Aldo Bianchini
SALERNO – So benissimo che il mio pensiero, in questa mostruosa-infernale macchina da guerra mediatica globale, ha il valore di un due di coppe in una briscola di denari; ma io continuo ad esprimerlo in piena libertà non sui social (dominio di tutti) ma su un giornale quotidiano regolarmente iscritto nel registro delle testate giornalistiche presso il Tribunale.
PREMESSA: Sulla sfida tra Trump e la Harris per la presidenza degli USA ho scritto diverse volte mettendo in risalto che la maggior parte degli osservatori internazionali (tutti facenti parte del jet set giornalistico con alberghi a cinque stelle) non ha mai avuto conoscenza diretta della vita media americana; ribadisco, quindi, che l’americano medio si identifica molto più facilmente nel personaggio Trump anziché in quello della Harris. Due mondi diversi.
GLI OSSERVATORI: Non mi è capitato mai di assistere ad una parata così imponente di voltagabbana tra gli osservatori-giornalisti e mondo dei media in genere. Une vergogna se solo si pensa a quando, appena qualche mese fa, la macchina da guerra mediatica tipica dei “dem” era riuscita a stravolgere i dati dei sondaggi lanciando la Harris a più di dieci punti di vantaggio per arrivare, anche, a sancire che i soldi raccolti dalla dem (per la sua campagna) erano l’indicazione della travolgente e imminente vittoria. L’unico grande osservatore nostrano a fare il mea culpa è stato Paolo Mieli che ha subito detto: “Abbiamo sbagliato tutto, segno che non conosciamo l’americano medio”.
I MEDIA: Non ce l’hanno fatta a distruggere Donald Trump che contro tutti ha stravinto. Non ce l’ho con gli osservatori e non sono neppure un sostenitore di Trump, ma mi piace segnalare che non hanno capito neppure i chiari messaggi arrivati dai mancati endorsement dei famosi Washington Post (il giornale che piegò il grande presidente Nixon) e Los Angeles Time. I media hanno perso di brutto ma non lo ammetteranno mai. Così come ha perso il famigerato “star system” dei grandi dello spettacolo che farebbero bene in futuro di dedicarsi soltanto al loro mestiere di saltimbanchi.
IL POPOLO AMERICANO: Già dallo scorso mese di febbraio, mentre mi trovavo in Florida, avevo scritto che la cosiddetta “pancia dell’America” era tutta schierata con Trump; moltissime case già esponevano cartelli di propaganda elettorale in favore dell’ex presidente, perché in quel Paese dichiarare il proprio voto è pratica assai facile.
LE UOVA: Nelle ultime ore, nel corso degli interminabili “speciali tv voto USA”, sono state spesso portate ad esempio “le uova” come termometro dell’economia americana; difatti nei primi mesi del 2001 le uova (alimento primario) subirono un’impennata notevole di costo. Io stesso più di un anno fa avevo scritto che l’impennata più furiosa c’era stata con il costo della benzina che nei primi mesi di Biden aveva più che raddoppiato il suo costo. E questo per la micro economia americana è la cosa più dannosa.
LA RESISTENZA: Ma tra gli osservatori antitrumpiani più accaniti si sono distinti quelli che hanno imperversato sulle frequenze di RAI/3; una osservatrice è arrivata addirittura a dire che l’America ha eletto come suo presidente uno stupratore seriale. Veramente vomitevole.
VANCE e MUSK: Cosa faranno gli uomini del futuro, Elon Musk e James David Vance ? Il primo è imprenditore a tutto campo (voli spaziali, informazione, autovetture, ecc.); il secondo è il politico della “new generation”. Insieme, probabilmente, cercheranno di portare il trumpismo nella storia dell’America.