Aldo Bianchini
SALERNO – All’indomani di ogni nuovo infortunio sul lavoro tutti riprendono la scena mediatica per ripetere sempre le stesse inutili cose con dichiarazioni che riempiono soltanto le loro bocche e nient’altro. Poi il problema scompare nei flutti dell’oblio per riemergere alla prossima occasione.
Questa volta a riaprire le danze non è stato, fortunatamente, un infortunio ma la semplice statistica annuale provvisoria sui dati infortunistici diffusa dalla Direzione Generale dell’INAIL relativamente all’anno 2024; statistica che in buona sostanza conferma il trand positivo in ribasso per il numero complessivo degli incidenti sul lavoro ma evidenzia, purtroppo, che nell’edilizia si va in controtendenza; difatti è stato registrato un preoccupante +2,8% rispetto all’anno 2023.
In pratica se nel suo complesso il fenomeno infortunistico sembra decisamente in calo, nel settore più a rischio “l’edilizia” il dato continua a salire.
E bene ha fatto il presidente nazionale della Federcepicostruzioni, ing. Antonio Lombardi, ad entrare a pieno titolo nel discorso per precisare che:
- Questi dati, per quanto provvisori, confermano ancora una volta la necessità di includere le Costruzioni in piani strategici ed operativi, specifici e peculiari. Non bastano, come denunciamo da tempo, ed anzi incidono infruttuosamente sulla sicurezza e negativamente sulle attività produttive, i tanti adempimenti cartacei e procedurali, e le Ispezioni continue nei cantieri, attribuite peraltro a una pluralità di enti. Occorre puntare sulla prevenzione reale e concreta, e sulla formazione degli operai, in cui spesso manca la reale contezza del pericolo nello svolgimento di alcune incombenze. Un’attività, quest’ultima, che deve partire già nelle scuole e che deve essere aggiornata di continuo con sistemi efficaci e coinvolgenti. Federcepicostruzioni è da sempre impegnata su questo fronte, ed ha definito, nella piattaforma contrattuale attenta anche all’innovazione, con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per rendere i cantieri più sicuri e ridurre al minimo i rischi.
Sottoscrivo tutto il pensiero dell’ing. Lombardi ed aggiungo: allora da dove cominciare ?; perché amici lettori qui siamo ad un punto di non ritorno nel senso che per contrastare il fenomeno bisogna ricominciare tutto daccapo e ripatire dal basso verso l’alto, cioè dai lavorati e dalle scuole (come saggiamente dice il presidente nazionale di Federcepicostruzioni), visto e considerato che tutte le partenze dall’alto verso il basso (cioè dallo Stato che balbetta e dalle imprese che secondo i male informati non rispettano le leggi e non fanno prevenzione) non hanno prodotto fin qui i risultati desiderati.
L’ho già scritto altre volte e non mi stanco di ripeterlo che il lavoratore, essendo il più diretto interessato, non mi è mai apparso molto cosciente dei suoi diritti all’incolumità ed alla salute attraverso la prevenzione e la sua stessa preparazione antinfortunistica che molto spesso, per non dire sempre, è alla base del fenomeno degli infortuni sul lavoro.
La stessa cosa vale per le scuole di ogni ordine e grado; si dovrebbe cominciare con i “fumetti alla Topolino” (come già la d.g. dell’Inail fece diversi anni or sono) per arrivare a “prove tecnico-pratiche” nelle scuole superiori e nei cantieri (come già 27 anni fa aveva cominciato a fare l’Inail della Campania grazie all’allora direttore regionale Gabriele Goglia che con il mio aiuto creò un gruppo regionale della comunicazione continua e diffusa; gruppo rapidamente e improvvidamente smantellato da Luigina Vietri che gli subentrò nella direzione regionale). Di quell’esperienza bruscamente interrotta porto ancora dentro un forte rammarico; perché come succede sempre in questo Paese fu giudicata frettolosamente come una perdita di tempo.
Per chiudere, già in passato ho scritto di queste cose e mi aspettavo (almeno dall’ing. Lombardi) che le intenzioni non si fermassero ai comunicati; fino ad oggi, però, niente si è mosso. Ma domani, si sa, è un altro giorno.