Aldo Bianchini
SALERNO – La giornalista Cecilia Sala per la felicità di tutti è tornata a casa grazie al perfetto funzionamento del “sistema italiano” di interconnessione tra i vari Organi con la regia attenta e abilissima della premier Giorgia Meloni che con la sua azione diretta e personale della notte tra il 4 e il 5 gennaio (blitz in Florida a Mar- a –Lago da Trump); un blitz che ha sorpreso tutti e sul quale tutti si stavano avventando per massacrarla nella certezza che non sarebbe accaduto nulla dopo le 3ore e 37minuti trascorsi con Tump, un tempo ristretto che già qualcuno cercava di far passare come un atto della Meloni già sottoscritto con Musk in barba anche all’unione europea.
IL COSTO: Senza un risultato pratico, visibile e fisico era doveroso e logico chiedersi (come ho scritto il 6 gennaio) se il gioco vale la candela (liberazione della Sala, aumento dei rapporti commerciali che si valutano negli anni, consolidamento dell’amicizia USA-ITALA, individuazione dell’Italia come Paese di riferimento dell’America in Europa), e la Meloni ha dimostrato con la liberazione immediata (8.1.25 della Sala) che non c’è costo che tenga di fronte ad una vita umana che viene salvata con una super azione di politica unita all’intelligence. Anche la farsa del mancato avviso del blitz al ministro degli esteri sprofonda sotto traccia; le cose si fanno veloci, senza tentennamenti e quasi nel massimo riserbo. Che piaccia o meno.
I CAZZOTTI VIOLENTI: Il successo straordinario della Meloni in campo internazionale mette a tappeto ed a tacere tutti. Quando pochi giorni fa ha stretto le braccia della giovane Cecilia mi è parso che dagli schermi televisivi venisse fuori anche l’immagine virtuale di un ring sul quale uno dopo l’altro la Meloni affrontava i suoi avversari (Schlein, Calenda, Renzi, Conte ed altri) ai quali rifilava veri cazzotti-uppercut da ko.
IL CONSIGLIO DI VESPA ALLA MELONI – Nel “punto di Vespa” del 4.1.25 su Il Mattino il notissimo giornalista-scrittore diceva: “Una formula efficace, ma più neutra consisterebbe nell’espulsione dell’ingegnere iraniano contestuale a quella della Sala. Un dito negli occhi degli Stati Uniti ? Gli americani sono stati sempre molto attenti a riportare a casa i loro uomini coinvolti in situazioni delicate. Valga per tutti la strage del Cermis del 1998: violando ogni regola un aereo militare americano tranciò i cavi di una funivia uccidendo venti persone. Nonostante i magistrati trentini avessero impedito un occultamento delle prove già in atto, i piloti rientrarono negli Stati Uniti dove furono assolti. Meglio chiudere dunque la pratica con l’amministrazione Biden (il presidente uscente sarà in Italia il 9 gennaio), perché il primo gesto di Trump difficilmente sarebbe distensivo nei confronti del regime iraniano”.
La Meloni è andata anche oltre e, pur avendo letto il consiglio, è riuscita ad infilarsi alla grande nello strettissimo e complicatissimo spazio tra la chiusura di Biden e l’avvio di Trump, spiazzando proprio tutti. Ed oggi sarà l’unica leder europea presente a Washington per l’investitura del ritornato presidente.
E benissimo ha fatto il direttore de Il Mattino, Roberto Napolitano, a scrivere nel suo editoriale del 9 gennaio scorso: “Questo risultato straordinario è un successo suo personale e del sistema italiano. Dimostra che la nostra presidente del consiglio ha un sua leader schip reale internazionale, il tempismo e la forza delle sue interlocuzioni americane mostrano la concretezza delle donne di stato che cambiano le cose. Perchè è riuscita a sfruttare abilmente la finestra temporale ristretta del passaggio di consegne tra Biden e Trump dialogando con le strutture di entrambi, ma soprattutto ha rivelato nei fatti di avere una speciale interlocuzione transatlantica che non potrà non pesare in futuro … Quello che è accaduto con la liberazione così rapida di Cecilia Sala sulla quale molti almanaccavano negativamente fino a qualche ora prima, dimostra che non può essere neanche vero che intorno alla Meloni ci sono persone solo inventate …”.
CONCLUSIONE: Dalle parole di Bruno Vespa è venuto fuori anche che “Cecilia Sala non è una spericolata dilettante come quelle che in passato sono andate a cacciarsi in guai da cui l’hanno salvate a caro prezzo (contante) i nostri governi. Cecilia è una brava professionista e nonostante la giovane età ha una grande esperienza di situazioni più difficili di un reportage in Iran per il quale aveva chiesto tutte le autorizzazioni necessarie. A quanto ne sappiamo, si è mossa in modo trasparente comunicando perfino preventivamente alcune interviste che ha fatto”; finalmente è emersa una tragica verità, cioè che in questo Paese abbiamo tante giornaliste (solo femmine, nessun maschio) che pur di mettersi in mostra si buttano nel fuoco, tanto a pagarne le spese ci penserà sempre pantalone. Da qui la necessità di un definitivo e serio ragionamento su come porre dei precisi confini alle modalità con cui si fa informazione, anche quella di Cecilia Sala.