Aldo Bianchini
SALERNO – Quando un evento merita è giusto continuare a parlarne anche se, in termini mediatici, è scomparso dai giornali e dalle tivvù; come nel caso del Boat Show 2024 di Salerno.
Insomma con un evento come quello di cui sopra è assolutamente necessario creare intorno allo stesso un sereno e costruttivo dibattito, anche perché qualsiasi tipo di organizzazione potrebbe vere bisogno di qualche correttivo, anche minimo ma utile alla crescita.
Intorno all’evento del Bot Show è nato, grazie all’ammiraglio Gaetano Perillo, un costruttivo dibattito sulla mancanza delle necessarie infrastrutture che darebbero alla grande esibizione della nautica da diporto una maggiore collocazione nel firmamento nazionale ed internazionale di un settore molto ricco della vita sociale.
Difatti è di queste ultime ore l’irruzione di Roma Capitale nel settore in questione con il primo grande salone nautico nazionale in cui, per fare un esempio, anche il Boat Show di Salerno dovrebbe potersi inserire a pieno titolo. Ma di questo scriverò in uno dei prossimi editoriali; oggi fermiamoci quello di Salerno ed alla nuova precisazione dell’ammiraglio Perillo:
Egr. direttore Bianchini,
Confesso che dal titolo dell’Editoriale del 27.11.24 mi era parso che volesse alludere ad un mio fioretto a San Matteo, pro Marina d’Arechi e dintorni.
Poi ho capito il significato di quel richiamo e allora mi sono ricordato di quando, all’incirca all’età di 10 anni, abitavo a Piazza Casalbore in una di quelle palazzine d’epoca, purtroppo oggi quasi tutte scomparse a seguito della furia edificatoria abbattutasi su Salerno dagli anni ’50 in poi. Avevo modo di entrare nella dirimpettaia sede della “Nedo Nadi”, situata in un locale sul lato sn della tribuna dello stadio comunale, e osservare gli assalti, di allenamento o di competizione, eseguiti dagli atleti. Imparavo così a distinguere per le tre armi – fioretto, sciabola e spada – le parti del corpo che per regolamento erano ammesse come bersagli validi ai fini del punteggio.
Ho trovato pertinente quindi l’abbinamento di ciò che negativamente circonda il Marina di Arechi con il “fioretto”, che riconosce validi solo i colpi della punta dell’arma andati a segno su un bersaglio ben individuato, il torso dell’avversario.
Ma, rimanendo nell’ambito della metafora sportiva, a fronte delle tante disfunzioni e/o inadempienze che in senso lato caratterizzano l’azione della pubblica Amministrazione, trovo che le armi da usare – più propriamente e senza “astuzia” – sarebbero la “sciabola”, o ancor più la “spada”, cioè armi che possono assestare colpi di punta di taglio e controtaglio su bersagli molto più allargati.
Al riguardo, non è un mistero che Salerno – accomunata del resto con molte altre realtà nazionali – non riesca a sfuggire alle tante pastoie che l’attanagliano, ogni qualvolta deve realizzare qualche opera pubblica.
Impietoso risulta quindi il raffronto fatto dal Direttore con quanto avviene negli Stati Uniti, dove la materia è gestita in maniera differente ed è produttiva di risultati concreti, ottenuti di norma in tempi congrui e compatibili con le difficoltà tecniche, economiche, finanziarie e procedurali delle opere da costruire.
A parte ogni altra considerazione, molto dipende anche dagli atteggiamenti comportamentali ivi esistenti, dei quali ci si rende conto quando si visitano gli States.
Anni fa, dopo un convegno a Washington sull’Automazione Navale, prima di rientrare decisi di telefonare ad una Zia emigrata da anni in America e abitante nel Connecticut. Attivai la comunicazione da un telefono pubblico della AT&T funzionante con le monete. Terminata la conversazione, notai che, pur avendo sforato i tempi, la stessa non era stata interrotta. Ma un attimo dopo udii una voce, proveniente dall’apparecchio, che cortesemente mi invitava ad inserire “thirty cents more”.
Forse altrove non avrei tenuto conto di quella richiesta. Ma allora mi sembrò giustamente una manifestazione di fiducia nei confronti di un utente e volentieri aggiunsi quanto dovuto.
L’episodio rappresenta solo un piccolo granello rispetto a quanto riportato dal Direttore nella efficace descrizione di come da quelle parti non esistono i “lacci e lacciuoli burocratici” tanto normali da noi e dove ha un valore aggiunto l’assenza sistematica dei contenziosi giudiziari, che in Italia sono una delle principali concause determinanti l’abnorme allungamento dei tempi di esecuzione delle opere pubbliche.
Qui a Salerno sarebbe veramente un miracolo se andasse a segno qualche preciso e ben assestato colpo di sciabola o di spada e si portassero finalmente a compimento ad es. il Raccordo della Porta Ovest o il Palazzetto dello sport, o si iniziassero realmente i lavori per la costruzione del nuovo Ruggi!!
F.to: Amm. Gaetano Perillo