di una rubrica sportiva denominata “Sport & Sport” per iniziativa del compianto Giovanni Vitale (allora responsabile della redazione sportiva di quella tv). Mario Carugno mi presentò il “professore Tartarone” mettendone in evidenza il suo desiderio di esprimere anche pubblicamente quelle che erano le sue peculiarità sportive e non solo letterarie. L’occasione fu quella giusta. Siccome dal mese di settembre dell’89 dovevo iniziare a condurre una trasmissione domenicale “Competition” (della durata di diverse ore, sul taglio di Domenica In …) incominciai a stabilire con Ruccio una proficua collaborazione e nella mia trasmissione Lui curava la parte sportiva dedicata alla Salernitana. Io che amo dire la verità devo, quindi, confessare oggi per allora che non fu facile inserire Ruccio in un ambiente abbastanza paludato come quello di Tv Oggi. Tartarone aveva un carattere spumeggiante e non si fermava di fronte a niente e a nessuno; alcuni non gradivano la presenza di Ruccio e ci furono dei problemi anche con l’editore (Ettore Lambiase !!) ma riuscii a superarli con la calma che contraddistingue da sempre il mio modo di fare, ben sapendo che era quasi impossibile tenere a freno le spumeggianti iniziative, anche fuori delle righe, del mio amico. La collaborazione andò decisamente avanti negli anni, anche quando la trasmissione cambiò nome e volto passando a “Omnibus”; attivammo dei giochi a premio (per quelli c’era Mariella Anziano, ora alla Rai) che puntualizzavano le presenze dei calciatori della Salernitana puntata dopo puntata. La svolta ci fu il 29 aprile 1992 (era mercoledì, il giorno di Santa Caterina da Siena), e fu una svolta improvvisa e non prevista. Il pomeriggio di quel giorno mi chiamò al telefono l’editore Lambiase per annunciarmi che aveva ritirato la firma del direttore responsabile (un collega di Roma che non avevo mai conosciuto) e parte della redazione era andata via e che aveva pensato a me come “responsabile del telegiornale”; di conseguenza bisognava preparare il tg della sera. Con qualche preoccupazione risposi subito affermativamente e raggiunsi la sede della tv; rimasi qualche minuto in concentrazione, poi chiamai Ruccio al telefono e lui subito mi raggiunse. Freddamente, così come lui mi ha detto che aveva un tumore, gli dissi che “dovevamo preparare il tg”; mi rispose con la sua solita chiarezza: “E io che c’entro, non saprei da dove cominciare”. Lo rassicurai e gli confidai che neppure io sapevo da dove cominciare, ma dovevamo farlo, e da soli lo facemmo. Alle ore 22.00 di quel 29 aprile 1992 Zaccaria Tartarone esordì nella lettura del tg mandato in onda in diretta e, come speravo, divenne subito un conduttore non ingessato e fuori degli schemi con quella sua storica chiusura rappresentata da quel “buonanotte” che era tutto un programma. Insomma avevamo centrato l’obiettivo nel dare alla platea televisiva quello che voleva in quel periodo storico ed in quel mondo infarcito di tanti falsi infingimenti. E fu indubbiamente un successo, e come d’incanto (quando una cosa è vincente) ricostruimmo intorno a noi una certa schiera di colleghi che qualche ora prima aveva storto il naso andando addirittura via dalla sede della tv.
Grazie Ruccio per tutto quello che sei riuscito a darmi.