Aldo Bianchini
SALERNO – La notizia c’è ed è di quelle grosse, assolutamente inedita, viene direttamente dalle segrete stanze della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno: “Questa sera, mentre in città il famoso albero di Natale in Piazza Portanova è stato acceso ieri tra polemiche e bizzarrie di Vincenzo De Luca, verrà acceso per la prima volta nella storia un albero di Natale in Procura, direttamente dal capo dr. Giuseppe Borrelli”.
Niente di che, potrebbe dire qualcuno; invece nella sostanza l’avvenimento deve essere letto in maniera molto diversa da come viene letto ogni anno l’accensione dell’albero in Piazza Portanova.
- L’albero civile, quello di Portanova, appare chiaro e luminoso perchè pieno di lampadine fosforescenti (nonostante il marchiano ritardo con cui è stata appesa la pallina della Polizia), di grosse palline colorate, di sproloqui linguistici e di promesse fasulle, ma anche di furiosi litigi, che danno all’albero quell’atmosfera natalizia attesa da migliaia di cittadini creduloni; con qualche buontempone che espone ancora il suo stravagante striscione “Vicienz’ me patre a me”;
- L’albero giudiziario, quello della Procura, da stasera apparirà più sinistro e scuro perché le lampadine e le palline sono state sostituite da piccole figurine con l’effige di tutti o quasi i rappresentanti del “sistema di potere politico” che partendo dall’inimitabile “Sistema Salerno” tocca il “sistema Cilento” e via via tutti gli altri sistemi di potere che, in pratica, si identificano almeno per Salerno e provincia nel “sistema di potere politico deluchiano”.
Dunque mentre in Piazza Amendola i politici hanno acceso le lampadine (sotto l’ira furiosa del ruvese Vincenzo che lascia tutti e va via, incazzato nero forse per l’albero in Procura) con il semplice tocco delle loro mani fatate e si si sono prodigati a fare promesse da marinaio ed a cercare le ultime possibili protezioni contro l’onda giudiziaria in arrivo, mostrando sempre una calma illusoria; in Procura i Sostituti Procuratori più vicini alla linea investigativa del capo Borrelli (i pm Marco Colamonici, Francesco Rotondo, Elena Guarino, Mafalda Maria Cioncoada, Luigi Alberto Cannavale, Alessandro Di Vico ed latri; i gip Valeria Campanile e Annamaria Ferraioli; ed alcuni giudici del riesame con in testa Gaetano Sgroia, per quella che in un precedente editoriale ho definito “la Procura new age” che da qualche anno a questa parte si è decisa finalmente a rivoltare Salerno e provincia come un calzino per stroncare definitivamente i vari sistemi di potere esistenti) si divertiranno invece a staccare l’una dopo l’altra le figurine che riempiono e abbelliscono l’albero giudiziario.
- Ovviamente quando scrivo “staccare le figurine” alludo a quei personaggi politici già entrati nel mirino della Procura (Nino Savastano – Vittorio Zoccola – Luca Caselli e tanti altri per le Coop Sociali; Franco Alfieri – Luca Cascone – Giovanni Guzzo – Elvira Alfieri – Andre Campanile – Vittorio De Rosa – Alfonso D’Auri- Carmine Greco e altri per il Sistema Cilento; il colonnello Fabio Cagnazzo – il luogotenente Lazzaro Cioffi – il camorrista Romolo Ridosso – l’imprenditore Giuseppe Cipriano ed altri per l’omicidio Vassallo) o che potrebbero presto essere oggetto di indagini; e sono davvero tanti.
Questo il quadro immaginario e fantasioso dei personaggi davanti ai due alberi che ho giornalisticamente ricostruito soprattutto dopo le pungenti affermazioni del governatore Vincenzo De Luca in risposta a chi gli chiedeva notizie sul caso Cascone: “Parlo di problemi seri, non commento le scemenze”; quasi come a dire che la tanto decantata “svolta di legalità” promulgata dal Procuratore Borrelli possa essere equiparata ad una scemenza.
E’ vero che Giuseppe Borrelli è in predicato ad assumere il governo della più importante Procura di Reggio Calabria, ed è altrettanto vero che Vincenzo De Luca è alle prese seriamente con il problema della sua ricandidatura e che, quindi, il tutto potrebbe finire a tarallucci e vino (scioglimento della Procura new age e fine del sistema deluchiano), ma allo stato il contrasto tra le scemenze di De Luca (sfida diretta contro Borrelli) e la svolta legalitaria di Borrelli (sfida diretta contro De Luca) mi sembra giunto davvero ad un punto di non ritorno in un clima da ultima spiaggia: “Qui o si rivolta Salerno o si muore”, da questo concetto nessuno dei due (De Luca – Borrelli) ne uscirà come se niente fosse successo.
Perché in cima a quell’albero giudiziario immaginario, sopra descritto, non c’è una figurina qualsiasi, c’è quella inavvicinabile e forse ancora intoccabile del governatore della Campania; una figurina sulla quale tutti vorrebbero mettere le mani ma che, al momento, nessuno ha il coraggio o gli strumenti per farlo.
Gli elementi e le inchieste (che il pm Vincenzo Montemurro definiva “Super job search”) ci sono davvero tutte e il grande puzzle insieme alle Coop – Vassallo – Sistema Cilento ed altre è ormai completo; adesso la Procura dovrà soltanto decidere cosa fare da grande: attaccare definitivamente il sistema o cominciare a fare dei passi indietro ?
Il seguito al prossimo editoriale.