Aldo Bianchini
SALERNO – La recente e inquietante (perché arrivata con molto ritardo) sentenza di assoluzione, con la solita affermazione che “il fatto non sussiste”, per l’ex deputato DC Paolo Del Mese, sottosegretario di Stato nei governi Andreotti e presidente della Commissione Finanze della Camera sotto il governo Prodi 2006/2008 lascia molto amaro in bocca.
Soprattutto dopo che la giustizia per anni si è lasciata andare, contro il vero astro nascente della apolitica locale con proiezioni nazionali, ad un vero e proprio impietoso e scandaloso assalto alla diligenza senza esclusione di colpi per abbattere e infilzare l’uomo più promettente sul piano politico per capacità aggregativa, per intuizioni politiche e per una grande trasparenza e linearità in tutte le sue azioni, dal sociale alla politica passando per la famiglia.
Mi vergogno da cittadino italiano, ancor prima che da giornalista, al solo pensiero che Paolo Del Mese possa essere stato trascinato in carcere su una sedia a rotelle e con ambulanza, tra una folla forcaiola, dalla Casa Bianca di Pontecagnano (così era denominata la residenza di Pontecagnano della famiglia Del Mese) fin dentro il carcere di Fuorni poco distante. Quello, lasciatemelo scrivere, fu un vero vergognoso e tracotante atto di arroganza della magistratura contro uno dei più qualificati personaggi politici della storia di questo territorio.
Anche la sentenza di assoluzione, a questo punto e con questi precedenti, appare vergognosa anche perché non solo non è riparatrice di tutti quei mostruosi danni (anche fisici perché il carcere non gli consentì di curarsi a dovere) arrecati alla persona di Paolo ma soprattutto perché in essa (anche se bisognerà aspettare le motivazioni) con compare mai nessun cenno di condanna contro quell’azione miserevole e vergognosa inquisitoria messa in atto dalla Procura di Salerno.
Uscire dalla Casa Bianca in carrozzina, circondato dai Carabinieri, sarà stato per Paolo Del Mese uno dei momenti più bui della sua vita terrena; guardare le facce della gente che esprimevano approvazione per l’azione giudiziaria sarà stato per Paolo davvero un momento indicibile di sofferenza psicologica ed anche fisica, irreparabile, perché queste cose ti lasciano addosso l’amaro dello sciacallaggio per tutta la vita.
Una sentenza di assoluzione dopo tutte le mortificazioni che hanno azzerato la tua vita, le tue ambizioni, le tue speranze e la tua famiglia a cosa vale se oggi su alcuni giornali (non tutti) compaiono soltanto poche righe di cronaca per annunciare la notizia di assoluzione senza minimamente schierarsi contro il sistema subdolo e infernale che una volontà occulta e mono diretta ti ha scatenato addosso le accuse più pesanti e ti ha scaraventato in un tritacarne mediatico senza precedenti.
E da persona per bene qual è ha saputo, Paolo Del Mese, commentare la sentenza con cautela, signorilità e sobrietà; sa bene che dalle persone che hai sempre aiutato (e tra esse anche diversi magistrati, alcuni dei quali sono addirittura cresciuti in casa sua) non sarai mai ricambiato.
L’elenco dei destinatari di benefici, meritati e non, è lunghissimo; buona parte dei professionisti salernitani (soprattutto medici e soloni primari), degli imprenditori e dei semplici faccendieri sono passati per la Casa Bianca dove si sono addirittura genuflessi per poi girarsi subito dall’altra parte al primo stornire di fronde giudiziarie contro il leader assoluto ed indiscusso.
Conosco molto bene la famiglia Del Mese, e non solo per il fatto di esserci stato dentro dal 78 al 94, e so come tutti i suoi componenti si sono sempre comportati nei confronti di tutti, anche quelli facoltosi (che all’esterno erano boriosi e scostanti ma che nella Casa Bianca diventavano pesciolini fuor d’acqua … quanti ne ho visti con i miei occhi), con la loro proverbiale disponibilità che non è mai stata declinata (come poteva apparire dall’esterno) con la misera raccolta di consenso elettorale.
Dovrebbero davvero vergognarsi tutti quelli (e ne conosco tantissimi) che hanno pascolato nel giardino della Casa Bianca, che hanno raccolto quello che volevano, che oggi sono ancora sulla cresta dell’onda, ma che nell’ora decisiva hanno subito voltato le spalle facendo semmai finta di non aver mai conosciuto l’on. Paolo Del Mese.
Il racconto, ovviamente, continua e si allargherà.
Come ben sai la riconoscenza è un sentimento che non esiste più; oppure come viene definita da un mio amico che dice” la riconoscenza è il sentimento del giorno prima di chiedere un favore “.