BANCA MONTE PRUNO: quale futuro per Michele ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche giorno fa, nell’immediatezza della lettera (datata 15.12.24) notificata a tutti i soci della banca e resa pubblica attraverso FB, ho inviato via whatsapp un brevissimo messaggio all’autore della stessa lettera, il direttore generale uscente Michele Albanese, da 34 anni al governo esecutivo della struttura che lo ha visto operativo da circa 48 anni. Non mi ha ancora risposto, forse perché la cripticità del mio messaggio si offre alle più svariate interpretazioni.

Il documento in se è di una semplicità ed una chiarezza quasi disarmante, ma è anche un documento forte dal punto di vista affettivo; un documento con cui il vincente Michele Albanese si destreggia con assoluta abilità tra ricordi, affetti, sacrifici, gioie, amarezze, decisioni volute e non volute, sentimenti di gratitudine, certezze di un passato concretamente e completamente sviluppato, e lungimirante sicurezza di un futuro sempre migliore.

Sono questi, a mio avviso, gli ingredienti che hanno fatto degli Albanese una vera e propria dinastia in campo bancario, e non solo. E Michele, di quella dinastia, è stato e sarà il miglior interprete e protagonista anche per le svolte future che la BMP dovrà per forza e comunque avere se vorrà, come fermamente credo, continuare con la cosiddetta “dinastia dei Michele”; certo, ci vorrà del tempo, forse lo stesso tempo impiegato dal vigente Michele per ereditare in pieno le facoltà professionali e la stessa autorevolezza; giusto lo spacco, forse, di tempo che lui impiegò per assumere il comando pieno della sua banca che da due-tre impiegati in un garage della ditta Pecori lui. Michele, ha portato ai fasti di una banca di tutto rispetto con 140 dipendenti, 2820 soci, 2 sedi distaccate, 18 filiali e due in apertura, 35 bancomat, 57 servizi di cassa e tesoreria, 100 comuni di competenza su due regioni e tre province, per non parlare delle cifre astronomiche che caratterizzano l’essere banca tra entrate e uscite.

IL MIRACOLO DI MICHELE: In 48 anni della sua vita Michele Albanese è stato capace di destreggiarsi, nel variegato mondo della cultura bancaria, in maniera superlativa; dando fondo alle sue prerogative caratteriali molto positive (cosa che probabilmente non avevano o avevano poco i suoi predecessori) e avvalendosi di una cerchia ristrettissima di veri amici (tra i quali mi permetto di ricordare il prof. Antonio Ciniello) ha creato e consolidato un impero che oggi conta, e non poco, nel Gruppo Cassa Centrale come “migliore banca della regione Campania”. Alla luce di questo miracolo mi va di pensare che se un personaggio come Michele avesse avuto gli stessi strumenti operatici di Enrico Cuccia avrebbe sicuramente fatto di più e meglio per l’economia nazionale diffusa e non soltanto per quella egocentrica e dissipatrice dei grandi esponenti della finanza italiana. E c’è un altro aspetto che non va mai dimenticato quando si parla e/o si scrive di Michele Albanese: lui è stato capace di far sopravvivere, da solo, una media BCC dal tracollo spersonificante in cui sono precipitate le altre due BCC del Vallo di Diano (Sassano e Buonabitacolo) scomparse nel nulla; mentre la Banca Monte Pruno, orgogliosamente, continua a tenere la sua direzione generale in quel di Sant’Arsenio. Anche per questo tutto il Vallo di Diano dovrebbe essergliene grato.

LE CONSEGNE: Non sarà stato sicuramente un momento molto facile per Michele quello delle consegne della “sua banca” nelle mani del nuovo direttore generale dr. Cono Federico, bocconiano di razza che si distingue dai tanti semplici bocconiani, che lui stesso ha prima scelto e poi cresciuto e lanciato verso orizzonti forse inaspettati in una banca a dimensione “dinastica” come la Monte Pruno. Un passaggio delicatissimo garantito dall’assoluta preparazione professionale e fedeltà dell’allievo hanno creato, negli anni, le condizioni per una svolta non traumatica, piuttosto naturale e senza intoppi, tra il consenso generale e l’approvazione incondizionata della cosiddetta “trimurti” (Miscia, Rescinito e Nese) che in quel non lontano 2017 diedero vita alla “Fondazione Monte Pruno” affidandone la presidenza proprio a Michele Albanese. Il lavoro che aspetta Cono Federico non sarà facile, mettere in pratica l’eredità di Michele non è impresa da prendere sotto gamba; ma Cono ha tutte la carte in regola, e forse anche di più, per brillare anche di luce propria dopo aver camminato, sempre un passo indietro, a lungo con il suo mentore.

IL FUTURO DI MICHELE 2°: Dal 1° gennaio 2025 Michele uscirà dalla stanza esecutiva dei bottoni senza aver prima, da galantuomo qual è, stretto vigorosamente la mano al suo allievo prediletto, e dopo un breve periodo di assoluto riposo tra gli affetti suoi più cari, ritornerà al lavoro proficuo cui da svariati decenni è abituato; si siederà definitivamente sulla poltrona di “presidente della Fondazione Monte Pruno” da dove, con il solito garbo, indirizzerà e dirigerà le sorti del grande “Gruppo Monte Pruno” (Banca Monte Pruno, Circolo Banca Monte Pruno e Associazione Giovani Monte Pruno) frutto della sua stessa diligente visione del futuro fin da quando, mentre nelle altre BCC valdianesi infuriava la battaglia intestina per il potere, era addirittura inimmaginabile quello che poteva riservare il futuro per via dell’epocale riforma del sistema bancario italiano ed internazionale. Tutto questo, ovviamente, nell’attesa del probabile ma ancor lontano arrivo sulla scena di Michele 3°. Buon 2025 carissimo Michele Albanese.

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