CALCIO: la tempesta finale ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO –  All’indomani della tempesta giudiziaria abbattutasi a sorpresa sui capi e semplici ultrà delle tifoserie interiste e milaniste potrebbe, a bocce ancora calde, farci recitare il fatidico “c’era una volta il calcio”; ma non è così perché sul piano pratico è stato sempre così.

Il calcio è inquinato fin nelle sue profonde fondamenta e il guaio più serio, che tutti fanno finta di non conoscere, è che il calcio (almeno in Italia), pur essendo lo sport che finanzia quasi tutti gli sport cosiddetti minori, è riuscito a contagiare tutti gli altri sport e tutte le altre manifestazioni di grande richiamo pubblico (leggasi concerti musicali) intorno alle quali gravitano, dappertutto, una masnada di lestofanti disposti a minacciare, picchiare finanche uccidere per raccogliere i frutti delle loro azioni mafiose.

E tutto questi i predetti lestofanti lo fanno anche, in ogni occasione, per poche migliaia di euro; figurarsi cosa potrebbe essere accaduto a Milano (ma anche in altri contesti a cominciare d Napoli) dove per un sola partita di champions league si parla di guadagni netti per capi ultrà e bagarini che sfiorano addirittura 600mila euro a partita.

La retata giudiziaria di Milano è solo l’inizio; c’è da sperare che tutto il mondo del calcio si svegli da quel tacito torpore, che è vicino al favoreggiamento, che prende dirigenti, allenatori, calciatori, finanche i custodi degli spogliatoi e rende agevole il lavoro di predominio totale dei capi ultrà.

La storia ci dice che addirittura tanti calciatori sono letteralmente sottomessi allo strapotere fisico degli ultrà che spesso sono questi ultimi a decidere come e con chi rilasciare interviste ai giornalisti, anch’essi vittime predesignate. Leggasi l’intimidazione cui sarebbe stato sottoposto Lukaku quando, d calciatore dell’Inter, non si sarebbe impegnato a sufficienza contro il Napoli. Se un episodio del genere dovesse dimostrarsi vero saremmo alla frutta in tutti i sensi.

Sicuramente la resistenza contro questi animali selvaggi è difficile; bisogna denunciare, costi quello che costi senza lasciarsi andare a pietismi ingiustificati e ingiustificabili e senza mai più consentire che parti o interi stadi vengano intitolati a capi ultrà che passano a miglior vita; purtroppo è accaduto spesso in passato e nessuno dovrà stupirsi se fra cent’anni una parte del Meazza di Milano venga intitolato ai vari Beretta, Intagliata, Rimaudo, Scialò, Vivino e Falconi, tanto per citarne alcuni.

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