Aldo Bianchini
VALLO di DIANO – Il sentore-avvocato Michele Pinto vive, circondato dall’affetto dei suoi cari, stabilmente a Roma da tempo, ma le sue origini e i suoi inizi professionali e politici sono tutti legati al territorio del Vallo di Diano ed a Teggiano in particolare; territorio che oggi appare ancora molto legato alla figura del senatore-ministro con un legame, quasi simbiotico, che si estende anche al resto del territorio provinciale.
Non avrei, comunque, mai immaginato che il mio articolo “Michele Pinto, uomo dell’anno 2024” pubblicato lo scorso 2 gennaio potesse avere una risonanza così vasta, tale da dare al personaggio un dimensione super partes inimmaginabile; segno questo della grande autorevolezza con cui il senatore si è posto e si pone agli occhi di tutti; con la giusta dose di umiltà che è la caratteristica primaria degli uomini senza tempo che sanno esserci anche senza esserci.
Tantissimi sono stati i lettori che hanno inteso testimoniare, da tutta la provincia, la loro ammirazione per il “personaggio Pinto” che va ben oltre “la storia dell’avvocato prestato alla politica”; ne ho scelti soltanto alcuni che qui di seguito pubblichiamo. Il sen. avv. Michele Pinto si è distinto dalla massa in quanto ha saputo centellinare la clientela non facendosi mai massificare dal “Dio denaro”, a volte anche sbagliando.
Mi è parsa, quindi, doverosa la pubblicazione dei post come piccolo omaggio ad un personaggio, professionista e politico, che ha inciso tantissimo nella storia passata e recente del nostro territorio.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Carlo Correra, già magistrato e attuale avvocato specializzato in diritto degli alimenti (8.1.25): Grande stima per l’ Avvocato e Senatore Michele Pinto che ho avuto modo di apprezzare nelle mie due vite da “togato”. Infatti da Pretore a Salerno negli anni ‘80 in aula ho sempre ammirato non solo la sua preparazione giuridica, ma anche lo stile professionale di grande correttezza e collaborazione con il magistrato. Con la mia “seconda toga” di Avvocato specializzato in diritto degli alimenti ho apprezzato molto il Senatore Pinto soprattutto come Ministro dell’ Agricoltura per l’ acutezza ed il senso di responsabilità e lungimiranza con cui ricoprì la carica ministeriale di un Ministero che fino a quel momento era stato classificato un po’ da serie B, tanto che, se mal non ricordo, qualche forza politica incosciente varò persino un referendum per proporne l’ abolizione, referendum vanificato dall’ accorgimento di una tempestiva modifica della denominazione ministeriale. Il Ministro Pinto invece non fu Ministro dell’ Agricoltura per caso ovvero per le spartizioni ministeriali consuete nella prima Repubblica, ma lo fu con una lungimiranza ed una apertura mentale non consueta nella classe politica italiana, neppure in questa della seconda ( o terza ? ) Repubblica. Lo affermo ricordando un particolare episodio ovvero la soluzione che diede ad un problema che riguardava specificatamente alcune innovazioni tecnologiche che si sollecitava di autorizzare per la produzione di “ Grana Padano”, formaggio da pochi mesi riconosciuto come DOP, unitamente ad altri ( Parmigiano Reggiano in testa ), nel quadro delle nuove normative CEE del 1996. Orbene di fronte alla richiesta di un chiarimento per il Grana Padano il Ministro Pinto non si limitò a far emanare un provvedimento specifico per questo prodotto, ma con un decreto ministeriale dell’ ottobre 1997 nominò una Commissione di esperti del settore lattiero caseario, tra cui due autentici scienziati della materia: il professor Resmini dell’ Università di Milano ed il professor Francesco Addeo della Facoltà di Agraria presso l’ Università di Napoli, peraltro quest’ ultimo già mio perito in alcuni importanti processi presso la Pretura di Salerno ed ancora oggi punto di riferimento nazionale in materia. A questa Commissione il Ministro Pinto affidò il compito di elaborare le Linee Guida per tutto il comparto dei prodotti caseari DOP italiani in modo che non vi fossero poi tante soluzioni individuali e magari neppure coincidenti da un prodotto all’ altro. Dieci mesi dopo, il 4 agosto 1998, la Commissione ufficializzava le Linee Guida richieste dal Ministro Pinto. Un lavoro serio e lungimirante nell’interesse di tutto un comparto ancora oggi trainante per l’intero settore agroalimentare italiano con rivalutazione di un Ministero oggi denominato “ Ministero dell’ Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste “.
Giuseppe Amorelli, avvocato di Sapri (2.1.25): Eccellente personaggio come politico e come avvocato; Mario Salucci, dirigente medico ospedale Pagani (2.125); Un bella esperienza che andava condivisa; Giovanni Cancellaro, imprenditore di Padula (2.1.25): Lui Pinto, il tuo scritto un vero dipinto, complimenti; Stefano Antonello Aumenta, dirigente bancario di Sassano (2.1.25): Condivido
Raffaele Accetta, architetto e già sindaco di Monte San Giacomo e presidente della Comunità Montana (2.1.25): Il Sen. Michele Pinto: Uno dei pochi politici seri che ho conosciuto nel corso della mia lunga esperienza di amministratore locale che mi ha sempre trattato con grande rispetto e tanto garbo, pur non essendo stato un suo elettore. E’ stato un politico che, a mio avviso, ha ben rappresentato il nostro territorio con la sua indiscussa capacità, l’impegno costante e la grande onestà, caratteristiche non sempre riscontrabili nei rappresentanti politici attuali. La sua correttezza ebbi modo anche io di apprezzarla, qualche anno fa, con una telefonata fatta prima e dopo, in occasione della candidatura di sua figlia alle primarie del PD, e mi sorprese non poco oltre per il suo garbo, la riconoscenza ma soprattutto la gratitudine manifestata per una semplice disponibilità che io assicurai. Un politico e un uomo di altri tempi che spero sia di esempio per chi intende fare politica e rappresentare degnamente i propri elettori.
Michele Albanese, già direttore generale della Baca Monte Pruno e attuale presidente della Fondazione Monte Pruno (2.1.25): Caro Aldo il tuo ultimo editoriale è un bell’esempio di narrazione che mette in luce il valore dell’umanità, dell’umiltà e della sincerità nei rapporti personali e professionali, non sempre scontati, in un contesto spesso considerato rigido e impersonale come quello della politica. Il passaggio sulla telefonata del senatore Michele Pinto rappresenta il cuore emotivo del tuo racconto: in esso si evidenzia la capacità di un uomo, che va oltre il titolo di senatore, di essere capace, con disarmante modestia, di esprimere gratitudine e riconoscenza verso il giornalista, sottolineando la stima reciproca che si fonda su anni di osservazione e di scambio, seppur limitato e che riesce a trasmettere la profondità e la calma di un uomo che, pur avendo attraversato decenni di vita politica e istituzionale, conserva intatti i valori dell’autenticità e del rispetto. Questo gesto, semplice ma significativo, esalta la qualità dell’umiltà, spesso (quasi sempre) dimenticata in chi ha ricoperto ruoli di potere. Altro aspetto che mi è piaciuto e la tua abilità nel cogliere e raccontare l’essenza del momento, arricchendolo con ricordi di incontri passati che testimoniano la coerenza del senatore Pinto nel difendere principi fondamentali come la libertà di stampa e l’autonomia professionale. Questo episodio personale assume così una valenza universale, diventando un monito su quanto siano importanti, nella vita pubblica e privata, la trasparenza, l’empatia e la capacità di riconoscere il valore altrui, cosa che i politici di oggi, e non solo, si sognano.
Paolo Carrano, avvocato di Teggiano ed esponente del partito Fratelli d’Italia: Caro direttore nel condividere e rafforzare il suo pensiero, aggiungo che il Senatore Pinto è’ uno degli ultimi testimoni di una generazione che ha ancora tanto da insegnare alla politica, all’ avvocatura e non solo. Nonostante sia uscito dalla scena politica è stato ed è una colonna della vita pubblica del nostro Vallo di Diano e della nostra bella Italia. Le virtù del Senatore Pinto hanno caratterizzato una vita nutrita di ideali. Ha curato un sincero dialogo interiore verso una politica nel senso più illustre del termine. Un Politico da dove tanti rappresentanti della vita pubblica dovrebbero trarre esempio.
Nicola Femminella, docente, giornalista, storico del Vallo di Diano e Cilento: Carissimo Direttore, ho letto il tuo articolo nel quale hai espresso la tua stima nei confronti del Sen. Michele Pinto, portando a conoscenza alcuni episodi significativi a sostegno di tale tua considerazione nei suoi confronti. Avendo frequentato “da vicino” il Senatore, condivido pienamente l’alto giudizio da te espresso. Era, il suo, un modo di intendere l’elezione al seggio senatoriale della Repubblica Italiana che, molto probabilmente, non è oggi prerogativa e nota caratterizzante della maggioranza dei parlamentari. Conosciuto l’esito positivo della sua candidatura, assumeva nel medesimo istante un rapporto profondo con chi lo aveva determinato, un patto da onorare per tutta la durata del suo mandato e che per nessun motivo avrebbe violato. Una assunzione di responsabilità che passava rasente la sacralità. Una interazione fondata su un impegno senza pausa alcuna, instancabile e tenace, scandito da una azione quotidiana a sostegno dei bisogni e delle esigenze del territorio di cui era rappresentante nell’alta Camera del Senato. L’incarico assunto si dispiegava poi in azioni quotidiane: una intensa attività nel promuovere leggi necessarie e utili al Paese (ricordo la legge Pinto N°89 del 2001, importante), una frequenza assidua nell’aula del Senato e nelle commissioni di cui faceva parte, con contributi di gran rilievo alla stesura dei documenti finali, una segreteria sempre aperta a coloro che gli si rivolgevano a vario titolo, visite settimanali nelle sezioni del collegio per raccogliere indicazioni e richieste di amministratori e singoli cittadini, consulenze gratuite nel campo del settore giudiziario di cui era principe illustre ed erudito. Allorquando veniva nelle nostre sezioni e compilava “il foglietto” con gli impegni proposti dai cittadini e fatti propri, iniziava, insieme agli instancabili collaboratori della sua segreteria, il percorso per portare a termine positivamente ogni istanza. Il resto lo sbrigava lui direttamente a Roma, facilitato anche da una rete di funzionari, direttori generali, uomini di governo, che lo stimavano e lo tenevano nella massima considerazione. Non a caso è stato Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali nel governo Prodi del 1996, Vicepresidente del Senato, Presidente di commissione e titolare di incarichi di prestigio del massimo livello. Solo un esempio delle mille testimonianze che potrei fornire. Avevamo individuato in una istituzione finanziaria lo strumento necessario per promuovere l’artigianato e l’agricoltura nel Vallo di Diano: una Cassa Rurale e Artigiana. Ci mettemmo al lavoro: lui a Roma presso la Banca d’Italia per chiedere notizie circa l’iter da seguire; io con alcuni amici a raccogliere adesioni tra i contadini e gli artigiani. Presentammo i documenti alla Banca d’Italia. La richiesta fu respinta più volte ma sempre reiterata ostinatamente dal Senatore, anche se la delusione cercava di sedare i suoi tentativi ostinati. Finalmente giunse l’autorizzazione dalla Banca d’Italia per l’apertura della nostra sospirata Cassa Rurale e Artigiana. Subito dopo l’inaugurazione… la sua lungimiranza e le sue visioni ripresero quota. Durante un viaggio in auto, mi disse di organizzare un incontro con i Presidenti delle altre casse rurali presenti nel Vallo di Diano. Per istituire la Banca delle casse rurali e artigiani del Vallo di Diano. Superare la dimensione e gli steccati del “piccolo Comune” per costruire una “cultura del comprensorio”! Un assunto che ancora oggi si propone con forza nell’intero Cilento. Mi rimisi al lavoro ma il risultato non giunse, perché l’atavico e dannoso male del localismo che ancora imperversa dalle nostre parti e coloro che non avevano frequentato con profitto la “Scuola Pintiana” annullarono ogni mia comunicazione e declinarono l’invito del Senatore. Il che lo addolorò non poco. Tutti noi sappiamo come sono andate a finire le nostre Banche di Credito Cooperativo di Silla e Buonabitacolo! Accanto alla gratitudine che porto nei confronti di alcuni eminenti personaggi da me incontrati, che sono stati miei maestri di vita e ai quali quotidianamente rivolgo la mia gratitudine per aver concorso alla mia formazione, sicuramente il Sen. Miche Pinto occupa un posto preminente e di sicuro lo stesso sentimento potranno esprimerlo tutti coloro che hanno avuto l’opportunità e la fortuna di avere avuto un qualche tipo di rapporto con lui, seppure fugace e occasionale, perché immediata è l’umiltà, la signorilità, unita alla sua autorevolezza, i valori umani e interpersonali, la rinomanza che continua ad emanare la sua figura.