da segr. prov. CLAAI
Quarto fine settimana per la seconda edizione di “Ritorno ai Mercanti – Un novembre d’arte”, la manifestazione ideata dalla Claai di Salerno, presieduta da Matteo Caputo, e cofinanziata dalla Camera di Commercio di Salerno per promuovere gli artigiani, favorendone l’incontro con il territorio.
Sabato 23 novembre, alle ore 20:30, La Compagnia del Giullare presenta “Grazie” di Daniel Pennac, con Brunella Caputo e Davide Curzio. Adattamento e regia di Brunella Caputo. “Ringraziare è difficile. Mette in discussione certezze. Muove gli affetti. Apre la memoria. Soprattutto quando si è un artista che una giuria ha premiato per l’insieme della sua opera. La formula del ringraziamento ha delle regole”. “Passando dallo scoramento al furore, dalla malinconia alla gioia, dal ricordo al rimpianto, il personaggio femminile che ho immaginato – spiega Brunella Caputo – adattando per il teatro questo testo di Pennac, si pone un dubbio che è per lei il dubbio amletico: che senso hanno i grazie in un mondo che distorce le emozioni e le rende spettacolo? Il percorso della protagonista, supportato da una didascalia onnipresente e invadente (che ho reso anch’essa un personaggio a tutti gli effetti e con il quale lei instaura un serrato dialogo muto) è un viaggio brillante, ironico, coinvolgente nella propria memoria; alla ricerca della causa che è all’origine della sua ribellione contro il conformismo”. Riuscirà questa originale donna d’altri tempi a trovare la persona giusta a cui dire il vero “Grazie”? La risposta potranno darla gli spettatori.
Domenica 24 novembre, ore 19:00 Presentazione del libro di Piera Carlomagno “Ovunque andrò”, edito da Solferino, con reading a cura di Brunella Caputo. Con Ovunque andrò, Piera Carlomagno dà vita a una straordinaria metamorfosi di forme narrative, combinando la suspense del giallo internazionale con le atmosfere e la ricchezza di una grande saga famigliare lucana. Il risultato è un romanzo teso e incalzante, abitato da personaggi tanto eccentrici da scandire il Novecento, sorprendente fino all’ultima pagina. «Quella notte, ai piani centrali del vecchio BeiArt di Pechino, qualcuno aveva visto qualcosa cadere oltre i vetri della camera da letto. Una grossa sagoma nera.» La sagoma è Raniero Monforti, imprenditore. Suicidio o delitto? La prima sospettata è, naturalmente, la moglie Tania, ma passano due anni prima che arrivi la vigilia della sentenza; ed è in quella notte di attesa che lei ricostruisce, per un uditorio immaginario, la storia di una morte forse annunciata. Tutta la storia, fin dall’inizio: perché la verità arriva da molto lontano. Da un paese chiamato Castrappeso, letteralmente tagliato in due da una frana che nel 1935 ha diviso a metà palazzo Di Salvia, segnando il destino di una famiglia. Dagli incredibili personaggi che attraverso quasi un secolo hanno costruito una dinastia e una fabbrica di pellami di successo, nella remota Basilicata. Dalle scelte dell’ultima erede di quella dinastia, Tania, e di suo marito Raniero che di quel patrimonio è stato l’ultimo custode, il traghettatore dell’azienda nell’era della globalizzazione e nell’Oriente misterioso e forse infido.
Nel frattempo, in contemporanea, saranno ancora visitabili le tre mostre: “Respiro lento”, mostra fotografica di Cristina Santonicola; “L’abisso dell’alto”, mostra di pittura di Marco Vecchio; “’700 napoletano”, mostra presepiale del maestro Alfonso Pepe.
Con la direzione artistica di Brunella Caputo, per tutti i sabati e le domeniche di novembre (e anche oltre, con un’appendice a marzo 2025), un ricco cartellone di eventi, a ingresso libero, si svolgerà presso l’Arco Catalano.