U.S.A.: l’America, Palm Beach, Trump, l‘economia e la sicurezza

 

Aldo Bianchini

PALM BEACH – Le foto inserite in questo articolo sono originali perché scattate direttamente da me nel corso della mattinata del 1° febbraio 2025; questo, ovviamente, per spiegare meglio il contesto in cui nasce l’esigenza di scrivere l’articolo stesso.

Qui a Palm Beach, negli ultimi giorni, si è sparsa la notizia che lo “sceriffo” della Contea avrebbe chiesto al Governo Federale un appannaggio di ulteriori 45milioni di dollari all’anno (che moltiplicati per quttro farebbero 180milioni di dollari) per meglio pianificare la sicurezza del Presidente Donald Trump nel corso delle sue continue presenze (soprattutto nei weekend) nel suo “buen retiro” d Mar-a-lago tra le sue stupende ville e il suo inavvicinabile “Trump International Golf Club” (inavvicinabile innanzitutto perché la quota annuale di iscrizione supera i 400mila dollari pro-capite).

La notizia dei 45milioni di dollari in Italia avrebbe scatenato l’ira dell’opposizione (con la Schlein – Conte – Renzi – Calenda – Fratoianni e l’immarcescibile Angelo Bonelli che fa danni alla sinistra ogni volta che apre bocca) che avrebbe fatto le barricate se la Meloni avesse chiesto più soldi per la sua sicurezza.

La differenza tra noi e gli USA è che qui una notizia del genere è scivolata tranquillamente sulla pelle degli americani medi (la famosa “pancia”) che prestano attenzione molto di più agli spetti economici della presidenza Trump; difatti, solo per fare un esempio, a poche settimane dal suo insediamento il costo della benzina (motore pulsante dell’economia) è sceso da 5,10$ a gallone (cioè quattro litri) di due dollari per attestarsi intorno ai 3$ a gallone; un salto di enorme qualità molto apprezzato da tutti gli americani. Altro che la storia fantasiosa dei dazi.

Avendo saputo che l’Air Force One presidenziale era atterrato nell’aeroporto internazionale di Palm Beach nel corso del pomeriggio di venerdì 31 gennaio 2025 mi sono mosso da casa per andare a verificare, de visu, quali fossero queste ingenti misure di sicurezza alla base di una simile richiesta dello sceriffo Ric Bradshaw; motivate anche dal fatto che proprio nei pressi del “Trump International Golf Club” il 15 settembre 2024 c’era stata una sparatoria per il secondo attentato contro l’allora candidato presidente Trump, ed alla luce anche del recentissimo arresto del 24 gennaio 2025 di Shannon Depararra Atkins, un uomo di 46 anni residente a West Palm Beach accusato di aver fatto minacce online contro il presidente Donald Trump.

Ebbene lo spettacolo che mi si è presentato dinanzi agli occhi è stato impressionante; l’areo del presidente era totalmente circondato da grossi pullman (come quelli che si usano per i trasporti scolastici) dotati di tutte le attrezzature tecnologiche (e ovviamente di uomini dei servizi speciali) atte a prevenire e contrastare qualsiasi tipo di eventuale attentato.

Insomma l’Air Force One trasformato in un autentica fortezza inespugnabile che per la sua organizzazione, secondo lo sceriffo, sarebbero previste spese elevatissime e tali da giustificare la richiesta di ulteriori 45milioni di dollari all’anno.

Con l’aggiunta, badate bene, di altri 3milioni di dollari all’anno soltanto per il fastidio rumoroso che l’enorme 747 provocherebbe sulla popolazione per i suoi atterraggi e decolli; ma questa somma, si dice, verrebbe pagata direttamente da Trump per sua specifico desiderio.

Questa è l’America, amici lettori.

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