L’ALBERO di NATALE (3): la rabbia del verminaio fin sotto l’albero … ma “Vicienz me pate a  me”

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Terza puntata sui fatti e misfatti della città capoluogo e della provincia di Salerno (del resto il sottotitolo di questo giornale è appunto “Fatti e misfatti della città e della provincia”) che, in alcuni casi, incominciano a prendere corpo con una definizione maggiore rispetto al passato nell’atteggiamento della Procura “new age” agli ordini del capo Giuseppe Borrelli.

Sicurezza, pacatezza, poche chiacchiere e tanta sobrietà contraddistinguono i membri del “pool della legalità” che si muovono con serena e intima convinzione nell’ottica di indagare ma senza mai assumere toni rabbiosi nei confronti degli indagati (soprattutto quelli della sfera politica) accettando le sfide che si traducono in duelli altamente politicizzati e, quindi, molto rischiosi per chi indaga in quanto sul terreno scivoloso delle istituzioni, nell’ambito della Pubblica Amministrazione (P.A.), spesso si inciampa e si cade rovinosamente; ma di questo è giusto parlarne in maniera più ampia in una delle prossime puntate.

 

LA RABBIA: La dott.ssa Ombretta Cecchini, psicoterapeuta di livello internazionale, scrive: “La rabbia è una cattiva consigliera. Prima di parlare conta fino a 10 e poi … rimani comunque in silenzio per molto tempo ancora. Parlare, discutere o prendere decisioni è sempre inopportuno. A volte è più facile nell’immediato, ma può portare a pentirsi successivamente. Sull’onda delle emozioni si possono fare o dire molte cose di cui non siamo totalmente convinti o che non riusciamo a mantenere. Se devi fare una scelta, prendere una decisione o avere un confronto … meglio aspettare che torni la calma. Hai mai fatto cose in un momento di rabbia di cui ti sei pentito?”.

 

SOTTO L’ALBERO: Dunque mentre in Procura, più o meno nelle stesse ore del 7 dicembre scorso, il dr. Borrelli circondato dai suoi fedelissimi incominciava ad appendere non semplici palline colorate ma pesantissime (dal punto di vista politico-giudiziario) figurine di indagati eccellenti, dall’altra parte, cioè nella piazza cittadina che da sempre ha contrassegnato i momenti dei successi social-politici di Vincenzo De Luca (da quel famoso e storico striscione “Vicienz me pate a me”), il governatore è andato su tutte le furie per un colposo ritardo negli ultimi preparativi prima dell’accensione dell’albero ed è andato via indignato oltre ogni plausibile misura. Capisco che nel ferreo lucano c’è comunque questa parte caratteriale facilmente irascibile ma l’esperto politico che è in lui avrebbe dovuto consigliare estrema cautela in un momento così delicato: terzo mandato e inchiesta giudiziaria CIF che è la più pericolosa tra quelle avviate da Borrelli (Coop – Alfieri – Vassallo).

 

IL VERMINAIO: Difatti se tracima l’inchiesta CIF, vero verminaio di Cava de’ Tirreni, l’onda giudiziaria potrebbe davvero arrecare serissimi danni all’impalcatura storica del “sistema di potere politico deluchiano”, con ovvie ripercussioni che partendo da Cava invaderebbero Salerno, Eboli, Scafati, Capaccio, Agropoli, Angri, Ascea, Baronissi (ed altri !!) in quel che, incontestabilmente, è stto il terreno più prolifico per le conquiste politiche a tutto tondo del re delle “cene a base di fritture di pesce”. Ma Cava, per la cronaca, sta opponendo una strategia micidiale ed al momento produttiva: sacrificare sull’altare della patria non la mitica Ifigenia ma il primo malcapitato e ipotetico colpevole che può essere messo in relazione con i vari comuni del CIF e che latri non è se non Francesco Sorrentino, il quale sarà anche colpevole (se verrà dimostrato !!) ma sicuramente non è l’unico colpevole, cioè il colpevole per eccellenza.

 

E le pesanti figurine che Borrelli sta appendendo all’albero ?, per il momento è giusto fermarsi qui ed augurare a tutti, anche agli indagati, un sereno 2025.

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