Aldo Bianchini
SALERNO – Voglio sgombrare subito il pensiero da ogni sospetto di complotto a carico del magistrato nocerino Roberto Lenza, pm famoso in tutta Italia soprattutto per le inchieste a carico di consulenti del lavoro e di funzionari INPS (da Nocera Inferiore fino alla direzione generale di Roma), che è stato rinviato a giudizio (su richiesta della Procura di Napoli) con il rito abbreviato come richiesto dal suo difensore avv. Enzo Calabrese.
Il giudizio è incentrato sull’accusa (come scrive Il Mattino) di “”Concussione per aver rifiutato di pagare i suoi difensori che avevano ottenuto per lui ben due archiviazioni, una delle quali proprio dinanzi al Csm, e di aver utilizzato toni minacciosi. «Come si è permesso il tuo amico di mandarmi la parcella… lo sa che tu fai l’avvocato a Nocera? … io sempre il pm a Nocera faccio, ricordalo tu e il tuo amico””.
Escluso il complotto non rimane, quindi, che pensare ad un “caso di giustizia incompleta” (almeno per il momento) proprio perché al centro della discussione c’è un pubblico ministero che era stato assolto da un precedente procedimento penale e da un’azione sanzionatoria del CSM grazie anche ai suoi due difensori (Giovanni Annunziata e Alessandro Diddi) ed ai quali, secondo l’accusa, il PM non ha ancora pagato le parcelle professionali, aggravando la sua resistenza con toni davvero inusuali: “”Il pm nocerino, nel corso di uno degli interrogatori sostenuti, ha anche chiesto di querelare per diffamazione tutti i testimoni dei due avvocati che lo hanno denunciato, oltre che degli stessi legali, ritenendo che contro di lui ci sia un complotto”” (scrive sempre Il Mattino).
Ovviamente c’è di mezzo un pubblico dibattimento che la difesa di Lenza ha voluto tenacemente trasformare con il rito abbreviato in un processo molto veloce: per asseverare l’innocenza del suo assistito nel più breve tempo possibile, oppure per rimescolare le carte anche con la richiesta di querela per diffamazione a carico dei testimoni dei due avvocati creditori ?
A meno di non pensare ad un carachiri della difesa di Lenza di fronte alle testimonianze che sia il PM che il GIP di Napoli hanno ritenuto, invece, essere ineccepibili; ma bisogna aspettare il giudizio per capire cosa succederà e, soprattutto, se una legittima richiesta di parcella professionale possa essere scambiata per complotto prima di essere convalidata anche quando dall’altra parte c’è un magistrato; senza tener conto che se esiste una parcella, quest va pagata. Punto.
Questo il racconto dei fatti; a mio avviso, però, dietro il caso Annunziata – Diddi – Lenza c’è dell’altro; e quell’altro dovrebbe essere un argomento di discussione e di formazione almeno per due grandi categorie professionali di questo Paese: i giudici e i medici.
Ancora oggi, difatti, queste due categorie (forse le uniche !!) appaiono molto lontane dal mondo reale e sembrano vivere su un altro pianeta; per quanto mi riguarda, da uomo libero in un Paese libero, sia i medici che i giudici dovrebbero essere sottoposti a specifici e ravvicinati corsi di formazione per insegnare loro che “non sono unti dal Signore con l’olio dell’onnipotenza” e che è giusto “mettersi qualche volta dall’altra parte” per meglio immedesimarsi in chi deve essere curato e/o in chi deve essere giudicato.
Ne guadagneremmo davvero tutti.