da Uff. Stampa
Una brutta notizia per gli habitué del Circolo Fratelli Rosselli, che di giorno e di sera affollavano il bancone e i tavolini dello storico locale, punto di ritrovo di diverse generazioni. «Hanno fatto chiudere il Circolo Fratelli Rosselli-mormorano i cittadini di Palomonte e dei paesi vicini, il circolo conosciuto da tutti come “da Raimondo”, dal nome del suo fondatore, il cittadino palomontese Raimondo Nardiello, che nel 1992 aveva dato vita insieme ad un gruppo di giovani all’unico circolo storico di Palomonte . La motivazione, scritta sui muri e sulle porte ormai chiuse, farà certamente discutere. Si accusa infatti una politica distruttiva, che predica bene per conquistare il favore della popolazione, ma razzola male. Si parla di giovani da tutelare per evitare lo spopolamento fisiologico degli ultimi decenni e della creazione di opportunità lavorative, ma alla fine sono solo chiacchiere e distruzione, frutto delle ultime azioni messe in atto. L’unica cosa certa sono le ordinanze di sfratto delle attività su suolo pubblico: la chiusura dello studio fotografico Ross Cruoglio, del Centro Assistenza Elettronico in località Valle, e infine del Circolo Fratelli Rosselli, che da trentadue anni era punto di ritrovo e aggregazione culturale e sportiva nel capoluogo cittadino.
Con questo ultimo colpo, si è voluto cancellare trentadue anni di storia, risate, confronti socio-culturali, passione sportiva e giornate trascorse all’insegna della spensieratezza. Il circolo ha visto l’evoluzione della città, ha accompagnato per mano le varie generazioni e oggi, giunto alla terza generazione, con un giovane di soli 28 anni, desideroso di continuare ciò che il nonno Raimondo aveva iniziato, che si è visto escluso, senza averne colpa. Ieri sera si è tenuto l’ultimo saluto ai tanti clienti, ma soprattutto agli amici fraterni di diverse generazioni, che insieme ai proprietari hanno festeggiato un evento insolito: la chiusura definitiva dell’unico punto di aggregazione, distrutto senza nemmeno pensarci, senza proteggere quei giovani che avrebbero dovuto essere il futuro della comunità palomontese.
Alla domanda “perché tutto questo?”, la risposta vaga di chi dovrebbe proteggere i propri figli è stata deludente: in realtà, li si spinge a fuggire, distruggendo le poche attività che cercano di sopravvivere in una realtà che, fra dieci anni, vedrà una diminuzione demografica di almeno il 40%. Il tutto per la costruzione di un parcheggio, che non si sa se verrà mai realizzato, con lavori che dureranno anni in una zona che ha bisogno di tutto tranne che di un altro mostro di cemento, destinato a rimanere vuoto vista la continua perdita di abitanti negli ultimi decenni.
Chi era presente all’ultima festa si chiede come mai alcune attività, costruite su suolo pubblico, non creano problemi, anzi, si cerca di integrarle in aree pubbliche con colate di cemento e si dà loro il permesso di fare migliorie, mentre altre devono chiudere. A voi, cari lettori, il giudizio su uno scellerato comportamento distruttivo, messo in atto in una piccola comunità di circa 3.000 abitanti. Non sarebbe stato più giusto aiutare questi giovani a rimanere? per amore della verità, sarebbe necessario fare chiarezza sui reali motivi di queste chiusure».