da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)
Il terremoto politico che ha travolto Franco Alfieri, la Provincia di Salerno e, per ora, il Comune di Capaccio Paestum rischia a macchia d’olio di allargarsi e coinvolgere altre persone, fino ad arrivare a Vincenzo De Luca. Per questo motivo ho pensato ad un immaginario colloquio tra De Luca senior ed Alfieri, che beninteso non ha pretesa di sapere fatti o circostanze reali di ciò che lega effettivamente due personaggi, tanto diversi tra loro.
” Quello che ti è capitato non mi sorprende perchè di te ho sempre saputo che sei un soggetto intraprendente, scatenato, desideroso di emergere, senza farti scrupoli. Molti hanno visto la scalata politica che ti ha contraddistinto in pochi anni. Da un piccolo comune dell’entroterra cilentana, sei arrivato alla Provincia di Salerno facendo l’Assessore ai lavori pubblici, poi hai deciso di fare il sindaco di Agropoli, dove ti sei esercitato nelle decisioni che hanno dato un nuovo corso amministrativo alla cittadina, testa del Cilento.
Forte dei tuoi risultati ti sei avvicinato al Partito Democratico legandoti a me con tante qualità che promettevano la tua lealtà politica. Ebbi modo di valutarti e di rendermi conto che eri un soggetto che si faceva strada, in una realtà politica del Cilento che, intanto, registrava un vuoto politico per la perdita di importanti nomi che del Cilento erano i rappresentanti effettivi e titolati. Da assessore ai Lavori Pubblici avevi mosso tante acque, molte le avevi turbate e rese impraticabili ma l’elezione a Sindaco, i tuoi legami con amici ed elettori ti segnalavano come emergente.
Fu per questo motivo che rispondendo ad un tuo invito venni ad Agropoli per raccogliere voti per la mia competizione regionale e ti dissi garibaldinamente di darti da fare, d’impegnarti, di dimostrare quanto pesavi politicamente … anche offrendo delle fritture di pesce! Fu un modo eloquente, con quel tono ironico che utilizzo nelle circostanze in cui voglio dire cose che non dico! Per me filosofo di formazione, ricorrere a questo espediente oratorio mi facilita la vita soprattutto usando una dialettica diretta che mira a lasciare il segno di quello che non penso veramente! Tante volte parlando in questo modo violo la censura dei tabù! Se ti chiesi di offrire delle fritture sapevo bene che tu eri capace di ricorrere a tutti gli espedienti per dimostrarmi la tua vicinanza e per meritate di crescere politicamente nel mio sistema politico. Fui spudorato ma sapevo con chi avevo a che fare. Ora so bene che i santi ed i pudichi diranno e penseranno di me ogni cosa. Me ne faccio una ragione! La politica vive di numeri, i numeri del consenso elettorale. Se non li accetto io ci saranno altri che si lanceranno su di essi per guadagnare spazi che- per me- il territorio non merita di registrare. Mentre ti incitavo a raccogliere fino all’ultimo voto disponibile con quella filiera filiforme di amici e comparielli ti concedevo uno spazio politico, sapendo che di te avrei dovuto guardarmi. Non per le tue elette virtù intellettuali, né per le tue idealità di laico cattolico erede di un partito che non c’è più ma che ci ha dimostrato di reclutare ben altri uomini di fine intelletto, con radici nel territorio, con motivazioni ideali religiose e popolari che oggi non si praticano più. Sapevo bene che tu non venivi da nessuna di queste scuole politiche che hanno segnato la politica del salernitano e che, quindi, la tua crescita politica era un fai da te che si nutriva dei meno nobili ideali del momento, attraversati da un pragmatismo degli obiettivi, di cui le imputazioni di oggi sembrano essere un segnale evidente della tua lontananza dai padri politici di quella culla dove ti sei nutrito, crescendo!
Giunse il momento della tua scelta di candidarti alle amministrative di Capaccio Pestum. Fu una tua scelta su cui non mi pronunciai perché ho altra idea del radicamento territoriale e del servizio politico che non è sempre valido in tutte le stagioni. Riuscisti perché avevi una buona reputazione come sindaco di Agropoli e negli anni avevi sempre gettato un occhio su Capaccio. Capaccio una comunità importante rimasta orfana di un grande sindaco, il compianto Marino, che l’aveva gestita come una grande famiglia, con scelte intelligenti e risultati sempre gratificanti. Da sindaco di Capaccio ti sei distinto con atti amministrativi coraggiosi senza avere tempo per controllare gli impegni finanziari di tutte le realizzazioni. Dopo essere stato mio consigliere politico in regione, con una visibilità sproporzionata al ruolo fiduciario, anche rispetto agli eletti, vivere la tua funzione di sindaco di Capaccio, ti ha gratificato e fatto avere la convinzione di un rampantismo appagante.
Dal mio osservatorio notavo e registravo. L’elezione a Presidente della Provincia è stata tutta una costruzione politica che ti abbiamo permesso, riunendo tutti i sindaci amici che ti hanno seguito e creduto nei tuoi pindarici disegni territoriali che esaltavano il nulla!
Tu stesso hai creduto di essere cresciuto e di essere autosufficiente, senza farlo capire.
Sapevo che frequentavi il partito a Salerno, tessevi il tuo ruolo politico, attingendo anche ai consensi di quadri del partito che si legavano a te, seppure amici di mio figlio. Qualcuno mi aveva detto di aprire gli occhi, gli stessi che non ritenni di aprire a mio figlio. Tu gli mostravi collaborazione ma io sapevo che avevi altre ambizioni. Apparentemente mostravi di condividere le sue analisi ma provvedevi a costruire le tue soluzioni come avvenne in una grande partecipata dove ti sei servito del peggio della burocrazia degli Enti Locali e dei consigli di un amichetto di mio figlio, non proprio in buona fede!
Sinceramente non voglio entrare nella vicenda giudiziaria dove ti sei coinvolto. Non voglio neanche rispondere a chi maligna che ci possa essere la mia partecipazione per ridimensionarti. È squallido, pensare a tanto!
Le vicende umane e politiche seguono con libertà percorsi, lunghi o brevi, che prima o poi finiscono dove meritano.
Prevenirti su qualche errore, posto che avevo modo di venirne a conoscenza, era una decisione sofferta. Ma come potevo aiutarti se al mio ufficio regionale sarebbe arrivata una falsa documentazione per avvantaggiarti dei finanziamenti della Regione?
Questo non te lo perdonerò e cercherò di capire tutto.
Certe storie politiche fanno lunghi giri Ma prima o dopo ritornano al capolinea!
Che la giustizia faccia il suo corso e che sia solerte e trasparente come gli atti di sospensione che il partito ha deciso per te e che io condivido!”