da Pietro Cusati ( Giurista- Giornalista)

Le sfide sul fronte dell’economia e della gestione dei conti pubblici richiedono risposte “tempestive”,ma la congiuntura è “fragile” e il sentiero si fa più “stretto”. La Corte dei Conti ha inaugurato  il nuovo anno giudiziario 2025 ,ribadendo il proprio ruolo di “presidio dell’uso corretto delle risorse pubbliche”. Ma anche quello di garanzia nell’ambito della responsabilità erariale, per avvertire che eventuali modifiche esigono un “approccio misurato”: limitarne gli spazi – è l’avvertimento – sarebbe un “errore”.Il presidente Guido Carlino ha aperta  la tradizionale cerimonia alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella partendo dal contesto geopolitico, caratterizzato da incertezze ed emergenze. C’è poi il tema della responsabilità erariale. “Eventuali modifiche dovrebbero sempre rispettare un approccio misurato, limitando la portata delle esclusioni”, avverte la Magistratura contabile che suggerisce “una più chiara definizione del perimetro della colpa grave” e invita anche a disciplinare più adeguatamente l’istituto del potere riduttivo. Nel mirino c’è la proposta di legge di riforma della Corte all’esame della Camera, che dovrebbe essere votata entro marzo.Proprio per andare incontro alle richieste della Corte sono stati presentati degli emendamenti dei relatori che prevedono una delega al governo in materia di organizzazione ed efficienza della Corte e uno che specifica il concetto di colpa grave.In coerenza con gli impegni assunti a livello europeo, diventano essenziali “un sempre più attento utilizzo delle risorse pubbliche e la scelta delle priorità da conseguire”: ma queste esigenze, esposte “alle intemperie di una fragile congiuntura economica e sociale”, devono trovare un proficuo bilanciamento in un “sentiero molto stretto”, rivolto a garantire il riequilibrio dei conti e il graduale rientro del rapporto debito-Pil.Un contesto in cui “siamo tutti chiamati a proseguire, con fermezza, sulla strada dell’efficiente ed efficace attuazione delle riforme e degli investimenti”, Pnrr compreso, avverte Carlino: questo “consentirà di eliminare ostacoli e intervenire sulle difficoltà strutturali della nostra economia”. E a questo risultato contribuisce anche la Corte, che con le sue ampie e diversificate funzioni articolate sul territorio costituisce “una salda rete di protezione per le risorse pubbliche” e una “bussola” che tiene regioni e enti locali lontani da sprechi e inefficienze.La Corte “è il cuore della legalità finanziaria”, sintetizza Carlino e ricorda gli oltre 21mila provvedimenti delle amministrazioni centrali esaminati nel 2024, di cui circa 1.600 relativi al Pnrr. Lo scorso anno, evidenzia il Procuratore generale Pio Silvestri, sono state recuperati all’erario oltre 133 milioni, somme che nel quinquennio 2020-24 superano complessivamente i 407 milioni. Numeri che consentono di affermare la “sostanziale bontà dell’operato degli uffici di Procura regionale”, commenta Silvestri, che però puntualizza anche come l’attività istruttoria sia “condizionata dalla perdurante vigenza del cosiddetto ‘scudo erariale'”. Riforma su cui interviene anche il Consiglio nazionale forense: “Le proposte legislative in discussione, sebbene animate dall’intento di ridurre la cosiddetta ‘burocrazia difensiva’ – avverte il presidente Francesco Greco – rischiano di compromettere il delicato equilibrio tra la necessità di garantire l’efficienza amministrativa e l’indispensabile controllo sulla gestione delle risorse pubbliche”.