Aldo Bianchini
SALERNO – Fortunatamente abbiamo evitato una “figura di …..” davanti al mondo intero; grazie, quindi, a quei giudici del Tribunale di Palermo che hanno mandato assolto (in 1°) l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini rispetto alle straordinariamente esasperate accuse da parte della Procura della Repubblica siciliana che lo voleva addirittura in galera per sei anni. Subito dopo la lettura della sentenza i grandi net work del Pese si sono sbizzarriti a commentare in vari modi la clamorosa sentenza.
LA SENTENZA: E’ stata clamorosa perché sembrava impossibile trovare una via di fuga per assolvere Salvini e offrire anche una scappatoia alla pubblica accusa per la grande “figura di …..” che si avvicinava al galoppo. Così non è stato, almeno d quanto emerge dalle prime indiscrezioni anche se bisognerà attendere le motivazioni che hanno portato a questa sentenza. Difatti solitamente in casi giudiziari come questo le sentenze, anche se assolutorie, riescono sempre a mantenere un opportuno, ma ingiusto, equilibrio tra la difesa e la pubblica accusa. In questo caso, però, il giudizio al momento sembra tranciante e senza alcuna possibilità di equivoci; la grande professionalità dell’avv. Giulia Bongiorno è da ritenere inattaccabile quando dichiara che ci si trova dinanzi ad una sentenza senza se e senza ma. E ora ?, mi auguro un sussulto di dignità della pubblica accusa di non ricorrere in appello, per buona pace di tutti. In caso contrario è segno che la guerra continua. Anche perché spiegare ai cittadini come mi per un caso così mediatico c’è un abisso tra le conclusioni della procura e la sentenza dei giudici.
LE PRIME REAZIONI: Da vecchio socialista moderato quale sono ho sempre molto apprezzato, in questi ultimi tempi, il pensiero di Piero Sansonetti (direttore de L’Unità) che mi appariva come persona saggia in grado di ragionare sui fatti senza farsi travolgere dalla sua innegabile indole di comunista radicale; insomma mi era parso un uomo di sinistra ortodossa capace di effettuare sempre coerentemente un’analisi dei fatti senza una posizione preconcetta comune a quasi tutti gli aderenti alla sinistra italiana. Sansonetti questa volta, però, mi ha deluso profondamente perché nel corso della diretta televisiva “4 di sera” del 20 dicembre scorso su Rete/4 si è lasciato travolgere dall’istinto primordiale del “comunista comunista” che dice la sua con forza, virulenza e arroganza senza lasciare nemmeno uno spiraglio al ragionamento. Un vero peccato.
MATTEO SALVINI: Che Salvini sia un soggetto politico divisivo, scorbutico e indolente non è una scoperta di oggi; Salvini suscita odio oppure amore, dipende dai punti di vista. Ma accusare Salvini di “sequestro di persona” mi è sembrato, fin dall’inizio, una cazzata così grande che fatalmente avrebbe travolto i pubblici accusatori accecati più dall’odio contro la persona che da un sano e indipendente livello investigativo che dovrebbe sempre essere proprio di un qualsiasi magistrato, ancor di più quando è delegato nel difficile ruolo di accusare sulla base di prove concrete e non di fantasiose rielaborazioni che sanno più di politica che di giustizia. Per non arrivare all’assurdo di assolvere Carola Rackete (capitana di una nave ong ed ora eurodeputata), che violò il blocco navale e speronò addirittura una nostra nave della Guardia Costiera, pur di andare contro Salvini; quasi come raccontava Luca Palamara nel suo libro scandalo sul CSM e su molti magistrati.
LA SINISTRA e il GOVERNO: Da questa assurda vicenda la sinistra italiana ne esce malconcia e nuovamente l’azione di quei pubblici ministeri produrrà inevitabilmente un travaso di voti verso la destra. Il governo nazionale ne esce rafforzato e potrà giostrare meglio le sue forze verso la riforma della giustizia e verso l’idea di Paese Sovrano e intoccabile che la meloni vuole garantire al suo governo. Ma la destra, ovviamente, deve stare molto attenta perché i percorsi politici sono assolutamente tortuosi; proprio come ha dimostrato Elly Schlein (PD) che proprio la mattina del 20 dicembre aveva inondato le prime pagine di quasi tutti i grandi quotidiani con la frase sibillina “La sinistra si tenga pronta in caso di voto anticipato”, sperando forse che i giudici siciliani le avessero offerto su un piatto d’argento la testa di Salvini e, conseguentemente, del governo.