Aldo Bianchini
SALERNO – Dalla lettura delle cronache sui giornali, anche molto fantasiose ed ai limiti della credibilità, in riferimento ai movimenti incontrollati e incontrollabili dell’allora maggiore dei Carabinieri Fabio Cagnazzo sulla scena del delitto (tarda sera del 5 settembre 2010) di Angelo Vassallo, ad un modesto osservatore come il sottoscritto verrebbe subito da chiedersi:
- “Se sulla scena del delitto, con il corpo di Vassallo ancora caldo, il maggiore Cagnazzo faceva il bello e il cattivo tempo fino al punto di <raccogliere mozziconi di sigarette e addirittura bossoli di proiettili per metterli in tasca e farli sparire per sempre dalla scena> cosa facevano il procuratore capo Giancarlo Grippo e il procuratore aggiunto Alfredo Greco giunti anch’essi sulla scena ancor prima, forse, dello stesso Cagnazzo ?”.
CRIME SCENE: Anche i bambini delle elementari sanno che, almeno nei tempi moderni e il 2010 era già un tempo moderno, una volta delimitata la scena del crimine niente e nessuno può toccare alcunchè senza lo specifico ordine del magistrato incaricato delle primissime indagini. I film americani ce lo stanno insegnando almeno da mezzo secolo a questa parte. Ebbene, dalle descrizioni fantasiose ma pur sempre dettagliate fatte di giornali, sembrerebbe che su quella scena del crimine il maggiore Cagnazzo, senza uno specifico incarico, la facesse da padrone assoluto se è arrivato a prelevare mozziconi e bossoli nell’immediatezza del delitto e addirittura una telecamera da uno dei muri della piazzetta di Acciaroli per farne esaminare il contenuto in un laboratorio specializzato. Tutto senza un ordine preciso dei due magistrati che nelle prime 24 ore (quelle più importanti) governavano la scena ma anche l’intera località turistica.
LE NOTIZIE: Secondo i giornali, dunque, Fabio Cagnazzo nelle prime 24 ore dal delitto faceva tutto quello che voleva lui; io non so cosa ci sia realmente scritto nelle carte giudiziarie (circa 80mila pagine); a me la Procura non manda mai niente e quindi non sono in grado di dire quanto probabilmente è stato anche inventato dai giornali. Ma se tutto ciò che è stato scritto fosse vero i PM e il GIP dovrebbero avvertire la necessità di convocare nei loro uffici anche i due magistrati in pensione (Greco e Grippo) almeno come persone informate dei fatti. E questo potrebbe servire anche per confermare e cristallizzare meglio l’azione autonoma svolta sulla scena del crimine da Cagnazzo.
I PM, il GIP e i piattini: L’azione dei magistrati requirenti dovrebbe sempre essere ed anche apparire equidistante tra le parti in campo; la convocazione dei due magistrati in pensione potrebbe servire anche a questo. Altrimenti bisognerebbe chiedersi anche cosa facevano sulla scena … suonavano i piattini ? Ma avendo conoscenza personale sia di Alfredo Greco che di Giancarlo Grippo posso serenamente sostenere che i due, dall’alto della loro grande professionalità non avrebbero mai suonato i piattini e mai e poi mai avrebbero lasciato a Cagnazzo tutta la libertà di manovra, seppure da anni intrattenevano (almeno Greco) una conoscenza diretta ben consolidata. Ma le rivelazioni stampa continuano ed arrivano a sostenere che ci fu bisogno dell’arrivo tardivo sulla scena del generale Pisani per bloccare l’azione autonoma del Cagnazzo. Davvero tutto poco credibile.
I PENTITI: Ho letto che la GIP (Annamaria Ferraioli) sta interrogando il pentito Romolo Ridosso (detto Romoletto) e che lo stesso “qualcosa sta dicendo” (come dice il suo difensore). Spero ardentemente che la GIP non si faccia infinocchiare dalle rivelazioni dei pentito e della sua compagna (nel merito ne abbiamo viste di tutti i colori); di questi signori e signore non credo neppure una parola, come amava spesso dire il procuratore Agostino Cordova. Ma di tutto questo scriverò nella prossima puntata.