Aldo Bianchini
SALERNO – Sulla futura e definitiva destinazione d’uso del palazzo che ha ospitato per molti decenni il Tribunale di Salerno l’ammiraglio Gaetano Perillo scrive nuovamente a questo giornale; un lungo e articolato discorso che noi ospitiamo molto volentieri.
Egr. direttore Bianchini,
Il suo Quotidiano ospita meritoriamente un altro intervento nel confronto di idee che si sta sviluppando intorno al tema della destinazione finale da assegnare al Vecchio Tribunale di Salerno, da tempo dismesso.
La proposta dell’avv. Cammarota contiene alcuni aspetti interessanti. Trovo tuttavia che essa non possa essere condivisa nel suo complesso, dal momento che vorrebbe far confluire in un unico edificio un coacervo di tradizioni e radici della “salernitanità”. Considerata la varietà delle attività – istituzionali e non – che, secondo tale proposta, dovrebbero trovar posto nella struttura, si arriverebbe infatti a configurare un insieme non coerentemente armonizzato e non realmente significativo per l’identità di questo storico Palazzo. A tal proposito, non è realistico infatti il trasferimento del Museo dello Sbarco, a meno che non si voglia limitare la sua rappresentazione ad una semplice rassegna di fotografie di quell’evento. Non ne conosco l’attuale allestimento. Ricordo che quando lo visitai nel settembre del 2013, in occasione delle celebrazioni del 70esimo anniversario dello sbarco degli alleati sulle spiagge a sud di Salerno, erano esposti e si potevano vedere negli spazi esterni della sede di Via Generale Clark (nomen omen) esemplari originali di armamenti, mezzi da sbarco e di trasporto, cimeli vari, ecc., all’epoca impiegati. Trovo difficile e inappropriato prefigurare il loro trasferimento negli spazi dell’ex Tribunale.
Il Museo evoca un fatto storico di vitale importanza per le sorti della II Guerra Mondiale, sia per la valenza tattica e strategica sulle sorti del conflitto che per la complessità delle operazioni navali/militari, seconde solo a quelle dello sbarco in Normandia. Esso meriterebbe quindi una collocazione ben diversa, indipendente e in un contesto ambientale adeguato. Per la Scuola Medica Salernitana, gloriosa Istituzione nata circa un millennio fa, vedrei una più degna destinazione nel Centro Storico dove esistono siti, poco o addirittura inutilizzati, che potrebbero degnamente ospitarne il ricordo in tutte le sue accezioni, ivi incluse storia e documentazioni della Medicina, dai secoli passati ad oggi.
In caso contrario, è comunque preferibile che se ne valorizzi l’attuale ubicazione nella sede di Via Mercanti. Non vorrei apparire un bastian contrario né arroccarmi sul mio convincimento che la soluzione più idonea sia solo creare un Polo Culturale in quello che fu il Palazzo di Giustizia di Salerno. Ma trovo un inutile ripiego proporre che “almeno il Rettorato” potrebbe trovare posto in uno dei vari ambienti ivi esistenti. Se realmente si intende dare all’Ateneo salernitano una importante visibilità nella città capoluogo, non basta il solo Rettorato, ma occorre che tutto il complesso diventi un Centro di eccellenza a livello universitario in grado di offrire corsi di specializzazione superiore post lauream e di creare opportunità per incontri di studio ad alto livello, con proiezioni in sede nazionale e internazionale. Non escludo che in tale ottica possa essere valido anche l’intento di traslocare la Biblioteca di Villa Carrara, affiancandola ad una istituenda nuova Raccolta di testi universitari, qualora realmente ed auspicabilmente venisse ubicata nell’ex Tribunale la struttura apicale dell’Università
di Salerno e le varie appendici sopra menzionate. Ma per le restanti ipotesi trovo più opportuno indirizzare la ricerca verso altri siti, in armonia con un più efficace concetto di diffusione del sapere. Cordialmente,
F:to: Amm. Gaetano Perillo