Alternanza democratica da ripetere mille volte

 

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

L’antidoto al terzo mandato l’ho già iniettato nell’articolo precedente appellandomi alle cure sulla magistratura di Nordio.

 

Ma la constatazione é che anche deludenti personaggi al tramonto come ex sindaci locali tifano per lo status quo per paura di perdere i consensi del quartierino e i posti di lavoro elargiti a coloro in qualche ufficio o anche ai propri cari adeguati ad un sistema che pochi hanno il coraggio di scardinare come i già citati Tommasetti, Iannone e me medesimo in calce, oltre pure a qualche impavido consigliere antideluchiano.

 

Dice che Renzi abbia difeso la scelta della corte paragonandola al tris di Zaia in Veneto;  ebbene se pure fosse, premesso che nei partiti di destra una certa deontologia democratica non sembra essere mai esistita, é possibile che una pletora di pecore cacasotto assuefatte possano mai seguire un esempio sbagliato?

 

Quanto dura la carica di un questore? E quella di un prefetto? Quelle delle alte cariche istituzionali? Addirittura gli Stati Uniti non superano i quattro anni alla Casa Bianca. Nemmeno il presidente della repubblica da noi anche con l’attuale conferma non supera i quattordici. Assodato poi che l’accentramento e gli abusi di potere vanno concentrandosi nei palazzi regionali per larga scala amministrativa, non solamente l’ennesimo mandato nega l’alternanza ma la indebolisce nell’intero paese e non assicura lo sviluppo in corsa agli altri paesi che nel frattempo fanno passi da giganti nella concorrenza attuale e globale.

 

Infine va aggiunta la necessità di una classe dirigente che non superi i settantacinque anni di età, perché laddove in altre nazioni meno complicate di noi sopravvivano i cosiddetti dinosauri politici, Francia, Inghilterra, paesi scandinavi, baltici ed iberici sono governati da gente che non arriva ai sessanta e con competenze pronte e sveglie.

 

Se il cambio ed il ricambio nei mandati è fisiologico e funzionale a partire da un’esigenza di sicurezza per lo Stato dalle forze dell’ordine alle altre, le poltrone amministartive non possono permettersi altrettanto il lusso di appartenere ai maleodoranti fondelli del secolo passato ad ammuffire nei salotti delle inconclusioni controproducenti delle parrucche affumicate.

 

La fase di stallo di un’Italia ed una Campania che pensano di poter solamente sopravvivere coi posti fissi e i posti del settore alimentare si é già arrugginita, l’imprenditoria almeno dei grandi gruppi è in vera crisi di svendita, e  non sembra conoscere ricambi se non nei ruoli di asservimento a tale squallore di viscida staticità.

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