Aldo Bianchini
SALERNO – Ieri su questo giornale abbiamo pubblicato una sintesi del duro intervento di Rino Avella, in Commissione Mobilità del Comune di Salerno, diretto alla persona dell’assessore alla mobilità Rocco Galdi (PD), accusato senza veli dal consigliere Rino Avella (PSI) di maggioranza: “Da 1 anno e 4 mesi abbiamo un assessore alla Mobilità. Ma è come se non ci fosse” e in merito al sottopasso di Torrione il consigliere scrive: “Si trincera dietro questo fatidico studio della Università. Seppure fosse, l’elaborato sarebbe anacronistico perché non terrebbe conto delle conseguenze dell’imbuto cronico che oggi si crea nell’area di Vinciprova alla confluenza dei flussi provenienti dalla Lungoirno, da via Torrione con i parcheggi esistenti e i capolinea con fermate su strada di Sita e Bus Italia. La questione è seria. Le lacunose risposte dell’assessore non servono ai fini della soluzione del problema”.
Bene, se questo è lo stato dell’arte siamo di fronte ad una forte dichiarazione dal sapore politico e non ad uno sfogo di un semplice consigliere. Anche perché Rino Avella non è un semplice consigliere di maggioranza ma è un consigliere eletto nelle file del PSI, ma soprattutto è un politico che è stato eletto sulla base di voti “ad personam” conquistati per tradizione politica socialista di famiglia. Per questo il suo intervento ha decisamente un peso all’interno del PSI salernitano, che piaccia o meno.
ACQUE AGITATE NEL PSI
Ma l’agitazione all’interno del PSI cittadino si è trasformata qualche giorno fa, credo sotto la pressione dello stesso Avella, in una sorta di presa di posizione pubblica davanti all’ingresso della Palazzina Liberty di Fratte quando non solo Avella ma anche Di Popolo, Willburgher e Natella sono andati a protestare, in coro, contro l’amministrazione comunale per lo stato di degrado dell’immobile. Parlando del PSI qualche mese fa ho scritto in un mio editoriale che se a Salerno c’è il PSI, questi deve battere un colpo ed anche decisivo per le sorti della stessa A.C.; insomma deve dare un segnale forte affinchè chi deve capire capisca, che non può pensare di potersi servire del PSI come tappa buchi a seconda delle necessità politiche più generali: la tenuta della maggioranza, l’appoggio per il terzo mandato e per l’autonomia differenziata, ecc. Oggi come oggi, e questo l’ho già scritto, il PSI di Salerno si ritrova nelle condizioni di uscire dalle sabbie mobili e di riproporsi come partito importante in un futura coalizione di governo della città. E questo lo deve fare partendo da un posizione dominante e non di eterno vassallaggio.
PSI: COSA FARE ?
Il segretario nazionale Enzo Maraio deve convincersi, una volta per tutte, che il PSI di Salerno se sganciato dall’oppressione deluchiana potrebbe nuovamente riconquistare numeri politici importanti, tali d riportarlo addirittura sulla soglia dello scranno più alto della comunità. In definitiva l’elettore medio salernitano questo si aspetta dal PSI per poter ritornare a rilanciarne la sua democratica e riformatrice azione politica. E’ il solo discorso di fondo, cosa che non riesce a capire neanche Federico Conte; anzi sembra che ci sia una gara tra l’attuale PSI di Maraio e lo storico PSI di Conte ad accreditarsi, l’uno prima dell’altro e viceversa, sotto le calde e comode coperte deluchiane; con esiti, a mio avviso, catastrofici per la vitalità di un partito che tantissimo ha dato alla città.
LA PASSIONE
Entrambi (Maraio e Conte) sembrano essere in preda ad una passione sfrenata per quello che oggi, come ieri, si appalesa sempre dipiù come il loro leader carismatico; quando invece è stato colui il quale con la sua azione demolitrice dei primi anni ’90 contro la politica contiana ha offerto man forte ai magistrati per entrare nei santuari socialisti e destabilizzarli. Altro che Cristo offertosi sulla croce; qui siamo di fronte ad una scelta suicida bella e buona. Ma fortunatamente c’è ancora tempo per uscire da questi tentacoli mortali, sempre che ci sia la volontà di tutti di guardare un poco più vanti del proprio naso.