Aldo Bianchini
SALERNO – Nelle ultime ore sembra quasi essere ritornati alla favoletta di “Biancaneve e i sette nani” ed al momento in cui la perfida regina “Elly Schlein” si pone davanti allo specchio magico per chiedere “Chi è la più bella e più potente del reame”; nella storia di oggi la regina più bella e più potente del reame è Giorgia Meloni e lo specchio magico è uno dei più importanti osservatori di carta stampata della politica internazionale: “Politico” di marca statunitense (non poteva mancare !!) con costola europea.
L’osservatore americano ha stilato una sorta di classifica di potere dei personaggi politici europei; ciò avviene ogni anno e da diversi anni vengono scelti “28 personalità che si sono rivelate più influenti nel Vecchio Continente negli ultimi dodici mesi, a prescindere dai giudizi di merito sulle singole personalità” (fonte Il Mattino).
La regina perfida ha perso la sua battaglia e d’improvviso non è la più bella e neppure la più potente donna italiana al cospetto di Biancaneve che, dopo tanti insulti, è diventata la vera regina dello scenario italiano e di quello europeo. Piglia, pesa, incarta e porta a casa, avrebbe detto Pappagone !!
Fin qui la guerra tra le due “giaburrasca” della politica italiana; una guerra che ha evidenziato ancora una volta l’impossibilità di sostenere un dialogo costruttivo tra le due armate in causa. Difatti se la Meloni è la prima donna in Europa, come dice il Politico non sollecitato in questa direzione, per le armate opposte è ancora una fascista pur essendo nata quando il fascismo era già sepolto da diverse decine di anni; ma si capisce che quando non ci sono argomenti validi per combattere è facile accusare l’avversario di essere fascista.
Detto questo, però, resta il fatto della fiaba di Biancaneve che così come fu scritta rimanda alla storia la sconfitta della Regina Perfida e la vittoria della ragazza di borgata divenuta principessa; nella realtà, invece, potrebbe capitare anche il contrario, non che vinca la perfida ma che la bella ragazzina di borgata non riesca a reggere più di tanto la corona di regina anche per colpa del cosiddetto “fuoco amico”.
Vedremo come finirà, soltanto il tempo potrà dirci qualcosa di certo.
Sul terreno della battaglia resta un’amara constatazione, quella cioè di non poter attivare un minimo ragionamento costruttivo che prescinda dalle proprie e rispettive convinzioni ideologiche di vedere nell’avversario un nemico e non un semplice avversario. E lo dico da vecchio e moderato socialista.