OGNI FAVOLA È UN GIOCO 

 

da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)

Domani inizia per gli USA, e presumiamo la maggior parte dell’Occidente, un nuovo cammino politico guidato dal ritorno di Donald Trump.
La maggior parte dei commentatori politici, per l’appunto parte ed evidentemente di parte, esprime già rammarico se non addirittura sdegno per ciò che da domani potrebbe accadere all’Italia, all’Europa e al mondo intero.
Codesta parte sembra però aver presto dimenticato ciò che invece è accaduto, e ancora accade nel contesto delle guerre attuali, in Europa e nel mondo.
In un mondo diviso, nuovamente spezzato in due, tra cielo e terra o mare e terra, come direbbe ancora Carl Schmitt, tutti prendono parte per gli uni o per gli altri.
Perfino i leader religiosi, sollecitati dal gioco dei media, manifestamente o velatamente si schierano, prostrandosi all’attualità (actualitas) del proprio tempo.
Ma, non è trascorso molto tempo da quando un uomo, un tedesco, si mise in testa di ordinare l’intero mondo; di convogliare tutta l’energia vitale del cosmo attraverso e mediante la propria spada (vajra).
È una storia purtroppo vera, che ha dato corso ad una seconda guerra mondiale, soltanto pochi anni dopo la prima, ma anticipata millenni e millenni ancor prima dal racconto originale della “creazione” e della tradizione prevedica.
Gli ultimi trent’anni sono stati anni di guerra, quasi ovunque. Mentre i commentatori dell’una e dell’altra parte, sempre gli stessi, si affannavano e si affannano a favoleggiare riguardo a “il migliore dei mondi possibili”.
Evidentemente non è stato, e non è mai, così.
Si dice che non abbiamo altro che la parola, che la parola abbia un potere addirittura superiore a quello della spada.
E tuttavia sembra che la nostra parola serva piuttosto a perpetuare la divisione, nient’affatto originaria, tra il cielo e la terra, i popoli del mare e i popoli della terra, il nord e il sud, l’est e l’ovest; e viceversa.
Alcuni dicono che l’avvento di Donald Trump potrebbe mettere fine ad almeno parte delle guerre in corso. Vedremo, se cambierà qualcosa rispetto al passato, e in particolare con riferimento al passato di questi ultimi trent’anni.
Quanto al presente, “eterno”, personalmente preferisco insistere e raccontare di quell’era originaria di cui peraltro è detto in tutte le tradizioni.
Direte forse che le mie sono soltanto favole, e allora ribatto dicendo che, senz’alcuna ombra di dubbio alcuno, le mie sono senz’altro più vere delle vostre.

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