Aldo Bianchini
CAVA de’ TIRRENI – Nell mia lunga esperienza di cronista giudiziario (ho superato da poco i quarant’anni di attività) mi sono sempre chiesto perché i personaggi politici che cadono in disgrazia o addirittura finiscono in galera offrono sempre una totale resistenza verso gli inquirenti e finiscono con il non parlare e, soprattutto, con il non confessare.
Da questa massima sono esclusi, ovviamente, quei quattro sfessati (termine caro a De Luca) di socialisti che dopo “essere stati appostati per godere degli avanzi della tavola del signore” (Manzoni !!) se la fecero sotto vomitando nei fascicoli degli inquirenti dell’epoca (Russo, Di Nicola, D’Alessio, ecc,) tutte le rivelazioni possibili ed immaginabili, anche quelle assolutamente non vere.
Chiesi una risposta alle mie perplessità ad un personaggio politico salernitano di un certo spessore (preferisco non riportare le sue generalità), mi rispose che per molti era difficile parlare, confessare, accusare perché prima avrebbero dovuto accollarsi molte responsabilità. E nel mondo politico-giudiziario, aggiunse, non funziona come per la delinquenza comune, in questo rapporto non esistono zone di mediazione e/o sconti specifici che vadano al di là della legge. C’è lotta di potere, e questo stravolge tutto.
Però io continuo a chiedermi perché non parlano; anche perché, siamo sinceri, se della politica si straparla e si dice di tutto e di più qualcosa sarà anche vera. Punto
Su queste basi mi chiedo, oggi, perché nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria sul Consorzio Intercomunale Farmaceutico che sta stravolgendo l’amministrazione di Cava de’ Tirreni nessuno parla per raccontare la verità, tutta la verità nient’altro che la verità.
Ma soprattutto mi chiedo e chiedo: “Sorrentino perché non parli ?”; e se o chiede anche il procuratore Giuseppe Borrelli, alla stregua di Michelangelo che colpì con una martellata il ginocchio del suo perfetto Mosè.
Pongo la domanda direttamente a lui perché solo parlando ha, in pratica, la possibilità di dimostrare che l’unica sua colpa potrebbe essere stata quella di essersi fatto strumentalizzare ed utilizzare anche contro la sua stessa volontà. Lo deve a se stesso, alla sua famiglia e ai suoi figli; altrimenti lascerà credere a tutti che l’unico malefico artefice di quanto sta accadendo sia solo colpa sua.
Conosco direttamente il dr. Francesco Sorrentino da alcuni anni e spesso, sempre per motivi giornalistici, insieme alla direttrice editoriale di questo giornale Maddalena Mascolo abbiamo centellinato una buona tazza di caffè (quello di fronte all’ingresso del Comune dalla parte del parcheggio) e in tutta sincerità non ho mai avuto la sensazione di trovarmi al cospetto di un uomo dalla mente perversa, capace di gestire a suo piacimento alcuni milioni di euro attingendo al pubblico denaro. Per questo lo invito, se sa, a parlare ed a dire tutta la verità; magari accollandosi anche qualche responsabilità, ma questo massacro mediatico deve pur avere una conclusione logica.
Ricordo a me stesso che due-tre anni fa sia io che lui siamo stati denunciati da una dipendente del CIF per un articolo che io avevo pubblicato su questo giornale in merito a sospetti ammanchi in una farmacia comunale; io come autore dell’articolo e lui come presunto suggeritore (circostanza assolutamente non vera) siamo stati prosciolti in sede di indagini preliminari; e lì la giustizia, questa sì che è presunta, si è fermata anche se la nostra assoluzione avvalorava la mia denuncia giornalistica.
Non so se il mio consiglio sarà mai ascoltato, ma se Sorrentino deciderà di parlare ci sarà da divertirsi molto; immagino già la scena con tanti personaggi politici e/o dirigenti-funzionari del Comune di Cava (ma anche dei Comuni di Salerno, Scafati, Capaccio, Eboli, ecc.) che abbandonano precipitosamente i loro uffici, saltando anche dalle finestre, pur di sfuggire all’eventuale cattura.
Il Procuratore Borrelli, con la sua “Procura new age”, è già pronto, gli manca soltanto il segnale decisivo; sperando sempre che prima non venga premiato e trasferito alla Procura di Reggio Calabria.