da Antonio Cortese (docente – giornalista)
I media di mezzo mondo, analisi dopo analisi scarseggiano di memoria dimenticando la rivoluzione dei trattori pochi mesi fa.
I dati sconcertanti per i “transazionisti” del settore industriale, dalle automobili agli altri dell’automazione, fanno d’altro canto felici milioni di agricoltori e tutto l’indotto del food alimentare, che invece almeno da quanto si comunica via notiziari francesi, é tornato nel proprio ruolo gerarchico economicamente e produttivamente.
La crisi dell’automazione e della meccanica automobilistica soffre a mio avviso di una specie ipertrofica della comunicazione, un limite dell’esasperazione che negli ultimi cinquanta anni ha anteposto nei consumatori il bisogno a nuove vetture e veicoli, quasi come un ordine morale più importante anche del settore edilizio, che in tale scenario post moderno avrebbe dovuto fare da locomotiva.
La raffica pubblicitaria quotidiana somministrata alle audience fatta di taeg e tan, rottamazioni, approvazione della finanziaria (o della fidanzata), concessionarie messe prime per importanza rispetto addirittura agli istituiti di credito, valori e mode per cui la reputation dipendesse dal vestito automobilistico su strada invece di una semplice e normale educazione civica, ha portato allo stato attuale.
Dispiace notare la mancanza di coscienza e responsabilità da parte dei media italiana che rullano notizie senza gerarchia di agenda setting, infatti pensano a Putin, Trump e Musk come prima headline, invece di pensare all’Italia e quindi cominciare i tiggì innanzitutto coi fatti nostri, con la miriade di questioni in ballo a livello nazionale ed europeo.
Sento il dovere di avvisare ai pochi lettori attenti che i tg per radio in automobile o a casa sono pigre imitazioni e copia ed incolla dei notiziari esteri, da parte di redazioni con speaker e giornalisti che la sera prima nella gran parte dei casi hanno perso tempo tra un’aperitivo ed uno stuzzichino senza darsi da fare a cercare le vere notizie del proprio paese, città o nazione.
Tali pappagalli dell’informazione si stanno bisticciando ancora oggi se sia meglio vendere le vecchie illusioni di Trump o le nuove e più realistiche di Musk, perdendo di vista le proprie priorità tematiche da trattare in seno ad un’industria dell’informazione, specialmente di bandiera.