da Antonio Cortese (giornalista)
Seguo l’articolo del direttore per cercare di chiarire che la bolla o balla degli addobbi urbani per il Natale siano diventati oramai una esasperazione palese e assurda.
Non solamente a Salerno infatti, incaricare le giunte comunali ad uno sperpero vanitoso e vano per un compleanno di cui non sembra si ricordi più nessuno a chi appartenga la celebrazione davvero, é uno scandalo goffo e mascherato.
L’emulazione ridicola di tradizioni nordiche in zone mediterranee risulta poi ancora più una vera e propria e spavalda cafonata figlia di grande ignoranza.
La tradizione da sempre vuole che gingilli luminosi e addobbi si applichino il giorno dell’Immacolata, ma soprattutto ogni cittadino, dalla propria dimora, deve sentirsi libero di manifestare i propri sentimenti e passione per il compleanno di chi sappiamo noi. Che poi il fervore culturale e religioso voglia addobbare con festoni comuni sarebbe ancora opera ad iniziativa delle singole parrocchie, non certo degli amministratori comunali in una preda smodata di una telecinematografia di altre culture, prassi e tradizioni non certamente cattoliche.
Ma inoltre se una zona a vocazione balneare sia davvero in premura per l’attrazione di avventori e turisti, perché mai non investire nelle proprie caratteristiche, appunto più estive e giammai a versione polari con ghiacci e pupazzi di neve e pinguini che di logica elementare appartengono ad altri emisferi planetari se non sull’arco alpino?
Cosa costringe tali amministratori a sperperare il frutto delle tasse dei propri concittadini in tradizioni del tutto estranee? Quale ipnotizzazione televisiva e cinematografica ha buttato nell’oblio professionisti che hanno in responsabilità le proprie municipalità?
A parte i dubbi di spesa e bilancio che ogni anno alla fine del semestre fanno spuntare cifre appunto come per gli escrementi a neve sciolta al sole, come ha cercato di ravvisare meglio il direttore Bianchini, spero che simile articolo desti la comunità dalle illusioni di un secolo che ha perso di vista le identità e le necessità delle singole popolazioni anche se riunite dalle stesse bandiere nazionali e continentali.
La critica infine non é diretta al vortice consumistico pedantemente lamentata dalla sinistra anticapitalista o anti-occidentale, ma uno sprone affinché i turisti facciano shopping e vacanze per le caratteristiche reali e distintive del luogo, ovvero per quelle risorse economiche ed il lavoro che invece necessitano di irrobustirsi.