Aldo Bianchini
SALERNO – Alla fine la storia, quella vera, mi dà sempre ragione; sono stati sufficienti pochi anni per smontare letteralmente una delle più grandi balle raccontate dal governatore De Luca nel corso degli anni; secondo lui, difatti, le prime dieci-dodici edizioni delle Luci d’Artista portavano a Salerno circa 5milioni di visitatori per ogni anni. Una stratosferica mega balla che io, da solo, ho sempre contestato; se provate a dividere 5milioni per 90giorni (tanto durano le luci, forse anche di meno) vi renderete conto che i numeri stanno veramente stretti per una città (ideata male e costruita peggio) che ha una sola strada e che sicuramente non può, mi e poi mi, accogliere ben 55.555, 56 persone al giorno. Come dire che i salernitani residente avrebbero dovuto suicidarsi o quanto meno lasciare la città per tre mesi in preda alla follia collettiva.
Inutili i miei sforzi, anzi i miei interventi sono stati per anni inascoltati se non addirittura beffeggiati; tutta la stampa in coro esaltava i “numeri” dati dal sindaco-governatore e i titoloni in prima pagina si sprecavano.
Fortunatamente negli ultimi anni di 5milioni siamo rapidamente scesi a meno di 300mila visitatori; ma anche questo numero non mi convince affatto; perchè se provate a dividere 300mila per 60 giorni (oggi non durano due mesi buoni) troverete che a Salerno ogni giorno dovrebbero arrivare 5.000 persone; che se concentrate nei lunghi weekend (tutti i fine settimana dal venerdì alla domenica) dovete cambiare la divisione e passare a 300mila diviso per 24 con un risultato di 12.500 persone al giorno per tutti i 24 giorni dei weekend.
Ebbene anche in questo caso la città di Salerno non è in grado, per la sua difficoltosa natura morfologica e urbanistica, assolutamente di accogliere 12.500 persone al giorno.
Dunque bisogna rivedere al ribasso anche questo numero, perché quando si danno i numeri bisogna sempre stare attenti a non scantonare per non essere indicati come “gente che dà i numeri”, e basta.
L’appuntamento annuale con le Luci d’Artista resta, in se, un evento davvero molto lungimirante ed importantissimo per l’economia dell’intera città; rischia di rimanere un contenitore vuoto se non si riempie rapidamente di avvenimenti collaterali che possano attirare il visitatore per non fargli più dire “ma sono sempre le stesse luci rimescolate da un punto all’altro della città”; il visitatore è sacro e va comunque e sempre rispettato.
Anche per allontanarlo dalla squallida usanza della “mappatella fai da te” incoraggiati, forse, anche dalla inesistente cultura dell’accoglienza (con prezzi e diversivi economici) del settore enogastronomico che dovrebbe fare da traino per tutti. Difatti al di là degli annunci e dei proclami alla fine spesso i conti non sono tornati e nel rituale “the day after tomorrow” tutti a lamentarsi, dagli albergatori ai commercianti e ristoratori; insomma è unanime il malcontento.
Ha ragione l’ing. Antonio Ilardi (presidente di Federalberghi) quando sottolinea il “disappunto per l’assenza di informazioni e di ogni concertazione sul piano della mobilità, sostenendo che occorre potenziare, da subito e con urgenza, il trasporto degli autobus pubblici e della metropolitana almeno fino all’Epifania”.
La cultura dell’accoglienza turistica a Salerno è ancora di là da venire.