dalla prof. Franca Maria Cancro Cimino
Sembrano solo cascate, e di cascate ce ne sono tante ma queste sono a Savoia; anche Savoia è un paese come tanti, ma a Savoia io sono nata e questo rende quelle cascate, quel paese posti unici e straordinari.
Ci sono nata e lì conservo la casa di famiglia sebbene abbia vissuto a Savoia pochi anni della mia infanzia. Questo piccolo angolo di mondo occupa nel mio mondo affettivo un posto di primo piano e affolla il cassetto dei miei ricordi.
Io amo Savoia e i Salviani indistintamente, come fossero un tutt’uno indivisibile, un’unica ideale entità in cui gli accidenti della Storia, le piccole vicende umane, i contrasti, gli amori e gli odi non hanno alcuna rilevanza ma si acquietano, e si fondono in unico sentimento, la nostalgia. Questo amore ha la sua genesi nei racconti accorati e teneri dei miei genitori a tre bambini, Tonino, Franca e Cesare ai cui occhi Savoia appariva un fiabesco, irripetibile Eden, mitico luogo del cuore, sospeso in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio, aleggiante in un’aura di poetico idillio. Quelle parole che stillavano fierezza, amore e uno struggente senso d’ appartenenza hanno scolpito nel mio cuore e in quello dei miei fratelli, l’immagine di un paese dell’anima che non ci ha mai lasciati soli, eredità preziosa da custodire gelosamente.