la redazione
A distanza di oltre venticinque anni dalla tragica alluvione che colpì Sarno il 5 maggio 1998, le opere idrauliche realizzate per prevenire simili disastri versano in uno stato di preoccupante abbandono. Canali e vasche di laminazione, progettati per garantire la sicurezza del territorio, sono oggi soffocati dalla vegetazione spontanea e dall’accumulo di detriti, compromettendo la loro funzione primaria di regolare il deflusso delle acque.
Enrico Sirica, consigliere comunale di Sarno, esprime la sua profonda preoccupazione: “È inaccettabile che strutture fondamentali per la nostra sicurezza siano lasciate in questo stato. La mancanza di manutenzione mette a rischio la vita dei cittadini e vanifica gli ingenti investimenti fatti dopo la tragedia del 1998”.
Già nel 2018, Legambiente denunciava la mancanza di manutenzione delle opere idrauliche a Sarno, evidenziando come i venti chilometri di canali e le undici vasche di raccolta fossero ostruiti da fango, terreno e rifiuti di ogni genere.
Sirica continua: “Non possiamo permettere che la storia si ripeta. È necessario un intervento immediato per ripristinare l’efficienza delle infrastrutture e garantire la sicurezza del nostro territorio. Chiediamo alle autorità competenti di agire senza ulteriori ritardi”.
La comunità di Sarno, ancora segnata dalla tragedia del 1998, guarda con apprensione al futuro, consapevole che solo attraverso una costante manutenzione e attenzione al territorio si potrà evitare il ripetersi di simili catastrofi.