Aldo Bianchini
SALERNO – Ormai siamo alla frutta per davvero; lo scontro giudici-politici è dilagante e diffuso, quasi come “un fatto quotidiano”. Insomma, la prima osa che ognuno di noi (almeno quelli interessati) fa al mattino è sapere dalla tv e dai giornali cosa è successo nell’ultima ora e quali e quanti siano stati i momenti di frizione (meglio sarebbe dire “guerra”) tra alcuni magistrati, buona parte dei politici e l’intero governo del Paese.
IL GIUDICE MUSOLINO: Per non apparire sempre contro i magistrati rivoltosi e comunisti devo riconoscere che nel corso della trasmissione “Quarta Repubblica”, condotta da Nicola Porro su Rete/4, il segretario nazionale della corrente “Magistratura Democratica” dr. Stefano Musolino ci ha messo la faccia e, per certi versi, è apparso anche abbastanza convincente nelle sue dichiarazioni. Sicuramente è andato oltre il seminato ma una cosa giustissima l’ha detta quando ha più volte ripetuto che lo staff dei consiglieri giuridici della premier Meloni non è all’altezza del loro compito. Bravissimo, ha messo il dito nella piaga; la penso esattamente come lui.
IL PRECEDENTE: Difatti nell’editoriale del 23 ottobre 2024 dal titolo “Giudici & Oolitici: non è solo colpa dei giudici”, riferendomi al problema dei consiglieri della Meloni, avevo testualmente scritto: “”Questi anonimi cervelloni cosa fanno ?; semplice la risposta: “Preparano la torta sulla quale con molta intelligenza quei tanti ben individuati magistrati, conoscitori della materia, depositano le classiche ciliegine”; e la frittata, anzi la figuraccia, è fatta””.
FINO A MATTARELLA: Ovviamente nella sua enfasi, anche ben recitata sotto un’ottima dialettica, non si è accorto che il suo parlare avrebbe potuto offendere il Capo dello Stato; difatti astutamente il direttore Alessandro Sallusti (quello che con l’ex magistrato Luca Palamara aveva scritto i libri “Il Sistema” ed anche “Lobby & Logge”) gli ha subito contestato: “Prendo atto che il magistrato sta dando dell’incompetente e del rimbambito, sostanzialmente, al Presidente della Repubblica, che è anche il suo capo“. In pratica se il Presidente ha controfirmato subito il “decreto primario” sull’elencazione dei Paesi sicuri vuol dire che è nel giusto o che davvero anche lui è come i consiglieri giuridici della Meloni.
DECRETI & ORDINANZE: Gli ultimi decreti/ordinanze emessi da Governo e da alcuni giudici si scontrano inevitabilmente fino al paradosso ed al malcelato tentativo di nascondere l’azione politica controgovernativa dei giudici dietro lo specchietto della prevalenza delle decisioni europee su quelle della sovranità nazionale dei singoli stati; come se tutti non sapessero che fra qualche mese ci sarà finalmente un provvedimento europeo che dovrebbe stanare tutti questi tentativi di tracimazione dei giudici dei singoli Paesi dalla giustizia commutativa a quella distributiva. Spetta soltanto alla politica la compilazione dell’elenco dei Paesi sicuri.
IN DANNO DEL POPOLO ITALIANO: Tutto questo marasma mi ha indotto a rileggere con attenzione il libro “In danno del popolo italiano” scritto qualche tempo fa dall’ex magistrato Carlo Correra (già Pretore d’assalto), oggi ottimo avvocato specializzato nella lotta contro le truffe alimentari. Dalla rilettura del suo libro ed lla luce degli accadimenti odierni ho davvero appreso molte cose in più rispetto a quelle che già conoscevo. Nel prossimo editoriale cercherò di descrivere la vera genesi dello scontro giudici-politici che parte addirittura dal 13 luglio 1994 quando contro il cosiddetto decreto salva-ladri di Biondi si presentarono in tv i magistrati del pool mani pulite (D’Ambrosio – Di Pietro – Colombo e Davigo) per annunciare la disapplicazione del decreto ovvero le loro dimissioni in massa. E il Parlamento sull’onda di uno sfrenato e giustizialista consenso popolare (che adesso non c’è più) si calò le brache e si consegnò nelle mani dei giudici.